Capitolo 2

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La pelle di Louis era liscia come il velluto, morbida e calda sotto le dita di Harry, con il sudore che scendeva lungo la schiena. Stava spingendo, emettendo quei piccoli 'ah, ah, ah' ogni volta che Harry si muoveva dentro di lui, stretto, umido e caldo, e Louis guardava da sopra la spalla con occhi velati, le labbra semiaperte per pronunciare il nome di Harry.

Harry saltò su dal letto, sveglio; i fianchi che spingevano contro l'aria, tremando mentre veniva.

"Cazzo," mormorò e si toccò per finire il lavoro, gli occhi ancora mezzi addormentati ed i boxer umidi, il corpo che tremava perché le scariche di piacere non volevano smettere di scorrere lungo la sua schiena.

Questa cosa doveva smettere di succedere. Erano passati giorni, ok?

Giorni di risvegli da sogni umidi come un ventenne che diventa duro per una brezza leggera e ogni momento l'aveva trascorso a cercare su Google "traumi post-incidenti" e "picchi di adrenalina" e "ci si può eccitare dopo essere scampati alla morte".

Sì. Sì, si può, a quanto pare.

Sei un idiota, disse a se stesso, sfregando il pene ormai morbido attraverso i boxer umidi l'ultima volta prima di lasciarlo andare e aprire gli occhi fissando il soffitto. Doveva essere il risultato della sua quasi esperienza di morte. Era temporanea, questa malsana ossessione e i vividi ricordi di premersi dentro il corpo di Louis, il modo in cui si era arreso quando Harry aveva mordicchiato quel punto dietro l'orecchio, la pressione dei denti di Louis sulle sue anche e l'arco della sua schiena dorata.

In poche settimane Harry non avrebbe nemmeno dovuto ricordare il colore di quegli occhi ormai, sarebbe stato in grado di dimenticare il modo in cui l'adrenalina aveva corso nelle sue vene ad ogni spinta e ad ogni incontro delle loro labbra.

Sua madre gli aveva sempre detto che lui saltava nelle cose troppo in fretta e metteva troppo del suo cuore nelle mani degli sconosciuti, e sapeva che l'aveva fatto di nuovo quel giorno, aveva confuso l'euforia del 'sono vivo' per veri sentimenti. Aveva solo bisogno di togliersi di dosso e dimenticare il modo in cui si incastravano, come se avessero conosciuto i loro corpi da anni.

Niente di quello era reale o abbastanza duraturo per mandare a puttane la sua testa in quel modo. Aveva bisogno di solitudine. Il tipo di solitudine che ebbe dopo che la sua scopata di una notte lo aveva sbattuto fuori dall'appartamento subito dopo aver scoperto che aveva un ragazzo con un'inclinazione alla violenza o... che semplicemente era un pezzo di merda in generale.

Il cappotto di Louis era ancora appeso nel suo armadio.

Diceva a se stesso di restituirlo ogni singola mattina, solo di prendere coraggio poco per volta. Forse non era ancora pronto per incontrare di nuovo Louis, aveva paura di come la cosa lo avrebbe fatto sentire, una parte di sé era troppo smanioso di crogiolarsi nei ricordi ancora un po'.

Aveva sempre avuto una vena masochista.

Lasciò andare un profondo respiro e si tolse i capelli sudati dalla fronte, rifiutandosi di guardare giù sul suo petto e vedere i marchi quasi scomparsi lasciati dai denti di Louis.

"Harry, sei sveglio, amico?" Urlò Niall dalla porta prima di scaraventarsi all'interno, perché i suoi genitori non gli avevano mai insegnato le buone maniere. Harry non si era preoccupato di coprirsi con il lenzuolo.

"Io non ero - "

"Quindi stavi gemendo nelle ultime ore, a causa di - " Niall alzò e abbasso velocemente le sopracciglia. Harry era stato declassato da migliore amico a semplice coinquilino. Parlando di appartamenti, avevano bisogno di uno con i muri più spessi.

You Drive Me Round The Bend || Italian TranslationWhere stories live. Discover now