Sequel - 14

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Nei successivi tre mesi non è successo niente di particolare, perciò non scriverò su di essi.

Ma eccoci arrivati ad oggi, 23 dicembre.

Ultimo giorno di scuola, e da domani, vacanze natalizie.

Dopo la scuola si parte per il Colorado.

Stormie e Mark sono nati li, ma hanno deciso di venire a vivere qui per mantenere le relazioni con i miei genitori e quelli di Ell.

Noi, come una sola famiglia, per il Natale facciamo a turno: un anno dai partenti dei Ratliff, un anno in Italia dai nostri parenti - mio padre è di li - e un anno dai parenti dei Lynch. Quest'anno è il loro turno.

La voce di Ross che canta Do It Again - ho fatto registrare la canzone sul mio telefono solo per averla come sveglia - risuona nelle mie orecchie e apro gli occhi. Sorrido all'istante, ricordando che è l'ultimo giorno di scuola.

Lascio che la canzone riempi il silenzio del mattino per qualche secondo, poi spengo la sveglia e mi alzo.

Mi lavo, vesto, trucco, faccio colazione, eccetera. La solita routine.

Ma da domani, niente più sveglia alle 6:30 del mattino, niente più scuola pallosa.

Solo biscotti, pranzi di Natale, e la soffice neve del Colorado.

Non vedo l'ora.

                              ***

"Ci vediamo a gennaio!" saluto Laura e Raini.

"Non sarete qui per il vostro compleanno?" chiede Laura.

"Già, verremo solo il 29 per la festa."

Abbiamo organizzato una festa per il nostro compleanno qui, a Los Angeles. Così potevano esserci tutti gli amici.

"La festa va fatta."

"Già."

Poi saluto Calum.

"Ci vediamo il 29, Cal!"

"Ciao!"

Ci abbracciamo e via.

"Pronti per il Colorado?" ci raggiunge Riker.

"Si." rispondiamo.

Ci dirigiamo insieme verso le nostre rispettive case - dopo essere passati dal liceo a prendere Ryland, ovviamente.

Io devo ancora terminare la valigia, così vado in camera e metto tutto il restante malloppo di vestiti nel mio trolley azzurro a quattro ruote.

Mentre mi siedo sulla valigia cercando di chiuderla, sento qualcuno bussare al balcone. È Ross.

Gli apro e gli do un bacio.

"Non sei un po' troppo grande per entrare dal balcone?" dico poi sorridendogli.

"Nah, io credo che non si è mai troppo grandi per entrare dal balcone della propria ragazza."

Lascio uscire una piccola risata. "Se lo dici tu.."

"Si, non so, mi sa tanto di Romeo e Giulietta versione 2.0."

"Come vuoi. Per me puoi entrare dal balcone tutte le volte che vuoi, a patto che..." penso. "A patto che poi mi dai un bacio."

"Per me va benissimo."

Avviciniamo i nostri visi nell'ennesimo, meraviglioso bacio.

"Ora aiutami a chiudere la valigia." dico.

"Cert... woah!" esclama guardando la valigia ad occhi sgranati. "Quanta cavolo di roba hai portato?!"

"Mh, dici che è troppa?"

"Abbastanza.."

"Si, è che non ho ancora deciso cosa mettere a Natale, quindi ho portato più di un completo per farmi aiutare da Rydel, poi per Capodanno..."

"Non si chiuderà mai." afferma, gli occhi ancora posati sulla valigia.

"La tua è piena?"

"Entra qualcosa ancora.."

"Benissimo, allora fammi mettere qualcosa nella tua!"

"Uff, ma è a casa.."

"Dai, non essere pigrone, su su!"

E lo spingo fuori dal balcone. Torna pochi minuti dopo. Sempre dal balcone.

"Non potevi entrare dalla porta ora che hai un peso?" faccio.

"Nah." dice col fiatone, accasciandosi sul pavimento. "Così fa più figo."

"Come vuoi..."

Apro il suo borsone nero e trasferisco qualche maglietta dalla mia valigia nella sua.

"Tutte quelle cose non avrai il tempo di metterle neanche se ti cambi ogni due ore." commenta, ma non gli do retta.

Un'ora dopo siamo tutti davanti il mio cortile con le valigie pronte e le macchine, cariche di benzina, pronte a partire.

Da bambini andavamo con una sola macchina, quella dei Lynch. Stavamo sempre un po' stretti. Se dovessi esprimere un ricordo di quelle gite mi verrebbero in mente gli spintoni di noi bambini nella speranza di avere un po' di spazio in più.

Adesso - da ormai sette anni - andiamo con due macchine. Non penso che col mio peso potrei accomodarmi in braccio a mia madre come facevo una volta per risparmiare spazio.

La prima macchina è la più grande, quella dei Lynch, e ci si sistemano i genitori insieme a Riker e Rocky.

La seconda macchina è quella di Ellington, e ci sistemano Rydel e, appunto, Ellington, con Ryland, me e Ross.

"D'accordo, si parte!" esclama Ellington infilando la chiave e spingendo l'acceleratore.

In poco tempo usciamo dal quartiere di Northridge e imbocchiamo l'autostrada per Denver.

                               ***

"Claudia... Cla... Claa!" urla Ross.

Mi sveglio di soprassalto, gli occhi ancora pieni di sonno.

"Siamo arrivati?" chiedo.

"No... ma mi facevi male, ti eri addormentata pensando fossi un materasso!"

"Mmh, sei comodo..." faccio gettando le braccia all'indietro per stiracchiarmi.

"Dove siamo?" chiedo poi.

"Abbiamo appena superato Las Vegas." risponde Ell.

"Sapete, tutto ciò mi ricorda tanto il viaggio..." rimugina Rydel.

"Hai ragione... la prossima tappa?" fa Ryland.

"Denver, Colorado!" scherza Ellington, tentando un'imitazione della voce di Riker.

Rimpiango tanto quel senso di libertà di non molti mesi fa, anche se non lo dico. Durante il viaggio non mi rendevo conto di quanto stessi bene. È proprio vero che ti accorgi di essere stata felice solo quando è finita. Ma adesso sono qui, in viaggio per Denver, e sto benissimo anche così.

Arriviamo dopo circa un'ora e mezza.

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AMICIIII:)
Scusate se aggiorno ora, era molto più facile aggiornare spesso quando non avevo un cazzo da fare.-.
Tra l'altro, questo capitolo è cortino... Neanche 900 parole... Wow...
Spero che vi sia piaciuto comunque, commentate e scrivete che ne pensate, scusate se aggiorno tardi, un bacione:*

-r5claudia-

Ps. SIAMO A 1.85k LIKES AIUTO SCLERO VI AMO SIETE LE MIGLIORI.<3

On The Road With You || Ross LynchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora