Eyes Don't Lie.

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JOLENE

Rimasi spiazzata da quel discorso.

Il suo volto era rimasto impassibile, eppure parlava con un'autorità così naturale da inquietarmi.
Aveva gli occhi fissi nei miei. Sembrava parlare a tutti, ma io... io avevo la netta sensazione che stesse parlando con me. Solo con me.

Quel contatto mi fece stringere lo stomaco. C'era qualcosa di profondamente sbagliato in quel momento.

Eppure dentro di me percepivo una sensazione strana, forse curiosità? O eccitazione.

Nel silenzio che seguì, riuscii a sentire il battito accelerato del mio cuore. Martellava conto al mio petto.
Per un attimo pensai che lo sentisse anche lui. Che lo sentissero tutti.

Poi, la voce di quello che immaginavo fosse suo fratello, ruppe la tensione.

«Vi aspettiamo sabato sera. Dalle 23 alle 23:15. Questo l'indirizzo.»

Scrisse tutto su una grande lavagna alle sue spalle.

Il rumore del gesso contribuì a farmi rabbrividire.
C'era silenzio assoluto. Solo loro lo riempivano. Nessuno osava emettere un fiato.

Un altro limite di tempo. Come quando quella ragazza aveva chiuso la porta.
Niente ritardi. Niente seconde possibilità.

Sembravano così imponenti, composti. Così a loro agio. Come se fossero nati per quello.

«Chiunque voglia può partecipare. L'iniziazione durerà tutta la notte.»

Aggiunse, ricevendo in cambio sguardi confusi.

Tutta la notte? In che modo volevano testarci?
Ero confusa, agitata... eppure una parte di me era sempre più interessata.

Quella parte di me voleva saperne di più, voleva provare.

Pochi minuti dopo ci lasciarono liberi di uscire. E loro sparirono senza dire altro.

Appena fuori dall'aula, afferrai Isabel per un braccio.

«Isabel... che significa tutto questo? Tu lo sapevi? Chi diavolo sono quei due?»

Le domande le uscirono di getto. Stavo cercando di non farmi travolgere, ma ero scossa. E dannatamente curiosa.

«Si parla dell'Obsidian da anni, ma non c'erano mai state vere conferme... si sentono voci, racconti. Si dice che abbiano ricevuto addirittura sei denunce. Ma mai nulla di concreto.»

Cominciò. La guardai di traverso. E lei lo capì.

Hanno ricevuto denunce? Ma che razza di associazione è?

«I due ragazzi sono Zane, il moro, e Tyler, il biondo. Si dice che... si siano fatti praticamente tutta la scuola.»

Abbassò la voce per l'ultima parte della frase, come se non volesse farsi sentire da nessuno. Come se nessuno sapesse. Ma la verità era che chiunque in quella scuola era a conoscenza delle voci. Nessuno però, aveva mai avuto modo di smentirle o confermarle.

Sbuffai. Dopo quel teatrino, non mi sorprendeva.

«E lei? La ragazza che era con loro?»

Era rimasta lì tutto il tempo, senza proferire parola. Come se fungesse da sfondo.

«Amara. Da piccole eravamo amiche, poi... ci siamo perse di vista.»

Il tono si fece improvvisamente più teso. Quasi amaro.

«Dicono che se li sia fatta entrambi. Anche contemporaneamente.»

Aggiunse, con un mezzo sorriso che sapeva più di veleno che di ironia.

ObsidianWhere stories live. Discover now