condurre le danze

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"Vuoi andare a trovare il tuo vero padre? Sei serio?" chiese Mickey dopo una lunga pausa. Dagli occhi umidi di Ian poteva dire che non si trattasse esattamente di qualcosa per cui il rosso sentiva la mancanza. "Hai mai incontrato il cazzo di donatore di sperma prima?"

"Una volta" rispose Ian grave, con l'aria di chi avrebbe preferito parlare di qualunque altra cosa. "Lip e io lo abbiamo trovato dopo aver scoperto che Frank non era il mio vero padre. Siamo andati a casa sua, abbiamo incontrato sua moglie e tutto. Lui, uh, io sono identico a lui. Sapevo che era mio padre. Sapevo che era mio padre, ma non ho detto niente. Ce ne siamo semplicemente andati"

Mickey si grattò la tempia mentre afferrava tutto. "Pensi che sappia di essere tuo padre?"

Ian saltò giù dal letto e iniziò a camminare avanti e indietro. "Non lo so. Non lo so, cazzo. Non sembrava. Tutto ciò che so è che devo fare qualcosa, giusto? Questo tizio, è ricco sfondato, e potrebbe essere mio padre e almeno devo provarci. Devo provare a ottenere i soldi da lui"

Mickey lo raggiunse e posò le mani sulle sue spalle, nel tentativo di calmarlo. Calmare Ian Gallagher sembrava essere tutto ciò che voleva fare in quei giorni. Era fottutamente strano. "Okay. Se vuoi concedere una visita a questo stronzo, io dico di farlo. La cosa peggiore che può dirti è di andare a fanculo, giusto? Vale tentare"

Ian annuì stancamente, ancora evitando il contatto visivo col moro. "E' la nostra unica opzione al momento"

"Ehi, lo capisco" disse Mickey, la voce in sintonia con l'altro. "Se questa testa di cazzo è il tuo vero padre, il minimo che può fare è aiutarti. Puoi vederla come un dovuto supporto dei figli, o una roba del genere. Il bastardo te lo deve"

Ian infine sollevò gli occhi annuvolati su quelli di Mickey, improvvisamente sentendosi come lo spaventato, insicuro sedicenne che era. "Verrai con me?"

Mickey alzò una mano e la poso sul suo capo, stringendo le dita fra i suoi capelli ramati. "Certo che sì" disse, la voce bassa e rauca mentre cercava gli occhi umidi di Ian. Si curvò e lo baciò piano, un gesto semplicemente naturale adesso.

Ian si sciolse nel bacio e permise a Mickey di guidarlo. Era surreale; come avevano scopato furiosamente su un tavolo solo quindici minuti prima, e adesso Mickey lo stava baciando così delicatamente e così teneramente che rubò il fiato di Ian e lo rese stupido.

Mickey si scostò e appoggiò la fronte alla sua, cercando di raccogliere i suoi disordinati pensieri. Non sapeva come, in sole poche settimane, era diventato un tale finocchio del cazzo, ma era ciò che Ian gli aveva fatto. Non gli era mai piaciuto baciare prima, ma con Ian, sembrava non averne abbastanza.

"Dove vive questo stronzo, comunque?"

"North Side" rispose Ian, apparentemente distratto mentre guardava verso il petto di Mickey. "Ha una bella casa, una bella macchina, una bella famiglia e tutto il resto" la sua voce esitò un po' alla fine, rivelando le sue emozioni, anche se tentava con forza di trattenerle.

Mickey lo osservò, ancora quella familiare stretta al petto, come una mano che teneva in pugno il suo cuore. Afferrò delicatamente il mento di Ian, voltando il suo viso verso di sé. Si chinò per un bacio e fece scivolare le braccia intorno al più giovane, facendo accaldare entrambi.

Non voleva scopare, non lo stava facendo solo per far sentire Ian meglio; voleva davvero baciarlo e basta, essergli vicino.

Le lingue si intrecciarono lentamente e le mani furono dolci sui rispettivi corpi mentre pigramente si premevano l'uno contro l'altro, incapaci di averne a sufficienza.

Caddero nel mucchio di lenzuola, cuscini e coperte sul letto e continuarono a baciarsi, senza rompere il contatto neanche una volta. Mickey si scostò leggermente e guardò il volto arrossato di Ian, la mano e il pollice carezzarono la sua guancia morbida e liscia. Non sapeva cosa gli era preso, tutto ciò che sapeva era che baciare Ian Gallagher, in questo modo, era tutto quello che voleva fottutamente fare.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora