IL FILONE

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Marinare, bigiare, bossare, salare, tagliare, fare sega o vela, ogni regione ha il suo termine per indicare la fuga da scuola. Noi la chiamiamo "filone"!

E si,come lo sfilatino, la forma di pane simile alla baguette francese che usiamo in campagna durante la pausa pranzo, ripieno solitamente di melanzane sott'olio con pomodorini appesi alla "corona" sui davanzali delle masserie dei secoli scorsi.

Filone, per noi studenti significa pausa, riposo, momento da godersi in santa pace possibilmente sotto l'ombra di un albero d'ulivo secolare mentre i sogni vengono sprigionati cosi profondamente fino a fargli prendere forma, fino a vederli, fino a toccarli.

Il filone è uno dei giorni più belli che possa vivere un ragazzo che frequenta un istituto superiore, ma ora guai a chiamarlo in questo modo, oggi siamo studenti che protestano, che sia chiaro!

Metà istituto si è trasferito compatto nel "polmone verde" di Castellaneta, siamo tutti qui, tranne qualche coppietta appena formata che si è nascosta prudentemente in piedi dietro i cespugli a pomiciare!

Spuntano anche due chitarre mentre il mio amico castellanetano Enzo, monta sulla sua vespa bianca con adesivo di Bob Marley ben in vista, portandosi via la mia compagna di classe Tonia appena conosciuta e divenuta da oggi la sua nuova ragazza: accelerando alza la testa in su come per sottolineare la sua potenza virile, sappiamo bene che la porterà in "gita" giù all'Assunta, una chiesa del '500 sempre chiusa, che nasconde nel retro in fondo alla scalinata un ingresso privo di cancello che conduce alla grotta dell'amore, un luogo sconsacrato da coppie in cerca di intimità,insomma un'alcova naturale per giovani amanti.

Il folto gruppo di filonisti si esalta, la protesta può iniziare davanti ai vecchietti che sorridono malinconicamente, la nostra età colpisce il loro cuore indebolito da forti ricordi, si guardano senza parlare, non c'è nessun motivo per farlo, entrambi sanno a cosa stanno pensando:

"Potessi ritornare indietro solo per qualche ora!"

Giulio è intonato, inizia a cantare la lunga sfilza di classici partendo da canzoni di Bob Dylan e via via passando dal "passerotto che non doveva andare via" di Baglioni a "noi semo quelli della Roma bella" con birre e Coca Cola che appaiono misteriosamente! Il nostro accompagnamento vocale a volte esagera e qualche urlo schizofrenico rende comunque più simpatico il concerto. Tonio, un frikkettone, come se nulla fosse, tira fuori dalla giacca di renna, "originale" appena comprata usata da un mercato americano, una "bustona" di erba, quella che.... quella che insomma ... non va mangiata, bensì fumata!

Tonio è un'icona, è L'Artista, un musicista che suona divinamente il pianoforte con mani delicate, le stesse che ora usa per il suo capolavoro! Mentre rulla con professione, parla. Sbuffa cercando di allontanare i suoi capelli lisci dagli occhi e sbatte le palpebre a ogni tentativo fallito. La sua voce è bassa, per ascoltarlo bisogna avvicinarsi con attenzione per non infastidirlo nell'operazione che svolge con molta cura. Racconta che la sua anima non è mai stanca di sognare e che un giorno porterà le sue composizioni classiche in giro per il mondo e i dischi scaleranno le classifiche planetarie. La busta rilascia forti esalazioni, lui è il primo a beneficiarne.

La "sigaretta ecologica" arriva accesa davanti ai miei dubbi, capisco che ora è il mio turno guardando gli occhi socchiusi degli altri, sono l'ultimo del grande cerchio che deve chiudersi.

Rifletto un secondo, un lungo attimo in cui rivedo tutti i momenti salienti delle ore appena trascorse.

La mia vita è cambiata radicalmente, ora mi sento un ragazzo cresciuto, velocemente, e per giunta innamorato della dea della bellezza che qui vicino, sta pensando a me teneramente, o almeno così spero, ma... mi sorge improvviso un dubbio: che sia già fidanzata?

TANTA VOGLIA DI LEIWhere stories live. Discover now