Giochi da spie - Levi x Reader (AU)

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Avevi capito che le cose non stavano andando per il verso giusto quando il volto del tuo superiore ti comparve sul quadrante del tuo orologio, letteralmente sul quadrante.

-Mi dispiace disturbarti ora, ma si tratta di un'emergenza; devi recarti subito al quartier generale.- senza neanche darmi il tempo di replicare il mio capo chiuse la videochiamata.
"A quanto pare dovrò cambiare i miei piani.
Certo che portare oggetti di questo tipo è molto strano, anche se ormai non dovrei stupirmi più di nulla... dettagli."

Immediatamente andai a riprendere la mia macchina non parcheggiata troppo distante; l'dea di passare una giornata normale era sfumata.

Arrivai davanti all'enorme e moderno palazzo, sede del quartier generale, e subito mi addentrai lì dentro, passai le consuete misure di sicurezza e aspettai che si aprisse una delle porte degli ascensori.
Entrai, poco prima che le porte si chiudessero vidi un altro agente passare in modo svelto attraverso di esse.
Riconobbi subito colui che trasse un sospiro di sollievo appena giunto in salvo.
Egli emise uno sbuffo e si appoggiò alla parete dell'ascensore
- Da quando non si saluta?- chiesi con fare canzonatorio.
- Oh scusa, solo che la chiamata mi ha lasciato pò stranito, a quanto pare non sono stato l'unico a riceverla.- rispose.
- Già, mi chiedo cosa sia successo di così importante.- continuai
- L'ultima volta che è capitata una cosa del genere ci siamo dovuti lanciare con un paracadute, un' esperienza che non vorrei ripetere così presto.- fece una smorfia strana mentre pronunciava l'ultima parte della frase, quasi di disgusto.
- Quello che non capisco è perché abbia chiamato anche me, io faccio parte del settore informatico, non sono un agente operativo.- puntualizzai con fare stizzito, odiavo quando le cose succedevano così all'improvviso; non proprio tutte le cose, solo quelle di questo genere.
- Ma la preparazione per esserlo ce l'hai.-
"Perché ha detto quella frase con quel tono così saccente, non mi convince nemmeno un pò."
- Tu sai qualcosa, non me la racconti giusta.- incrociai le braccia al petto e gli scoccai un'occhiataccia indagatoria.
Lui mi ignorò e fissò la porta dell'ascensore che si trovava di fronte a lui.
- Ti ho fatto una domanda.- cominciai a battere il piede a terra in attesa di una sua risposta.
Alla fine, snervato dalla situazione, mi rispose.
- Sai di essere l'esasperazione fatta a persona, vero?
Comunque ci è stata sottratta una cosa importante da uno nostri laboratori, non chiedermi cosa perché non lo so e non provare a negare il fatto che tu non avevi intenzione di farmi quella domanda.-
Aprì la bocca per replicare, ma la chiusi subito dopo sapendo che aveva totalmente ragione.
Passammo il resto del tempo in silenzio.
Dopo un pò, il consueto ting dell'ascensore ci avvertì che eravamo arrivati.
Le porte trasparenti si aprirono e noi iniziammo a percorrere il lungo corridoio che ci separava dall'ufficio del nostro superiore.
Entrammo e la scena che si stagliò davanti ai nostri occhi mi sorprese, mentre il ragazzo che avevo affianco non sembrava affatto stupito.
Hanji camminava avanti e indietro per la grande sala gesticolando animatamente, il suo camice bianco svolazzava da una parte all'altra al ritmo dei suoi gesti.
Come posò lo sguardo sulla soglia notò le nostre figure.
-VOI!- disse puntandoci contro un dito con fare accusatorio.
- Siete in ritardo!- esclamò infuriata.
- Ma... - provò a rispondere Eren.
- Niente ma, dobbiamo iniziare. Su, su sbrigatevi.-

Il ragazzo emise un sospiro di sconforto, conscio che era impossibile riuscire a tener testa a lei.

Detto questo ognuno prese posto, nella sala erano presenti cinque persone: Eren, Mikasa, Armin, io ed Hanji, attualmente il nostro superiore.
Lei ci illustrò il motivo per il quale ci aveva convocati; con un veloce movimento accese uno schermo che si trovava alle spalle della sua scrivania sul quale comparvero immediatamente diverse immagini.
La prima raffigurava una sorta di contenitore cilindrico di metallo.
- Questo è quello che ci hanno rubato.- spiegò.
Vedemmo la mano sinistra di Eren alzarsi, come se fosse tra i banchi di scuola.
Hanji lò noto e gli diede la parola
- E cosa ci sarebbe al suo interno?-
- Un prodotto dei nostri laboratori; tranquilli, niente di troppo pericoloso.- rispose con nonchalance.
Decisi di seguire l'esempio del ragazzo coi capelli castani e così la mia mano destra si alzò timidamente.

L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora