LA PERLA BIANCA

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Ormai è da tre settimane che mi trovo in superficie e di indizi sulla perla bianca ancora nulla.
La guerra è imminente, lo so. Le truppe composte dai drow si stanno esercitando. Lo capisco dai tremori della terra. Anche le truppe elfiche si allenano con la magia, ogni tanto prendo anche io parte alle esercitazioni.
Appena arrivata, qui ero come una leggenda. Se passavo per una strada trafficata, chiunque mi additava e mi guardava con ammirazione. Ora tutti mi fissano in modo sprezzante. Ieri un'elfa anziana mi ha detto che sarò la causa della rovina di tutta la popolazione elfica e del mondo in generale. Ero rimasta interdetta, il cuore a mille, immobile come una statua, fredda come una pietra. Mi sono spostata solo quando Admir mi ha portato via. Admir è l'unico ad essermi rimasto fedele. Persino Alyon è cambiato. Ogni giorno mi sollecita a crederci, a pensare che io sia la drow, la predestinata. Per un certo periodo ci avevo provato, forse ci avevo anche creduto, ma non è mai comparsa alcuna pietra. Probabilmente dubita di me. Magari crede che io abbia trovato la perla e che non gliela abbia voluta cedere per non tradire il mio popolo.
Tutto sommato però non è male. Non sono più completamente sola. Ora ho Admir. L'altra sera lui mi ha baciata. È stato magnifico. Era pomeriggio. Ci trovavamo all'ombra di un salice piangente. Soffiava vento, avevamo freddo, così eravamo stretti in un abbraccio. Ad un certo punto lui mi ha chiamata, io mi sono voltata e siamo rimasti a guardarci negli occhi per un po' di tempo. Il mio rosso fuoco bruciava nel suo azzurro mare, il suo azzuro mare annegava nel mio rosso fuoco. Non so per quanto tempo siamo rimasti così. Secondi, minuti, forse ore. Era come se il tempo si fosse fermato, non mi sarei mai stancata di restare in quel modo. Il mio sguardo nel suo, entrambi allacciati nell'abbraccio dell'altro. Poi ad un certo punto il suo sguardo era calato. Inizialmente avevo pensato di aver fatto qualcosa di male. Dopo mi ero accorta che il riflesso dei suoi occhi era ancora incollato su di me. Scendeva giù, scivolava sulla curva del mio naso, si poggiava sulle mie labbra. E poi, senza preavviso, si era avvicinato e mi aveva baciata. Era un bacio dolce. Eravamo ancora abbracciati. Le nostre mani e i nostri volti erano freddi, ma le nostre bocche ardevano di passione. Qualcosa mi si agitava nello stomaco. Non avevo mai provato una sensazione simile.
L'unica cosa che pensavo era: "Allora è questo l' amore!"

                                                         ●○●

Alyon mi ha convocata. Ci troviamo nella sala del trono. Siamo io, lui, Admir e altre due guardie.
Mi avvicino. Alyon è avvolto nel suo mantello. Questi incontri sono diventati sempre più frequenti. Sicuramente mi solleciterà a "credere".
Incomincia:-Mi dispiace Fanie. Pensavo che l'esperimento fosse riuscito. Forse avevi ragione, non sei tu la prescelta,  non sei pura.- Esperimento, ma di cosa sta parlando? Non capisco. Prima che possa porre le mie domande mi zittisce con un cenno della mano e continua:- Non è un caso che tu sia qui. Non è un caso che il tuo nome sia Fanie. Circa duecento, centocinquanta anni fa, io stesso condussi un esperimento. Ero venuto a conoscenza della profezia, ma i drow albini sono un evento raro, così raro che ho avuto paura che nessun drow venisse ad aiutarci. La verità è che i drow albini sono un evento occasionale perché nascono solo da un incrocio tra un elfo e un drow.- Se mia madre era una drow allora mio padre doveva essere un elfo, magari è ancora vivo. Dopo una piccola pausa il re riprende:-Sedotti una drow, lei uscì in cinta e prima di abbandonarla per sempre mi raccomandai con lei di chiamare il nascituro Fanie, nel caso fosse stata una femmina.- Fa un'altra pausa:-Capisci? Fanie era un segno di riconoscimento. -
Smette di parlare. Deve aver terminato le parole. Stringo i pugni. Quel verme che mi sta parlando è mio padre. Io non esisto. Io non dovrei essere nata. Sono impura, sono nata da un sentimento falso. Vorrei contrabbattere, fare domande, insultarlo, ma l'unica cosa che riesco a fare è stringere i pugni finché le nocche diventano bianche e le unghie mi si conficcano nella carne. È Admir a parlare per me:- Cosa?-
-Tu non ti intromettere, sei solo una stupida guardia che ho reclutato per sedurre mia figlia. Non sei tanto diverso da me.-
Inorridisco a quella parola: figlia.  Si riferisce a me. È da tanto che qualcuno non mi chiama così. Mi ci vuole qualche istante per realizzare che in realtà anche Admir mi ha tradito. Sono di nuovo sola. La mia intera esistenza è una falsa.
L'unica cosa che voglio fare è scappare, ma prima che riesca a fuggire le due guardie mi imprigionano. Cerco di liberarmi ma non ci riesco.
-Aspetta Fanie.- È mio padre a parlare:-Esiste un'altra profezia. Speravo di non dovertene parlare, ma non sei la prescelta e io sono obbligato. Recita così:

                             Quando il gallo canterà la guerra
                                Una drow chiara donerà la perla
                                    La pietra sorgerà dalla terra
                              La drow sarà morta sopra la stella

Sai cosa significa la profezia, Fanie? Un altro modo per ottenere la perla è uccidere una qualsiasi drow albina sopra l'altare a forma di stella all'inizio dello scontro. Speravo che non fosse necessario, ma devo salvare il mio popolo. Una vita sacrificata per la salvezza di tante altre. Spero che tu mi perdoni, Bianca.  Spero che tu capisca il mio gesto.-
Admir urla:-Nooooo, non puoi farle questo!- Un'altra guardia lo raggiunge e gli blocca le braccia dietro la schiena.
Accumulo tutte le energie rimaste:-Non ti fai schifo? Come puoi uccidere tua figlia?-
Leggo un po' di smarrimento nel volto del re. Poi si ricompone:-Te l'ho detto, Fanie. Tu non sei mia figlia. Sei solo un esperimento.-
Non so cosa rispondere. Vorrei piangere ma non ci riesco. Prima che mi portino via prendo coraggio. Admir si sta dimenando. Sono accorse altre due guardie per tenerlo fermo. Incrocio il suo sguardo. Riesco a sibilare queste parole:-È vero?- Continua a fissarmi, i suoi occhi nei miei. Non risponde. Non c'è più bisogno che io mi dimeni. Lo prendo come un sì. Una lacrima mi irriga la guancia.

                                                      ●○●

È da un giorno che mi trovo in prigione. In questo modo non posso scappare. Sono seduta sul pavimento. La roccia su cui ho poggiato la schiena è fredda come il mio cuore. Me l'hanno strappato e ora sento solo un grande vuoto, un buco nero che mi sta risucchiando.
Ad un certo punto due guardie si avvicinano e sbattono dentro la cella che mi sta di fronte Admir. Admir è ferito. Gli esce sangue da un taglio sul sopracciglio. Lo guardo. Cosa gli è successo? Mi avvicino alle sbarre per cercare di toccare la sua mano. Lui fa lo stesso, ma il corridoio che ci divide è troppo largo. Nonostante ciò che mi ha fatto non riesco ad odiarlo, ma mi sento così patetica ad amare qualcuno che mi ha ingannata per tutto questo tempo.
Una guardia ci ordina di allontanarci e di stare zitti o sposterà Admir in un'altra cella. Faccio cadere il braccio. Poggio la testa alla sbarra. Non posso toccarlo, non posso baciarlo e non posso neppure parlargli, ma almeno posso perdermi nell'immensità del suo sguardo. Anche lui mi guarda.
Ad un certo punto sento una voce, è quella di Admir, calda e melodiosa, ma le sue labbra non si sono mosse. Sto letteralmente impazzendo. La ignoro. Dopo qualche secondo quella voce mi chiama. Corrugo la fronte. Amdir mi sorride. Poi la voce continua:-Allora mi senti?- Annuisco con la testa sperando che non sia tutto frutto della mia immaginazione.
-Gli elfi riescono a comunicare con la forza del pensiero e se ci provassi sono sicuro che ci riusciresti anche tu.- Si ferma, forse in attesa di una mia risposta, ma io non sono dotata di questo potere. Riprende:- È vero, tu sei una drow. Ma ricorda che per metà sei anche un elfo. Non sei una creatura comune Fanie, tu sei la drow, ne sono convinto. Ora prova a parlarmi, se ne hai voglia.- Abbassa lo sguardo come se si vergognasse di qualcosa.
Provo a comunicargli il mio pensiero, ma non sono sicura che gli arrivi il messaggio:- È vero che la tua era solo una finta?- Spalanca gli occhi. Devo esserci riuscita.
-No Fanie, non è tutto vero! Sì, lui mi ha ordinato di raggiungerti e di portarti qui. Aveva detto alle altre guardie di essere dure e a me di essere dolce e amichevole. Ho fatto ciò che mi aveva ordinato. Ma ti giuro, Fanie, che non ero a conoscenza del suo piano e neppure della profezia. Subito dopo averti conosciuta ho smesso di fingere e sono stato semplicemente me stesso. Io... Fanie... credo di essermi innamorato di te.-
Non voglio sapere nient'altro. La sua espressione, la sue parole... gli credo. Non può aver mentito.
-Anch'io, Admir. Anch'io credo di essermi innamorata di te.-
Avevo sempre sognato questo momento. Certo, non pensavo che il mio futuro ragazzo sarebbe stato un elfo, immaginavo un'atmosfera più romantica e non delle sbarre a dividerci, ma non mi sono mai sentita così vicina a lui e a nessun altro fino ad adesso.
Mi risuonano in testa gli ultimi versi della prima profezia e     tutt'un tratto riesco a decifrarli. Io sono innamorata e la perla si rivelerà solo se io sarò convinta di essere la drow. Se lo farò allora cambierò il mio destino. Potrei far rivelare la perla senza sangue, semplicemente credendoci... Oppure potrei farla rivelare con la mia morte. La seconda profezia non parla di una qualsiasi drow albina, non è altro che la continua della precedente.
Alyon si sbaglia. Non morirò all'alba di una guerra. Io sono la drow, io sono la prescelta. Sono innamorata e prendo nelle mani le redini del mio destino. Voglio vivere e ora la perla si rivelerà.
Come d'istinto porgo le mani a coppa. Una luce si sprigiona dai miei palmi, un misterioso vento mi fa scocchiare i vestiti. Io sono la drow. Una perla bianca giace tra le mie mani.

W.Concorso.Storie-Io solo la DrowWhere stories live. Discover now