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"Stai bene?". La sua voce aveva un tono sicuro, ma anche preoccupato. Mi sentii al sicuro vicino a lui e esitai un momento prima di rispondergli perché mi ritrovai incantata dai suoi bellissimi occhi, ma dopo un minuto dissi "Si, grazie".
"Certa gente non dovrebbe avere proprio la patente!".
Incominciò a diventare rosso dalla rabbia guardando la macchina, una cytroen rossa, che per poco non mi investì.
Quando però rivolse il suo sguardo verso di me cambiò.
"Comunque piacere, mi chiamo Charlie". Sapevo finalmente il suo nome!
"Io mi chiamo Victoria".
"Non ti ho mai visto qui, ti sei appena trasferita?"
"Si,oggi. Ho appena trovato casa, stavo visitando la città."
"Allora benvenuta, e per farti vedere che tutte le persone qui non sono incivili ti offro un hot dog. Devi accettare per forza, niente scuse". Mi si illuminò il volto appena disse queste parole. Era l'unica chance per poterlo conoscere e portare al termine il mio compito. Inizialmente feci la difficile, alla fine però accettai. Ci dirigemmo verso la sua macchina, era un po vecchia ma lo stesso carina. Appena partì la radio si accese e si sentì una canzone che faceva:

I'm dancing in the mirror and singing in the shower.
La La Di, La La Da, La La Da
Singing in the shower
La La Di, La La Da, La La Da
You got me singing in the shower
La La Di, La La Da, La La Da
Singing in the shower
La La Di, La La Da, La La Da

Durante il tragitto restammo in silenzio, ma quando arrivammo mi disse "Qui fanno i migliori hot dog di tutta Coney Island!". Quando entrammo vidi che c'era molta gente, più di quanta me ne aspettassi.
"Devono essere davvero buoni questi hot dog, dato che il locale è pienissismo" dissi accennando una risata. La fila era lunghissima ma quando arrivammo alla fine sentì un odore invitante.
Ci sedemmo in un tavolo vicino ad una finestra così da poter vedere il mare. Charlie vide sicuramente la mia faccia quando diedi il primo morso alla'hot dog perché disse con un'aria divertita "Allora avevo ragione?".
"Mi sa di si".
Entrambi scoppiammo a ridere. Passammo il resto del tempo a parlare di molte cose come per esempio sulle nostre famiglie, e io ovviamente inventai alcune cose perché non potevo dirgli che eravamo tutti vampiri. Mi divertì molto, stranamente, e questo mi spaventò molto. Non dovevo affezionarmi anzi non potevo, perché sapevo quello che avrei dovuto fare qualche mese dopo. Però aveva una risata così coinvolgente e il suo sguardo s'illuminava, facendo diventare i suoi occhi ancora più belli. Quando arrivammo alla macchina mi aprì pure la portiera, che dolce! Continuammo a parlare del più e del meno durante tutto il tragitto e mi scordai completamente di dirgli dove accompagnarmi, ma fortunatamente lui me lo chiese. Qualche minuto prima che arrivammo mi chiese, con tono incerto e spaventato "Sei libera domani pomeriggio?"
Non sapevo cosa rispondergli e mi ero come paralizzata, ma presi un respiro e dissi "Penso di si perché?"
"Sai se vieni qui a Coney Island non puoi non vedere il Luna Park, e beh, ti volevo chiedere se vuoi".
Rimasi scioccata, non mi aspettavo che me lo dicessi."Certo. Mi vieni a prendere alle 4.00 pm?"
"Va bene". Eravamo entrambi imbarazzati e rossi come pomodori. Arrivati a casa mia lui scese e mi riaprì la portiera e mi salutò imbarazzato con un bacio sulla guancia. Mi bloccai totalmente e incominciai a riflettere su alcune cose. Avevo l'opportunità di farlo innamorare di me per raggiungere il mio scopo... Ma ero sicura che fosse quello che volevo veramente? Ed ero sicura al 100% che non mi sarei innamorata, o era già successo? Queste domande mi assillarono mentre andai verso la porta. Mi bloccai quando vidi una cosa strana: la porta era aperta! Io però l'avevo chiusa? Chi poteva mai essere entrato? Entrai facendo molta attenzione a non fare rumore, osservando attentamente. Ad un certo punto sentii un rumore provenire dalla cucina, mi presi coraggio e ci andai. Rimasi un po scioccata, e anche spaventata, quando entrai...

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