Capitolo 11- Luna piena

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Sulle guance è affetto, sulle labbra è amore, sulla fronte è premura, sul collo è passione. Il bacio parla di noi e per noi

(CannovaV, Twitter)

Faccio appena cento metri, che sento un veicolo che si accosta e procede lentamente accanto a me. Niente paura Vanessa. Tranquilla, sarà qualche ragazzino che vuole fare lo scemo. Continua a camminare. Continuo per la mia strada, a testa alta, non voglio mostrare al tipo che ho paura. Non mi volto, semplicemente lo ignoro. Continuiamo cosi per altri duecento metri. Non molla. Non posso fare tutto il tragitto in questo modo. Meglio affrontarlo adesso che sono ancora in pieno centro.

Mi volto. Riconosco la moto. Riconosco le braccia, i tatuaggi che vi sono disegnati sopra, mi tornano subito in mente le sensazioni che ho provato quando ero seduta sul suo grembo dentro al pub. Ricordo il bacio,le sue labbra, il suo sapore. Il volto è nascosto dal casco integrale, ma so che è lui.

Riprendo a camminare. Alza la visiera e mi parla -Dove stai andando?- Il rombo della moto rende difficile la comunicazione. -A casa- rispondo, continuando a camminare -A piedi?--Cosi pare- -Sali ti do un passaggio -mi dice, come se fosse una cosa ovvia. -No --No?-ripete scettico -cos'è sei sordo?. Non voglio un passaggio da te, tornatene dai tuoi amici- ribadisco -Non ti lascio tornare a casa da sola, di notte, a piedi- Come se gli importasse veramente di come torno a casa. Neanche mi conosce. -Non sono affari tuoi- -Come no, sono il tuo ragazzo- Mi giro di scatto e lo incenerisco con lo sguardo. D'accordo me la sono cercata ma non c'è bisogno di infierire. Riprendo a camminare. -Possiamo continuare così finché non ti deciderai ad accettare il passaggio, ma se sali in moto sin da ora facciamo prima- -Tornatene a casa, non salirò sulla tua moto- -Che c'è hai paura?- mi chiede sorridendo. -No, ma con te non vado da nessuna parte- Ferma la moto, e mette il cavalletto, per avere una maggiore stabilità. Si toglie il casco, e mi fissa, con aria truce -Ora basta. Guarda te se dovevo incontrare una ragazzina viziata che fa i capricci, come una bambina-Sentirsi definire ragazzina viziata non fa proprio piacere. È frustrato, alza la voce. -Ascoltami bene, Sei arrivata. Mi hai rovinato la serata. Mi baci. Scappi e ora fai i capricci e mi fai perdere tempo, con le tue bizze. La mia pazienza ha un limite, non ho voglia di perdere tempo con te. Mi sono offerto di riaccompagnarti a casa solo perché l'ho promesso alla tua amica, ora sali subito su questa dannata moto, o per riparare la tua auto ci metterò due mesi- Mi blocco. Non mi è mai piaciuto cedere ai ricatti ma due mesi senza macchina significano far aumentare i costi della manodopera, e rimandare ancora di un mese la ricerca del lavoro, direi che per stasera ho dato abbastanza. Devo tornare a comportami da persona responsabile. Prendo il suo casco, che aveva legato allo specchietto, e lo allaccio. Senza dire neanche una parola salgo sulla moto. Alex mi porge la mano per aiutarmi, ma io la ignoro. In qualche modo riesco a salire, anche con questi Jeans stretti. Ci sono, posiamo partire.

Alex è rimasto per un attimo interdetto. -Dove devo andare- Glielo indico mano a mano, e arriviamo a casa mia in quindici minuti. Non abbiamo parlato mai, gli ho solo indicato la strada. Ho cercato di toccarlo il meno possibile durante il tragitto, la sua guida calma e tranquilla, mi ha aiutato nel mio intento. Sono riuscita a tenermi in equilibrio senza aggrapparmi troppo a lui. Siamo arrivati.

Scendo dalla moto, appoggiando la mano sulla sua spalla per sorreggermi. Sento freddo non ho neanche una giacca per coprirmi, pensavo di tornare a casa con Chris in macchina e non ho preso nulla. Sospira esasperato -Ok basta con questo mutismo, ho esagerato non dovevo gridarti addosso. Ho capito-dice Alex, provando a scusarsi -Grazie per il passaggio› ›dico -Come? Tutto qui ? - Alzo le spalle -Si tutto qui- -No, non credo proprio. Penso che tu mi debba una spiegazione- -Mi dispiace, avevo bevuto troppo. Non succederà più- -Avevi bevuto troppo? A me sembravi lucida- Distolgo lo sguardo. Fisso il vuoto davanti a me. Non voglio farlo arrabbiare ancora, ha ragione gli devo una spiegazione, ma non so cose dirgli. Cosa gli dico, che mi ha dato fastidio vederlo insieme ad un'altra ragazza, che poi ho scoperto essere sua sorella. Che ho fatto la figura dell'idiota per tutta la sera. Che non voglio che mi consideri come una ragazzina viziata. No. Non posso dirgli nulla di tutto questo. Rimango in silenzio. Dopo qualche secondo di silenzio. Alex mi afferra il mento delicatamente, e gira il mio viso verso di lui, vuole che lo guardi. Lo faccio, lo osservo, è bellissimo e cavoli mi piace un sacco, e probabilmente dopo questa sera non mi vorrà più vedere. -Dai avanti, cosa ho detto?--Come?- -Ho detto qualcosa e tu sei diventata un'altra, non hai aperto bocca da quando sei salita in moto- -No, tu non hai detto niente- -Se è per il fatto della macchina scherzavo tranquilla, era un tentativo, per convincerti a salire in moto- Sorrido, magari fosse quello. -No, Tranquillo non è per quello- -ok lasciamo perdere, ma almeno devi spiegarmi perché mi hai baciato- Perché non ho resistito, perché volevo farlo dalla prima volta che ti ho visto. -Era uno scherzo, volevo solo provocarti, per come mi avevi trattato qualche giorno fa. Volevo arrivare, darti un bacio, e andarmene, cosi gusto per farti un dispetto- decido di omettere parte della verità -Quindi non ha un significato nascosto che io non capisco. Non ti sarai presa una cotta per me vero?- Avvampo. Poi le sue parole in qualche modo mi feriscono. Mi tratta come se fossi un'adolescente che si è presa una sbandata per un ragazzo più grande. Forse si sta vedendo con qualcuno, per questo mi tratta cosi -No, ma cosa dici, ma ti pare. Volevo scusarmi anche con la tua fidanzata, per la sceneggiata di stasera- Mi guarda corrucciato, è confuso -Non ho la fidanzata. Poi ci pensi ora, e se fosse stata con me, mi avresti messo in un bel casino, te ne rendi conto ?- Non ha la fidanzata, e non vuole neanche saperne di me. Bene. -Si scusa di nuovo- -Ok basta con le scuse, ma non farlo più-Mi parla di nuovo come ad una bambina, decido di lasciar perdere. Annuisco. Avvolgo le braccia intorno al mio corpo continuo a sentire freddo. Alex mi osserva. Sono in imbarazzo, non so cosa dire, siamo troppo vicini -Forse è meglio se entro in casa- Indietreggio di qualche passo, poi mi volto e inizio a camminare verso l'ingresso di casa.

-Non mi hai ancora spiegato una cosa, come sapevi che stasera sarei stato al pub?-Mi blocco, adesso penserà anche che sono una stalker, Perfetto. Mi volto e mi riavvicino -ehm , forse potrei aver dato casualmente una sbirciatina al tuo profilo facebook--Casualmente è ?--Si una cosa innocua› › sottolineo -E se per caso anche io avessi fatto una cosa del genere- Si riaccende in me una piccola speranza -Ti domanderei perché lo hai fatto- -Mmh, se ti dicessi che ero curioso- quindi un po' mi ha pensato -Di sapere cosa?-domando -Di nulla in particolare, ma volevo avere qualche informazione in più- -Ti direi che ti è andata male, perché il mio profilo fb, è quasi tutto privato- Siamo uno di fronte all'altra ci stiamo fissando, e ci avviciniamo sempre di più. -Hai ancora freddo- non è una domanda è una constatazione. Si avvicina ulteriormente e mi abbraccia, mette entrambe le braccia intorno alla mia schiena, e mi avvicina un po' a se. -Meglio- Annuisco. Adesso ho perfino caldo. Che sta facendo?

-Dal momento che hai rovinato la mia serata, dovresti sdebitarti in qualche modo con me -mi dice guardandomi negli occhi.

-Sdebitarmi?-- si- -Ehm ...cosa dovrei fare secondo te- -Un bacio andrebbe bene- -E poi che succede ?- Chiedo speranzosa. -Nulla torniamo ad essere io il meccanico, tu una cliente e ci rivediamo tra un mese - No, assolutamente no, non posso. Comincio a dimenarmi per uscire dal suo abbraccio ma lui rafforza la presa. Non posso fingere che non sia successo nulla se ci baciamo di nuovo -Stai ferma- Mi prende alla sprovvista e prova a baciarmi, mi volto. Ma lui non si arrende, mi gira il volto delicatamente verso di lui e ci riprova. Questa volta non mi giro, e aspetto. Osservo le sue labbra mentre si avvicinano sempre più alle mie, e conto i secondi che mancano al contatto. E' un bacio dolce, delicato. Non te lo aspetti cosi, da lui. Invece inizia a baciarmi lentamente, gioca con il labbro inferiore, mi stuzzica, mi invita a prendere parte al bacio, non me lo faccio ripetere due volte. Rispondo al bacio. Ora non è più delicato, è frenetico,avido, come se fossimo affamati uno dell'altra come se ne avessimo bisogno. Gli metto le braccia intorno al collo e lo stringo a me. Ora che ci sono, voglio godermi questo momento, anche perché molto probabilmente questo sarà il nostro ultimo bacio. Continuiamo a baciarci incuranti dei passanti e incuranti di tutto ciò che ci circonda. Siamo in una bolla. Siamo solo io e lui.

Ci stacchiamo, per riprendere aria, ci fissiamo per un attimo negli occhi e sciogliamo l'abbraccio. Siamo entrambi un po' in imbarazzo. Lui però ritrova subito la sua sicurezza, e la sua arroganza. -Notte Nessie- Prende, scioglie l'abbraccio. Io barcollo leggermente, lui sale in moto, mette il casco, e se ne va senza aggiungere altro, lasciandomi lì come una stoccafisso ad osservare la moto che diventa mano a mano più piccola.

Alzo lo sguardo al cielo, osservo le stelle. È una notte di luna piena e se ne vedono pochissime. Non posso neanche esprimere un desiderio. Ora che se n'è andato, sento di nuovo freddo decido di rientrare in casa, devo dimenticarmi del bacio devo dimenticarmi di Alex. È stato chiaro al riguardo, io cliente, lui meccanico. Niente di più.


Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora