Chapter 2

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-"Non ho moderato.."
-"Buongiorno soldato."
Eccone un altro, pensai.
Abbassai lo sguardo e riempii di caffè una tazza poggiata sul bancone.
-"Dicevo.. Non sono più abitu.."
-"Si figuri. Avremo cambiato la serratura di quella porta si e no 5 volte negli ultimi 3 mesi. Li conosco oramai quelli come voi."
-"Noi che?"
-"Sì. Voi. Tornate in licenza e vi credete i padroni del mondo."
Accennai alle medaglie che portava sulla divisa.
-"Solo perchè avete quelle" le indicai, " vi sentite invincibili. Ma non è così."
-"Eh io che guardandola dalla vetrina fantasticavo su quanto potesse esser dolce e bella. Mi sbagliavo. Lei è semplicemente la cameriera più arrogante che abbia mai incontrato. Ecco perchè preferisco stare in battaglia. Le armi almeno non sproloquiano quanto lei." Ammiccò.
-"Bisbetico."
Sussurrai sicura che non potesse sentirmi.
-"Polemica."
Beccata.
Bevve il suo caffè e si sistemó il berretto alzandosi dallo sgabello.
-"Ah e grazie per il caffè."
Poi uscì definitivamente dal locale.

Non diedi peso a quel' incontro, d'altronde era quotidianità.
Entravano.
Bevevano.
Sparivano.
Tutti i giorni facevano tappa al Tac's Cafè una trentina di soldati americani provenienti da tutto il continente e con destinazioni di battaglia diverse.
La maggior parte di loro erano sfacciati e arroganti, ed era all' ordine del giorno ritrovarmi a discutere con almeno 5 o 6 di loro.

Cape Coral era così, aveva la sfortuna, o fortuna, di trovarsi tra il campo volo di Palmona Park e la stazione di Fort Meyers.
Era un via vai continuo di camionette militari, soldati, carri armati, navi merci di ogni tipo, rifornimenti d' armi e flotte navali.
Tutto questo, purtroppo, era dovuto alla guerra.
Sì.
La guerra aveva reso tutto e tutti più cupi.
Oltre che ai sorrisi della gente si era portata via con se anche i colori.
La detestavo.
La detestavo immensamente.

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Erano passate da poco le sette di sera quando mi venne l' idea di accendere un po' la radio. Giusto per tenermi compagnia mentre sistemavo il locale per la chiusura.
Cercai una frequenza che non gracchiasse troppo e non appena la trovai mi lasciai trasportare dalla dolce melodia de La Vie En Rose.
Amavo Louis Armstrong, e mi ci vollero davvero pochi istanti prima di perdermi completamente nella dolce melodia della sua canzone.

Così persa da non accorgermi che qualcuno mi stava guardando fuori dalla vetrina del locale. Con un grosso sorriso stampato sul viso.

Ciao cari lettori, questo è il nuovo pezzettino della storia. Spero vi piaccia!
Vi invito a commentare e a farmi sapere che ne pensate! Le critiche e i consigli sono ben accette. 😘
A presto!
Camilla.xx

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