LA SCELTA GIUSTA

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Sono passati quasi quattro anni dalla visita a Milano, ora non sono più un bambino cicciottello con le lentiggini sul naso, la pancia si è quasi appiattita, i capelli allungati, anche se non ho ancora capito se sono lisci o ricci: cambiano al variare del tempo. Sono ancora timido è vero, ma in compagnia degli amici del rione San Rocco cerco di nasconderlo e mi impegno a sembrare un po'...

«Bastardo!!»

Proprio come mi urlava fino all'anno scorso Pippa vecchia, un anziano signore di quasi ottant'anni che vive in una casa di fronte alla piazzetta della "chiesa grande" che immaginavamo fosse il nostro campo di calcio privato. Le pallonate che arrivavano sulla porta di casa del malcapitato vecchietto frantumavano facilmente i vetri poco spessi. Quando succedeva la partita finiva immediatamente, era una costante, tanto che avevamo deciso sin dall'inizio che non contavano i minuti di gioco, si terminava quando qualcuno rompeva il vetro.

L'anziano inveiva contro tutti, nei miei confronti in modo più feroce, solo perché è cugino di mia madre e, considerandomi un parente stretto, pretendeva che accorressi in suo aiuto. Urlava con la pipa nella mano sinistra (di qui il soprannome che gli abbiamo affibbiato) alzando il braccio tremante al cielo senza stenderlo completamente.

«Bastardo, lo dirò a tua madre. Via tutti, andate a giocare davanti le porte di casa vostra! Vi giuro su Sant Roc che quando arriva il pallone dentro casa lo scoppio e lo taglio con le forbici».

Bè, lo fece sul serio.

Da "Arasmo", un antico emporio in una via ad angolo con il corso principale, aveva comprato un paio di forbici grosse come la chela di un granchio tropicale; si acquattava in casa con la porta aperta e non appena il pallone "volantino", quello bianco con i disegni neri esagonali, il "super tele", raggiungeva la meta lo bucava senza far sconti a nessuno.

Che nervi quando un giorno fece a brandelli un "super santos", il pallone arancione con le bande nere, comprato dal tabaccaio Sandrino con una mega colletta a cui parteciparono circa dieci bambini. Io per non fare la figura del pezzente mi feci prestare venti lire da Enrico, un mio compagno ricco che aveva sempre le tasche piene di spiccioli.

<<Figgj d puttè, però 'sti soldi me li ridai, ok?>>

Gli promisi che gliele avrei restituite sicuramente il giorno delle Palme, quando tutti i bambini fanno visita ai parenti e ricevono soldi in cambio di ramoscelli d'ulivo.

Quella volta per ripicca e per togliermi di dosso l'etichetta di ragazzino "buono e timido", con un balzo mi avventai contro Pippa vecchia e con un gesto repentino della mano gli feci saltare dalla bocca la pipa che finì per terra davanti agli occhi sbalorditi dei miei compagni. Nel silezio generale improvvisai una risata diabolica dimostrando finalmente a tutti, Scorvo compreso, di essere davvero un gran "bastardo"!

Ma la soddisfazione durò davvero poco, l'orgoglio per aver compiuto quel gesto si trasformò presto in pentimento e mi sentii un vero e proprio vigliacco nei confronti di un anziano indifeso che in fondo si, mi era anche... un po' parente!

Per tutta la notte non presi sonno e, travagliato da quel gesto insolito, decisi di diventare il primo difensore ufficiale di Pippa vecchia.

Ancora oggi vado a trovarlo e lo aiuto nei lavori pesanti, come spostare un mobile o portare in casa le buste della spesa. A volte mi capita di restare in casa e recitare il rosario con sua moglie che mi sembra più anziana di lui, forse perché è malata e porta sempre un fazzoletto bianco legato intorno alla fronte, credo le serva per alleviare il gran mal di testa che la affligge sempre, soprattutto quando vede i programmi televisivi di Corrado che è il suo conduttore preferito.

TANTA VOGLIA DI LEIWhere stories live. Discover now