C'era una volta... un ragazzo

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-Lava di qui, spazza di là, lucida il pavimento e adesso torna qua. Ma per chi mi hanno preso? Non sono il servo di turno. Che se le facciano da soli le faccende domestiche.- bofonchiava il povero ragazzo, mentre lavava i piatti sporchi della cena.

Il prozio era andato in città come ormai faceva molto spesso, mentre i figli erano rimasti in casa con grande gioia di Erenentolo.
D'altra parte l'ultima volta che li aveva portati in città si erano ubriacati talmente tanto che il proprietario della locanda era stato costretto a cacciarli a calci e in più si erano beccati anche una multa per disturbo della quiete pubblica mentre stavano tornando a casa, ricordate: mai permettere ai vostri cavalli di fare i loro bisognini nel giardino della casa di Ymir l'erborista, nemmeno Sauron e le sue terrificanti armate potranno salvarvi.

Appena finì di lavare i piatti, si dedicò all'altro compito che lo avrebbe portato a restare sveglio fino a tardi: pulire il dannatissimo pavimento del salone, sporco come avrebbe potuto renderlo solo un branco di elefanti.

Era giunto a metà dell'opera quando il lemure da compagnia di Oluo iniziò a zampettare allegramente con le sua zampe sudicie per tutto il pavimento, gettando al vento tutto il lavoro di Eren.

Appena il ragazzo lo notò iniziò a rincorrere l'animale per tutta la sala urlandogli contro nel tentativo di farlo fermare.

-Argh! Stupida scimmia poco evoluta, vieni qui che ti faccio vedere io, così vediamo se hai ancora la faccia tosta di rovinare il lavoro degli altri.-

Il lemure, comunemente chiamato scimmia, si stava divertendo un mondo a guardare quell'umano mentre tentava di acchiapparlo; a lui non interessava particolarmente infastidire Erenentolo, però era il ragazzo più simpatico nella casa e per lui il divertimento era puro e semplice divertimento.

Il giovane, capendo che non avrebbe potuto sconfiggere quella bestiola, decise di sfruttare la situazione a suo vantaggio.

-Vieni qui, lemure lemurino, vieni da zio Eren.- disse il ragazzo mentre da una posizione accovacciata cercava di attirarlo a sè come se fosse un gatto.

Il lemure emise uno sbuffo e si voltò sventolando la sua coda ad anelli in faccia a Eren in segno di superiorità.

Però poi si ritrovò a pensare: magari lo strambo essere gli avrebbe proposto qualcosa che lo avrebbero potuto far sbellicare dalla risate, così decise di dirigersi verso l'umano dagli occhi verdi.
-Bravo il mio lemure. E ora seguimi.- fu così che Eren condusse l'animale oltre il salone e su per le scale fino ad un noto corridoio.
- Bene, bene.- disse sogghignando.
Aprì una delle porte di legno.
- Qui puoi fare tutta la confusione che vuoi. È la camera di Oluo.-
Sapeva che non avrebbe mai trovato lì dentro il fratellastro, ogni volta che Eren doveva fare le pulizie fino a tardi lui restava a sorvegliarlo nemmeno fosse un caporale di qualche esercito.
Alla fine la serata si concludeva sempre con un Oluo accasciato sul tavolo della cucina con in mano un bicchiere e una bottiglia di vino ormai vuota.
Il suo russare si sentiva fino a Bosco Atro e il re degli elfi ogni volta si preoccupava pensando che stesse arrivando un'altra banda di rocamboleschi nani.
Il lemure annusò l'aria, per quanto possa farlo un lemure, e si guardo intorno tentando di capire se c'era qualche trucco; ma tutto pareva tranquillo, così inizio a sporcare per bene la stanza del suo proprietario che ormai non lo degnava più di attenzioni.
Erenentolo soddisfatto chiuse la porta, lasciando che la bestiolina di divertisse.
- Tanto vale, almeno mi diverto un po', ormai pulisco sempre e solo io.- disse affranto.
Così ritornò in salone riuscendo finalmente a concludere il lavoro in santa pace.
Riuscì ad andare a dormire solo dopo che il prozio tornò dalla sua capatina notturna in città.
La mattina dopo si svegliò con delle occhiaie da far invidia a quelle del miglior detective del regno di Note.
Spalancò la finestra facendo volare via i piccioni, che ogni tanto gli lasciavano qualche ricordino sul bucato appena steso.
Poi fu il turno controllare come se la stavano cavando i suoi amici topini che vivevano in un buco vicino all'armadio; all'inizio aveva provato a scacciarli, ma non essendoci riuscito ha preferito permettergli di vivere nella sua polverosa soffitta, volevo dire camera, il suo istinto sapeva che prima o poi gli sarebbero tornati utili.
Fu così che dopo essersi preparato fisicamente con i suoi consueti abiti, Erenentolo dovette anche prepararsi mentalmente per riuscire ad affrontare una giornata con quelle palle al piede che erano i suoi fratellastri e il prozio.
Prese un bel respiro e uscì dalla stanza, conscio che non ci avrebbe rimesso piede fino a notte inoltrata.
Appena arrivato in cucina il ragazzo fu divertito dal fatto che Oluo era ancora dormiente sul tavolo.
Un pensiero malvagio passò per la testa a Eren.
Senza far rumore prese in mano una pentola, mentre nell'altra mano teneva un cucchiaio, con questo oggetto iniziò a battere contro la pentola creando un gran frastuono metallico.
Tang, tang, tang
-Cosa? Dove? Le mie cravatte? Eren!- il ragazzo alzò di scatto la testa spaventato, la sua faccia sembrava essere appena stata spianata da un mattarello; la bottiglia che teneva in mano cadde, infrangendosi al suolo e versando il liquido rosso sul pavimento.
-Buongiorno anche a te Oluo. Non hai una bella cera.- disse Eren, mentre rimetteva a posto il pentolone per poi prendere degli stracci per pulire .
-Eren si può sapere cosa stai facendo?- tuonò il fratello, mentre barcollante si alzava dalla sedia.
-Pulisco il disastro che hai fatto.- rispose con tono gentile per quanto gli fosse possibile.
L'altro stressato gli diede le spalle e si avviò verso la porta della cucina, però prima gli rivolse qualche parola di rimprovero.
-Fai quello che vuoi, basta che sistemi questo casino. Inoltre non portarmi la colazione, ho intenzione di riposarmi.- poi uscì sbattendo la porta. -Agli ordini.- bisbigliò fra sè e sé.

L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora