Chapter 5

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"Ciao Ariah."
Chi sei?
Sentii una sorta di calore alla mano destra, probabilmente doveva averla stretta alla sua.

Parla di nuovo, ti prego.

Non riuscivo a capire chi fosse, ma lo sentii comunque così familiare.
Provai in tutti i modi ad aggrapparmi a quel contatto, cercai di stringere le dita. Dovevo riprendere il controllo del mio corpo.
Io c' ero. Sentivo tutto, solo che c' era qualcosa che mi impediva di dimostrarlo.
Volevo urlare, ma non mi era permesso.

"Ok, ci provo."

Provare a far cosa?

"Il signor Ross mi ha detto che parlare potrebbe aiutare, quindi ci provo. Sono.."

"Lei chi è?"

Sentii la sedia affianco al letto spostarsi.
"Sono il ragazzo che ha trovato Ariah quella notte."

"È un familiare?" Doveva essere l' infermiera.

"No, ma.."

"Le devo chiedere di uscire, le visite serali sono permesse solo ai parenti stretti."

"Lo so, ma ho promesso ad Henry che sarei rimasto io questa notte con lei, aveva bisogno di riposare, la prego."

"Mi lasci controllare un attimo, venga con me."

Dopo qualche secondo sentii la porta riaprirsi.

"Grazie."

"Si figuri. Sia forte, la sua ragazza ha bisogno di lei. Le parli, e chissà? Magari sentendo la sua voce reagirà al coma."

Adam?

"Ci provo."

Era di nuovo quel ragazzo, mi riprese la mano e  si avvicinó al mio orecchio.

"Perdonami, ho dovuto farlo."

L' infermiera controlló la flebo e poi aggiunse:
"Ora la lascio, buona serata."

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"Ok, ricominciamo.. Sono Edwin e sono..
Ok no, non mi conosci e io non ti conosco e sono un idiota che sta qui a parlarti di non so cosa, mentre tu.."

Perchè non va avanti?
Ti prego parla ancora, è tutto buio qui.

"Perchè eri lì? E chi era lui?"

Il cuore mi batteva all' impazzata.
Lui chi?
Chi c' era con me quella notte?

"Dio.. Ok. Così non va bene."

Lo sentivo fare avanti e indietro per la stanza.

"Era lì, ho provato a fermarlo, ma appena ho capito che c' era una persona in mare, cioè tu, mi sono buttato in acqua per riportarti a riva, e lui è fuggito."

Volevo piangere, ma le lacrime non sarebbero scese. Chi aveva potuto farmi una cosa simile?

"Mi dispiace."

Avrei voluto dirgli grazie. Ma non potevo. Sentii solo un vuoto immenso che mi stava divorando.
Ero di nuovo sola.

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Sentii delle urla provenire dal corridoio, ci misi poco a capire che erano per me.
Le infermiere spalancarono la porta della mia stanza e poi sentii uno sferragliare tutto intorno a me.

"Non dovevo raccontarglielo. Sono stato uno stupido."
Di nuovo lui, ma dalla voce sembrava preoccupato.
Cosa sta succedendo?

"Invece le ha permesso di reagire, è un bene che lei sia quì."

"Sta piangendo, com' è possibile che sia un bene?"
Piangendo?
"Lei non capisce, vuol dire che la sente, è l' unico modo che ha, per adesso, di comunicare. Deve promettermi che continuerá a farlo, perchè, questa, sembra l' unica terapia a dare risultati. Lo farà?"

Quelle lacrime richiesero uno sforzo immenso, provai in tutti i modi a farle uscire di nuovo e miracolosamente ci riuscii.

"Lo faró."

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"Oggi proviamo con della musica,ok?"

Erano giorni che quel ragazzo veniva a trovarmi, mi leggeva libri, notizie sul giornale e qualche volta mi portava i saluti dei clienti del Tac's Cafè. I medici non passavano più ogni due ore per la flebo, ma dicevano che ne bastava una al giorno.
La ferita alla testa mi faceva meno male, avevo addirittura iniziato a muovere due dita della mano destra.
Edwin parlava dei fronti e del fatto che stavano partendo 5 aerei per la guerra, avevano iniziato a mandare più lettere del solito perchè l' età papabile per partire si era abbassata, servivano più soldati e così inizió il rastrellamento.
Mossi le dita, forse per disappunto, ero contraria a qualsiasi cosa riguardasse la guerra. Non si poteva risolvere nulla con le armi. Non si ferma la morte con altra morte.

Sentii le note di Dream A Little Dream Of Me di Ozzie Nelson.
Inizió a canticchiare il ritornello:
"..Say nighty-night and kiss me;
Just hold me tight and tell me you'll miss me.
While I'm alone, blue as can be,
Dream a little dream of me.."

Avrei voluto alzarmi e ballare, un po' come quando mettevo la musica a tutto volume e facevo chiusura al locale.
Sentivo che mi mancavano tutte le cose più semplici, come parlare, camminare, mangiare e ridere.

"Dai Ariah, provaci."

Volevo urlargli che ci stavo provando, che volevo più di chiunque altro svegliarmi, volevo tornare alla mia vita di tutti i giorni.
Volevo tornare a guardare i tramonti di Cape Coral e che, nonostante odiassi la guerra, volevo tornare a sentire le camionette colme di soldati ubriachi fare capolino in città.

Sentii una mano sfiorarmi la guancia.
"Ehi.. Non importa, non piangere, ci riproveremo domani ok?"

Non sapevo nulla di quel ragazzo, ne l' età e ne di che colore avesse gli occhi, non conoscevo neppure la sua vita, ma era l' unica voce che riuscivo a sentire.
Un giorno mi chiese se fossi stata contenta che Adam e Ether fossero venuti a trovarmi. Rimasi spiazzata, non lo ricordavo, avevo ben presenti i momenti in cui Edwin mi parlava e veniva a trovarmi, ma per il resto era tutto un tabù.

Mossi le dita.
Volevo dirgli grazie.

Ciao carissimi lettori! Volevo ringraziarvi perchè pian piano state aumentandoo! Ecco a voi un nuovo capitolo! Come sempre critiche e consigli sono ben accetti.
Besitos💕

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⏰ Last updated: Nov 25, 2015 ⏰

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