Lost in the middle

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Diventai io un arma, che anche se di difesa, avrebbe resistito al vento dei ricordi, avrebbe custodito un cuore disilluso e deluso, che nell'amore non era più capace di credere.

Quando partimmo per l'Afganistan con i nostri sacchi verdi, le nostre divise mimetiche e l'aria di chi pensava non sarebbe più tornato, guardai i visi dei miei compagni, che come soldatini di piombo tutti in fila, affrontavano quel viaggio di andata non sapendo se ci sarebbe stato un ritorno. Ognuno con le proprie ragioni, ognuno con i propri pensieri. Chi partiva per denaro, chi considerava quella la sua ultima spiaggia, chi per scappare come me, chi per non pensare, chi per servire la Nazione.

Ed avevamo giurato, con la bandiera americana a svolazzare sopra di noi e la costituzione in mano, mentre l'altra era sul cuore.

Lealtà. Essere fedeli allo Stato Americano e alle sue leggi, quando io avevo studiato negli anni passati come raggirarle quelle leggi, come attaccarmi ai cavilli, ai punti deboli.

Dovere. Svolgere il proprio dovere di soldato. Nessun accenno al fatto che avremmo dovuto, non solo difendere, ma attaccare, sparare prima di essere uccisi.

Rispetto. Trattare gli altri come meritavano di essere trattati. Forse avrei potuto trovare anche un po' di quel rispetto per me stesso che avevo perso. Forse.

Servizio altruistico. Mettere il bene degli Stati Uniti e dei commilitoni prima del proprio. Non ero mai spiccato per altruismo. In vita mia avevo conosciuto solo una persona così generosa da aiutare gli altri e fregarsene delle conseguenze. Risi tra me e me mentre promisi un altruismo che non avrei mai potuto avere.

Onore. Vivere secondo i valori dell'esercito o meglio, far credere agli altri di rispettare quei valori. Potevo farcela, respirai e giurai anche questo.

Integrità. Fare quello che era giusto legalmente e moralmente. Mio padre aveva giurato anche questo, ma quando mi picchiava con la cintura, quando le fibbie di ferro si piantavano nella mia carne adolescente, questo valore forse l'aveva dimenticato?

Coraggio. Far giurare ad un ragazzino di vent'anni di avere coraggio davanti alla morte era proprio il più grande dei controsensi, ma giurai.

Il nostro Sergente, prima di arrivare nella base militare di Kabul, prima che potessimo ancora respirare l'aria calda di quei deserti, vedere le case distrutte e le genti afflitte, ci preparò, ci disse come affrontarla quella morte, ci disse quello che ancora non eravamo preparati ad ascoltare, ma che inevitabilmente ci entrò nelle ossa, lasciando un'ombra scura dentro a tutti i nostri occhi.

-Spero che non capiti, spero che tutti voi torniate a casa sani e salvi, ma devo dirvi anche questo. La guerra non è un gioco, i fucili uccidono, il tritolo vi farà scoppiare con facilità. Questa gente non guarda in faccia nessuno e potrete trovarvi in difficoltà, feriti. Si combatte insieme, ma si muore da soli. Se siete fortunati sarà veloce, farà poco male, se non lo siete dovete aggrapparvi a qualcosa. Pensate ad un ricordo bello, sentitevi al sicuro, pensate a chi vi ama, alle loro braccia attorno a voi. Dicono che funzioni, ma nessuno è mai tornato indietro per dircelo.-

Non potevo sapere che in un futuro, a quel piccolo trucchetto sarei ricorso anche io, aggrappandomi a braccia forti, ad occhi color del fango e all'odore di casa.

Timmy lo avevo già visto al campo di addestramento, ma quando finimmo in camera insieme, fare amicizia fu inevitabile, sebbene avessi optato per un basso profilo.

Veniva dal Texas il mio compagno dai capelli rossi e le lentiggini in viso, il profondo sud era la sua casa. Suo padre, repubblicano possidente terriero e pezzo grosso in campo bellico, non voleva che si arruolasse, ma lui era di tutta un'altra idea. A Timmy la guerra piaceva, ero convinto che lui credesse in tutti quei valori sui quali avevamo giurato, ne ero certo. Perché alla fine quelle cose o erano dentro di te o potevi provare a trarne qualche insegnamento come avevo intenzione di fare io, ma la differenza era netta.

Lost in the middleWhere stories live. Discover now