Chapter one

248 16 6
                                    




Una stanza fredda, bianca sta a significare quanto miserabile è la mia vita.

Non sono niente, soltanto un numero, di cui a nessuno sarebbe importato mai nulla. Questa non può chiamarsi vita, non può essere questo un motivo di orgoglio e sacrificio.

Mi coprii con la misera coperta rossa fino alla testa, non volendo infastidire i miei occhi abituati al buio e li chiusi completamente, beandomi di quel poco di tranquillità.

All'improvviso, un forte strillo mi fece sobbalzare, con le poche forze che ancora mi rimanevano cercai un posto più sicuro dove potermi nascondere e sperare di non essere chiamata.

Non so dove mi trovassi, ma sapevo che non ero sola. Qualche volta, di nascosto, mi avvicinavo alla possente porta che mi divideva dal corridoio centrale e intravedevo delle porte con appeso un numero vicino. Il mio, dopo tanto tempo capii che fosse il numero 5. Non sapevo cosa stesse a significare tutto questo, ma di certo non qualcosa di buono. Di nuovo un forte strillo mi distrasse dai miei pensieri quotidiani, dei passi si avvicinarono al corridoio centrale e sentii, probabilmente, un'ascia di ferro strusciare contro i muri, fino a quando non si fermò precisamente su una porta, al quanto vicina dalla mia. Stando in quel posto il mio udito era diventato impeccabile, riconoscevo i rumori e capivo quando qualcosa non era nella norma. Quello era uno di quei momenti. Il mio cuore fece una capriola e si fermò di colpo nel preciso instante in cui la mia porta cominciò ad aprirsi. Ad aspettarmi all'uscio di essa c'era un uomo incappucciato, vestito tutto di nero. Pian piano si avvicinò con passi sicuri e io mi ritrovai a rimpicciolirmi su me stessa. Avevo paura, non sapevo cosa sarebbe accaduto, forse il mio destino era nelle mani di quest'uomo. Forse ero stata chiamata, ma alla fine non sapevo nemmeno il significato dell'esser stati chiamati. Mi stavo solo fasciando la testa con cose sovrannaturali e impossibili.

Solo un attimo dopo mi resi conto di aver cominciato a perdere i sensi, la testa girava e l'immagine di quell'uomo pian piano stava per scomparire del tutto.

Mi svegliai di soprassalto tutta sudata, dopo che mi resi conto che quello che avevo sognato era la realtà e mi ritrovai in una stanza sconosciuta. Non era la mia. Il letto dove poco fa avevo aperto gli occhi era tutto nero, le mura erano di un grigio intenso e davanti a me c'era un enorme armadio. Quella stanza era enorme e ben arredata, ma quando ti soffermavi troppo ad ammirarla ti metteva, in un certo senso, i brividi.

Girai la testa verso l'altro lato del letto e trovai un bigliettino.

<<Numero cinque>>

Avevo paura, la stanchezza di un attimo fa era scomparsa e ora volevo solo non essere li e non sentirmi così insicura. Volevo delle spiegazioni, non ricordavo nulla del mio passato, ho vissuto sempre nella paura e nell'ansia. Sentii un altro urlo e poi persi di nuovo i sensi...

VOCE  NARRANTE

La piccola Annabell non ricordava il suo nome, nemmeno il suo passato. Era rinchiusa dentro quell'edificio da ormai tre anni, vivendo con l'ansia e la voglia di sapere cosa le sarebbe successo. Questa è una piccola parte della miserabile vita di Annabell, ma più di questo non posso dirvi. Le conseguenze saranno più o meno inaspettate.

Number Five   [Z.M.]Where stories live. Discover now