Era ora di cena, ma loro due si sedettero a un tavolino di un bar. Avevano lasciato la libreria dopo che Ernesto li aveva cacciati borbottando quanto fosse tardi, ma entrambi avevano notato il sorrisetto compiaciuto di quell'uomo.
Faceva freddo, Elio si strinse nel giubbotto, soffiando sulle mani per scaldarle.
Ordinarono due bevande calde e ci volle più di mezz'ora prima di riuscire a instaurare una conversazione.
"Penso che tu mi piaccia" Esordì Nathan, che era il più schietto tra i due.
Elio alzò lo sguardo su di lui. Non poteva dire che Nathan non gli piacesse, ma Adrian era ancora l'amore della sua vita e non poteva dimenticarlo.
"Ah... non so come mi sento in merito"
"Beh se devi rifilarmi un due di picche dillo e basta"
A Elio era tremendamente mancato quel sorriso, anche se al principio gli dava ai nervi.
Quando l'aveva conosciuto pensava che fosse un'idiota che sorrideva senza motivo anche nei momenti più assurdi, tuttavia adesso era diverso.
Nathan amava la vita, si godeva tutto ciò che poteva e talvolta ne restava scottato. Ma anche così, non perdeva mai quella voglia di gioire di ogni giorno.
Elio lo invidiò tantissimo per questo.
"Non è questo, è solo che..."
"Pensi ancora a lui?"
Le dita di Elio tremarono, tanto che dovette stringerle sulla tazza che aveva tra le mani per fermarle.
"Sto leggendo il suo diario"
Nathan si sorprese, non l'aveva visto portare niente della baita.
"Sei tornato lì?"
Elio scosse la testa.
"Prima di uscire l'ho infilato nello zaino, è stato istintivo. Non volevo lasciarlo andare e volevo saperne di più"
Nathan sentì la rabbia risalirgli dallo stomaco alla gola.
"E cosa hai scoperto?"
Con un sospirò stanco Elio cominciò a spiegare.
"Scriveva di noi. Di me, di te, degli altri. Non l'ho ancora finito"
"Cosa scriveva?"
"Non so Nathan, l'impressione è che volesse... catalogarci. È come se fossimo stati tutti degli esperimenti per lui, scriveva cose tipo Oggi mi fingerò arrabbiato per vedere la reazione di Nathan, cose così"
A Nathan venne la nausea. In fondo conosceva queste cose, perché le aveva viste, non lette. Ma anche così era disgustoso quel teatrino.
"Che figlio di puttana, eravamo giocattoli per lui"
"Non dire così"
Nathan battè il pugno sul freddo tavolino di vetro che li divideva. Elio sussultò per la sorpresa.
Perché era così arrabbiato? Non riusciva proprio a capirlo. Ormai era tutto passato e non recuperabile.
"E cosa dovrei dire allora? Che era un genio incompreso? Un'artista tormentato? Un uomo consumato? Quale versione ti piace di più? Perché per me pezzo di merda è perfetto"
"Nathan, perché sei così arrabbiato?"
"Perché lo giustifichi anche dopo tutto quello che ti ha fatto! Come puoi? Hai un minimo di amor proprio?"
Elio si sentì ferito.
Nathan aveva tremendamente ragione, lo sapeva. Tuttavia sentirselo dire così apertamente era diverso.
"Non lo sto giustificando, voglio solo cercare di capire. È una situazione difficile"
Nathan si piegò sul tavolo, per potersi avvicinare a lui. I gomiti sul tavolino, gli occhi fissi in quelli di Elio.
"Capire cosa? Che ti ha usato? Ti faceva sentire unico mentre io glielo infilavo nel culo. Questo c'è scritto nel suo diario di merda?"
Elio rabbrividì, se per il freddo o per le parole di Nathan non seppe dirlo.
"Perché cerchi disperatamente di farmi avere un brutto ricordo di lui? Vuoi rovinare gli unici ricordi felici della mia vita?"
Nathan si sorprese. No, non era quello il suo intento, ma per Elio era diverso. Se davvero quel bastardo di Adrian gli aveva dato momenti felici non aveva nessun diritto di rovinarglieli, per quanto la cosa lo facesse infuriare.
"Vorrei solo che aprissi gli occhi, tutto qui" Rispose più calmo, tornando con la schiena poggiata alla sedia.
Rimasero in silenzio per un bel pò, nessuno dei due riusciva a capirsi ma quel desiderio di vedersi c'era ancora, perché alla fine Nathan allungò una mano verso di lui, stringendo le sue dita.
"Mi dispiace Elio"
"No, va bene così. Alla fine so che hai ragione, sono solo io che non riesco a lasciarlo andare"
Elio allungò anche l'altro braccio, le loro mani si intrecciarono. Giocherellò un pò con le dita di Nathan, quasi perso nei ricordi.
"Non ho mai conosciuto qualcuno come lui, così attento alla forma, ma anche visionario nei pensieri. In qualche modo riusciva a capire parti di me che nemmeno io comprendevo e questo... beh, mi è rimasto. So che hai ragione, che non era la persona perfetta che pensavo, ma anche così... lui è stato l'unico ad avermi visto"
Nathan strinse le sue dita più forti, come per fargli sentire che anche lui era lì, proprio di fronte.
"Ti ha solo usato però"
"Lo so, ma mi è piaciuto tanto illudermi"
Elio era un tipo onesto, c'era poco da dire in merito. Conosceva i suoi limiti e li accettava, anche se difficilmente usciva fuori dagli schemi.
"Sai, ho imparato anche a conoscerti attraverso quel diario. Sei un pò stronzo ma una brava persona, cerchi sempre di mettere gli altri a proprio agio"
Per la prima volta Nathan si incuriosì seriamente a quel diario. Non per Adrian e le sue illusioni mentali, ma per Elio.
"Di te cosa ha scritto?"
L'altro sciolse le loro mani, grattandosi la nuca imbarazzato.
"Beh, non so..."
"Dai, dimmelo!"
"Vuoi leggerlo?"
Nathan ci pensò, no, non voleva vedere il punto di vista di Adrian su Elio, voleva farsi la sua personale opinione. Tuttavia pensò che quello potesse essere un filo conduttore per rivedersi e lui era abituato ad afferrare tutte le occasioni che aveva davanti.
"Va bene, ma devi darmi il tuo numero di telefono, così lo leggiamo insieme"
Elio arrossì, ma non seppe spiegarsi il motivo. Forse nel profondo voleva davvero continuare con Nathan, anche se fosse stata solo una conoscenza o uno scavare nel ricordo di Adrian.
In qualche modo averlo al suo fianco rendeva i segreti di Adrian meno pesanti, più sopportabili.
Il suo cinismo lo riportava con i piedi per terra quando si sentiva perso.
"Mi offri la cena però la prossima volta"
"Certo, basta che ci sia una prossima volta"
Il sorriso che Nathan fece fu così sincero che spinse Elio a fare lo stesso.
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Quando smette di nevicare
Mystery / ThrillerElio e Nathan si conoscono al funerale del loro amore perduto: Adrian. Un amore incondizionato che ha segnato entrambi nel profondo, ma forse troppo idealizzato. I segreti di Adrian diventano man mano una scia di mistero e il castello di carte creat...
