Sogni infranti

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Quella sera arrivai alla Sala Comune soddisfatto. Molte coppie erano lì a sbaciucchiarsi, ma io non l'avrei fatto.
Ero troppo importante per rovinarmi la reputazione sbaciucchiandomi in pubblico.
Lasciai Melina dove mi chiese di stare, sulla poltrona davanti al camino. Dissi a tutti di non sfiorarla, altrimenti li avrei cruciati.
Pansy, Blaise, Tiger e Goyle mi ascoltarono, e fu così che andai a dormire tranquillo.
La mia stanza mi sembrava ancora più calda e accogliente del solito, e il rumore dell'acqua che sbatteva contro le finestre mi cullò verso il sonno.
Mi trovavo in una stanza buia, fredda e vuota. Non c'era anima viva, oltre a me. Vagai in cerca di qualcosa su cui appoggiarmi a lungo, fino a che una frustata luminosa colpì un punto indefinito davanti a me. Lasciò un punto di luce lontano non so quanti metri. Cominciai a correre, fino ad arrivarci, e intanto sfoderai la bacchetta, se mai fosse stato qualcosa di pericoloso.
-Draco- disse una voce -Draco- ripeté.
-Chi sei?- chiesi. La voce non apparteneva a nessun corpo, ma proveniva da ogni punto di quel luogo ignoto. Eppure era familiare.
-Sono io- disse, sembrava che sorridesse. Allora la vidi: la luce prese la forma di una sfera, e diventò una figura ben definita.
-Amore- dissi -Che ci fai qui?-
-Devo dirti una cosa- si avvicinò a me. La mangiai con gli occhi -No, non ho intenzione di sbucciarmi- rise.
Mi aveva come letto nel pensiero. Risi anch'io.
-Devi sapere che...- s'interruppe.
-Che..?-
-Che io ti devo lasciare qui-
-Perché?-
-Perché è ora di fare colazione- disse con tono solenne.
-È ora di fare colazione?-
-Sì. E ora addio. Ti amo-
-No, dove vai?- la ricorsi -Dove vai?-

-Draco. Hey, Draco...- era Goyle -È ora di fare colazione-
-Ma cosa dici...- mugolai -Non è... Oh...- mi resi conto che avevo fatto solo un sogno -Sì, fammi vestire solo un attimo... Voi andate, vi raggiungerò-
Uscirono dalla stanza.
Mi guardai intorno. Non stavo più sognando. Mi sedetti sul letto e mi tolsi la maglia. Mi guardai un attimo allo specchio.
Perfetto. Sì.
Indossai l'uniforme della scuola. Sarei andato a prendere Melina in Sala Comune, e saremmo andati a fare colazione insieme.
Aprii la porta, uscii e me la richiusi alle spalle. Andai nella Sala Comune.
Il fuoco era acceso, e la stanza era vuota, completamente. Andai dietro alla poltrona dove si trovava Melina, in punta di piedi, senza farmi sentire. Volevo farle una sorpresa.
-Amore...- non l'avevo mai chiamata così -Tesoro...- nessuna risposta.
Feci un balzo -Sei silenziosa og...- mi interruppi, appena vidi quello che c'era da vedere.
Un grosso morso profondo.
-Chi ti ha fatto questo?-
Nessuna risposta.
-Melina... Hey...- mi inginocchiai davanti a lei -Ci sei?-
La rabbia cominciava a salire -Hey?-
Mi alzai.
-Me la pagheranno- dissi, mentre una lacrima rigava il mio viso perfetto.
Entrai nella Sala Grande e corsi verso il mio tavolo, dando un pugno così forte al legno da far sobbalzare ogni piatto e bicchiere.
-CHI È STATO?- urlai. Ogni persona si fece piccola piccola. Il silenzio calò.
-Calmati...- sussurrò Pansy.
-NO, NON MI CALMO! CHI L'HA FATTO?- gridai. Nessuna risposta -CHI L'HA MORSA?!-
Pansy rise.
La fulminai con lo sguardo -Tu...-
-Quella stupida mela? Era la tua amata?-
Presi un grande respiro e tirai fuori la bacchetta. E fu così che la Parkinson venne cruciata da Malfoy.
La vendetta stava per essere compiuta, fino a quando la mia Maledizione si interruppe.
Il mio sguardo si posò su una visione paradisiaca al nostro tavolo.

Non avevo mai visto una mela rossa così bella.

Drapple-un amore senza limitiWhere stories live. Discover now