Capitolo 3

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«Andrea ti muovi? È tardi» balzai dal letto. Mai stato così rapido in vita mia. Jun mi aveva avvertito, misi velocemente l'uniforme che comprendeva una camicia bianca, con il nome della scuola ricamato sulla tasca sinistra, per il momento ancora a maniche corte visto che faceva un caldo da morire, è un pantalone blu scuro, «arrivo» risposi, acconcia i capelli con la mia classica codetta, presi lo zaino, feci un sospiro, misto a curiosità e giusto un filo d'ansia e varcai la porta della mia camera.
Davanti a me trovai Seo-Yeon che mi aspettava battendo insistentemente il piede sul pavimento «a fare colazione, forza» ok, ho preso appunti, meglio non farla arrabbiare.
Lei indossava la mia stessa divisa solo che al posto dei pantaloni aveva una gonna che arrivava poco più sopra il ginocchio.

La colazione era piuttosto veloce, visto il mio ritardo, Ji-Woo era impeccabile come sempre, i due poliziotti erano già usciti per una chiamata urgente, mentre Hae-Ri frequentando un'altro liceo era già uscita di casa per incontrarsi con una sua amica e andare a scuola insieme

Il tragitto per la scuola era abbastanza breve, e nonostante il mio ritardo nel prepararmi arrivammo puntuali.

L'edificio imponente che si mostrava ai miei occhi sembra uscito da uno di quei drama che ero solito guardare insieme a mia madre, è un sogno che sto vivendo davvero, gli studenti intorno a noi si muovevano con sicurezza, una sicurezza che io non avevo, le mie mani iniziarono a sudare e il mio respiro si fece sempre più pesante, i volti intorno a me erano sconosciuti, tutti che parlavano e io non capivo una sola parola, «hey, Andrea, tranquillo, respira con me, ci sono io» la sua voce rassicurante mi portò alla realtà, il respiro iniziò a regolarizzarsi, e con passo incerto, insieme a lei varcai la soglia, il corridoio brulicava di studenti, chi si dirigeva alle classi, chi sostava davanti agli armadietti a fare due chiacchiere con i compagni.

«Tu ora devi andare dal preside, ti darà l'orario, il numero e il codice dell'armadietto»

«Vieni con me» non so dove sia la presidenza, Seo-Yeon non puoi abbandonarmi così al mio destino

Rise di gusto, sembravo un bambino impacciato.
Mi accompagnò alla presidenza, dove vi era un uomo alto, snello, con i capelli brizzolati, indossava un completo marrone scuro, e una cravatta rossa, era seduto dietro la sua scrivania maneggiando con la tastiera del computer, alzo la testa dal computer non appena sentì Seo-Yeon bussare sulla porta già aperta davanti a noi.
«Questo è Andrea, è un nuovo studente, è ospite della mia famiglia per questo sono qui» disse lei in coreano, molto educatamente

«Questo è l'orario, questo è il numero dell'armadietto e questo il codice, devi dire ai tuoi genitori di venire a firmare i documenti il prima possibile» continuò lui in tono pacato, lei prese i fogli che il preside porgeva avanti a sé, e con sorriso lasciammo quella stanza e ci incamminammo verso il mio armadietto nel mentre mi fece la traduzione in inglese di quello che era appena successo

I corridoi ormai erano quasi vuoti, tutti i ragazzi si dirigevano verso le rispettive aule, il mio armadietto era sempre più vicino e la mia mente non riusciva a fermarsi "non sono all'altezza, non posso farcela, se non mi trovassi bene? Se i compagni..."
«Eccoci, il 220 è il tuo armadietto» la voce di Seo-Yeon mi riportò con i piedi per terra, «sei di nuovo invaso dai pensieri, stai tranquillo, ti integrerai presto, a pranzo conoscerai i miei amici» sorrisi, ringraziando di averla al mio fianco, se non ci fosse stata lei probabilmente l'ansia mi avrebbe divorato

Misi ciò che non mi sarebbe servito per la prima lezione all'interno de quell'armadietto grigio scuro, e insieme alla mia amica ci dirigemmo verso la nostra classe, «Ci scusi il ritardo» disse lei rivolgendo un inchino all'insegnante «lui è Andrea, è un nuovo studente, ospite della mia famiglia, lo stavo aiutando con l'armadietto e a orientarsi un po'» continuò lei.
«Presentati pure» l'uomo davanti a me indossava una camicia nera, un pantalone blu e un paio di mocassini di pelle marrone scuro, era basso, pelato, e portava gli occhiali da vista. Presi coraggio, mi misi davanti alla cattedra e sperando che almeno le parole in inglese uscissero in modo chiaro e comprensibili alle orecchie dei miei compagni
«Sono Andrea, ho 17 anni, sono italiano, vengo da Firenze, spero diventeremo amici» finita la mia presentazione il professore ci fece cenno di prendere posto

Le lezioni passarono abbastanza in fretta per quanto la lingua univa alle mie orecchie fosse molto difficile Seo-Yeon si offrì di aiutarmi

Il suono della campanella annunciò la pausa pranzo, ci dirigemmo verso la sala mensa, dove alcuni studenti erano ancora in coda per prendere il pranzo, arrivato il nostro turno ordinai un semplice panino con una bottiglietta di coca-cola.

La ragazza di fianco a me cerco con lo sguardo i suoi amici, è seduto intorno a un tavolo vi erano un ragazzo e due ragazze che fecero segno di andare da loro
«eccoli» disse lei incamminandosi verso di loro, la seguì senza dire nulla

«Seo-Yeon, finalmente» disse una ragazza bionda con i capelli legati in una coda alta, «Lui chi è?» continuò la ragazza seduta di fianco a lei «si chiama Andrea, è ospite della mia famiglia»

«loro sono Yuna» indicando la ragazza bionda, «Aa-Ra» la ragazza seduta di fianco a Yuna
«lui è Tae-Hyun» indicò l'unico ragazzo seduto al nostro tavolo «gli altri due mi hanno abbandonato» disse lui sarcasticamente.

«Certo che quando vai a fare shopping con tuo fratello potresti anche chiamarci» disse Yuna a Seo-Yeon che aveva appena iniziato ad addentare il suo panino, «certo, così gli sbavi dietro e non mi calcoli»

«Ma lo hai visto bene? E bellissimo» continuò Aa-ra

«È mio fratello, lo vedo tutti i giorni, sfortunatamente, ewh come fa a piacervi»

«Fortunata» dissero all'unisono le due ragazze

«La sua vita sentimentale è triste, ci vedo solo ragnatele e tanta tanta polvere, pensa solo al lavoro visto che sia per lui che per papà a breve ci sarà una promozione, appena chiamano si precipita in caserma»

Le chiacchiere continuavano, e le parole pronunciate alle mie orecchie sembravano sempre più complicate, apprezzavo il fatto che per coinvolgermi ogni tanto usassero l'inglese

«Allora, Andrea, in Italia hai la ragazza che ti aspetta?» chiese il ragazzo

«No, ma in ogni caso una relazione a distanza non potrebbe funzionare» risposi, cercando non so per quale motivo l'approvazione di Seo-Yeon, ancora non li conoscevo bene, e non sapevo quale sarebbe stata la loro reazione

Tra una chiacchiera e l'altra la campanella per l'inizio delle lezioni suono, uno sciame di studenti si alzò dai tavoli per svuotare i vassoio e tornare alle classi

Le ore successive trascorsero veloci.

L'ultima campanella della giornata suonò, gli studenti si alzarono dai banchi, mentre tutti si dirigevano verso l'uscita tra chiacchiere e risate, ritirai i miei libri e quaderni, e aspettai che Seo-Yeon fece lo stesso per poter tornare a casa.

Insieme ci dirigemmo verso l'uscita
«Non è andata male vero Andrea?»

«No, pensavo peggio, non sono un tipo molto socievole»

La strada verso casa era leggera, io ero più leggero, il primo passo era stato fatto e forse non era andata poi così male.

L'altra parte del mondo... 한 걸음 떨어져 (A un passo)Where stories live. Discover now