Capitolo 9: Vuoto

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A quest'ultima frase Chris non rispose. 

Finalmente il pulviscolo si era abbassato a sufficienza da permettermi di vedere la sua figura stante in piedi con lo sguardo rivolto verso terra.

«Ragazzi è meglio muoverci, se continuiamo a rimanere qui, saremo facilmente rintracciabili» Richie ruppe il silenzio che si era creato dopo quella breve lite.

Mi guardai intorno e, in effetti, con la nostra scivolata avevamo provocato una profonda ed evidente scia che dalla parete della montagna si prolungava nel bosco sottostante fino ad arrivare a noi. Sembrava fosse crollata una frana, infatti dove la terrazza era passata gli alberi erano stati completamente sradicati e pezzi del ponte di roccia creato dai due Rheol erano tutto ciò che riempiva quell'enorme solco.

Il ragazzo con gli occhiali era saltato giù da quel che era rimasto della terrazza e mi aveva porto una mano per aiutarmi a scendere. 

«Milady?» disse, riprendendo il suo tono da Casanova.

Ignorai la sua mano e con un piccolo slancio saltai giù dalla piattaforma, flettendo adeguatamente le ginocchia in modo da ammortizzare l'atterraggio. 

Nel frattempo Lydia aveva afferrato la sua mano e, sedendosi sul bordo roccioso, si era poi data una spinta per scendere giù. Ero certa sarebbe riuscita a scendere anche da sola, ma aveva comunque accettato l'aiuto o per cortesia o semplicemente per pigrizia.

Li guardai nuovamente: le loro mai erano ancora unite e i loro visi reciprocamente sorridenti.

"È l'orgoglio che ti blocca il cervello e te lo mette nel culo. Mettiglielo tu nel culo. L'orgoglio fa solo male. Non aiuta, mai! Supera certe cagate", pensai, citando mentalmente Pulp Fiction. 

Ma non c'era niente da fare, io ero orgogliosa. Non avevo mai chiesto aiuto e raramente lo avevo accettato se offerto. Mi faceva sentire debole, ed io odiavo sentirmi così.

«Grazie» sentii Lydia sussurrare.

«E di che? È un piacere fare finalmente la tua conoscenza» rispose Richie, baciandole la mano.

Arrossendo lievemente, Lydia aveva voltato il capo, abbassando lo sguardo imbarazzata.

«Lasciala stare Richie, non vedi che così la metti a disagio?» gli dissi, vedendo la reazione della ragazza.

«Che c'è? Gelosa?» mi punzecchiò ammiccando.

Mi limitai a guardarlo con le sopracciglia alzate ed uno sguardo della serie "sul serio? "

Ilan e Chris erano già a terra e nel mentre ci avevano raggiunto.

«Allora dove andiamo?» chiese Chris.

«La meta è Ynda, ma dista parecchi giorni di cammino da qui, quindi direi che la cosa più utile nel nostro caso sia prendere dei tymor, almeno fino al confine con la Nazione del Deserto.»

«Dei tymor? E dove ne troviamo tre in così breve tempo?» chiese Ilan stupito.

Io neanche mi sforzai di capire di cosa stessero parlando, ogni tanto se ne uscivano con termini strani che non avevo mai sentito. Probabilmente tymor era un modo per dire macchina, o treno, o calesse o qualsiasi altro mezzo usassero su questo pianeta.

« Voi fidatevi di me» disse, facendo un sorrisetto e girandosi nella direzione opposta alla nostra «Dopotutto chi è la guida tra noi?» e, detto ciò, prese a camminare.

Mi sistemai a tracolla l'arco che, essendo rimasto incastrato assieme alle mie mani nelle maniglie rocciose, miracolosamente non era andato perduto e seguii Richie.

Ddaear Arall || L 'Altra TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora