2.The meeting.

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"Oddio!" urlo, svegliandomi di soprassalto. Mi giro di scatto e noto con piacere che la sveglia segna solamente le 6:30. Deve essere stato un incubo a ridurmi in queste condizioni! Sto quasi per cadere dal letto. Mi metto a sedere sul letto e lancio un'occhiata allo specchio di fronte e vedo i capelli in un groviglio, il trucco del giorno precedente che mi disegna sul viso due occhiaie da paura e gli occhi assonnati. Spero vivamente che queste occhiaie siano solo dovute al trucco!
Decido di rimanere a letto ancora un po', ho tutto il tempo del mondo. Non riesco a capire il motivo della mia inquietudine notturna...gli incubi sono molto rari per me. Auguro a me stessa che la notte non sia un brutto presagio per ciò che mi aspetta dopo.
Chiudo gli occhi cercando di rasserenarmi e sento che il mio BlackBerry sta vibrando: è Mike, il mio migliore amico.
"Ehi Mike, buongiorno" rispondo, ancora un po' assonnata.
"Buongiorno a te bellissima! Scusami, ti ho svegliata? Non era mia intenzione"
"No Mike, tranquillo, sono già sveglia a causa di un incubo!"
"Oddio...mi dispiace...ma vedrai che dopo tutto andrà per il verso giusto!"
"Lo spero davvero! Non vorrei che questo incubo avesse significato qualcosa"
"Ma non devi nemmeno pensarlo Sam! Sei l'avvocato migliore che io conosca e non lo dico perché sei la mia migliore amica, ma perché sei l'unica che ha il coraggio di tirare sempre fuori le palle in ogni situazione!"
"Grazie Mike, davvero. Non so cosa farei senza di te"
"Gli amici servono a questo. Ora ti devo lasciare, vado al lavoro. Aspetto una tua chiamata o messaggio finito il colloquio. Buona fortuna dolcezza!"
"Va bene Mike, grazie e buon lavoro, a dopo" dico prima di riattaccare.
Mi alzo dal letto e vado in bagno per lavarmi.

Mentre mi sto asciugando i capelli sento lo stomaco che si chiude e il cuore che batte veloce. Cerco di tranquillizzarmi, perché, insomma, non è per modestia, ma credo di avere tutte le carte in regola per essere assunta. L'idea di un lavoro per conto mio mi entusiasma moltissimo: riuscirei davvero a capire cosa significa essere responsabili.
Mi asciugo i capelli, ma non so come poterli mettere. Passo un po' di piastra e li raccolgo in una coda di cavallo che mi arriva fino alle scapole, vista la lunghezza dei miei capelli neri.
Vado in camera e indosso un completo intimo nero composto da un reggiseno a fascia e un perizoma.
Entro in cucina e apro la porta finestra che mi porta in terrazza. Metto a bollire l'acqua per il the e mangio un paio di biscotti. Julie è ancora a letto, ma decido di mettere una tovaglietta per la colazione anche per lei. Esco in terrazza e respiro l'aria fresca di questa mattinata di maggio. Sono serena e credo in me, nelle mie capacità.
Rientro per preparare il the e lo verso nella mia tazza, inzuppando un paio di biscotti.
"Buongiorno principessa! Come siamo belle stamattina!" mi dice Julie mentre mi bacia su una guancia e si prende il the caldo.
"Buongiorno a te bellezza! Già pronta per il lavoro?"
"Sì, questa mattina mi hanno chiesto di andare per le 8, quindi già pronta. Spero tu ti copra un po' perché con quel sedere da urlo, sei assunta subito senza lasciare possibilità ad altri!"
Rido "Certo Julie, metto il tubino grigio che mi ha regalato papà"
"Amo quel vestito. Ma tu sei uno schianto con qualsiasi cosa addosso! Ora vado se no arrivo in ritardo, a dopo tesoro, mandami un messaggio!"
Ci abbracciamo velocemente. "A dopo Julie!"

Chiudo la cerniera del vestito e mi guardo allo specchio: mi piaccio. Sarà anche merito del vestito perché mette in evidenza il mio seno e scende perfettamente sui fianchi e sul mio sedere. Mi trucco, passando una riga di matita nera, eye-liner e ombretto chiaro in modo da mettere in evidenza i miei occhi verdi. Mi rifaccio la coda di cavallo, metto le scarpe con il tacco nella borsa e scendo le scale per raggiungere la mia macchina.

Sistemo il navigatore con l'indirizzo fornito sul biglietto da visita e sfreccio con la mia Audi nel traffico di Seattle. Sono le 8:30, in 20 minuti dovrei esserci e sono anche in anticipo.
Appena raggiungo gli uffici della Grey Enterprise rimango a bocca aperta, incantata dal lusso che traspare da quegli edifici. Entro nel parcheggio e noto un ragazzo che mi viene incontro, vestito in uniforme nera con la scritto "Grey Enterprise" sul taschino destro.
"Buongiorno Signorina. Se vuole accomodarsi dentro, io parcheggio la sua macchina"
"Oh grazie. Scusi solo un istante che cambio le scarpe"
"Faccia pure con comodo. Intanto, mi può dire il suo cognome? Signorina..?"
"Steele, Samantha Steele" dico, scendendo dalla macchina.
"Grazie Signorina Steele. Si accomodi pure dentro"

Fifty Shades Of Darkness.Where stories live. Discover now