Capitolo 3

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Aprii gli occhi lentamente , mentre ancora cercai di farmi una visuale di ciò che non era la mia stanza.
Tutto buio copriva quella piccola stanza o meglio dire quella piccola cella di cui ne ero a conoscenza solo tramite dei film horror ,ma stavolta la protagonista ero io.
Cercai di muovermi ,ma ero intrappolata da due catene pesanti fermate da chiodi su quelle mura ,dove velocemente scorreva del sangue..sangue fresco.
feci movimenti strani per cercare di liberarmi ,anche se consapevolmente sapevo che non poteva essere possibile.

-Ahiiii- urlai.

Abbassai la testa per guardarmi la pancia, un taglio lungo e netto su di esso ,mentre del cotone copriva lentamente a zig zag essa.
Piansi a dirotto con un mix di paura e sofferenza .

-Aiutooooo- urlai senza nessuna risposta.

Entrò di scatto quel mostro ,mentre si chiudeva alle spalle la porta di ferro a forma di arco.
Si avvicinó velocemnete a me poggiandomi quella mano fredda sulle mie piccole labbra bagnate dalle lacrime,
Facendo segno di zittirmi , per poi , con uno scrocchio , di dita chiudere tutte le luci che circondavano quella camera da tortura.
" e infine ti ucciderò "
Canticchió questo ultimo pezzo della sua orribile canzoncina.

[..]

Mi svegliai di scatto , ma stavolta mi ritrovai di nuovo nella mia stanzetta, era tutto normale e la prima cosa che guardai era quella ferita alla pancia..
La toccai lentamente, ma seppure c'era essa sembrava..come dire..pulita e curata.
Corsi velocemente in cucina , per chiamare la polizia , ma i fili erano stati tagliati a pezzettini , mentre la cornetta del telefono era stata bruciata.
Il mio cuore batteva pian pian più lentamente, sentivo che tra un momento all'altro sarei svenuta di nuovo ma la forza di richiudere gli occhi non mi passava per la mente.

Devo restare sveglia.

Cercai di aprire la porta ma era stata blindata , ero in una gabbia dove solo una persona poteva interagire con me, lui.
Ero un giocattolo al quale piaceva giocare, il suo preferito.
Corsi in bagno , ma trovai solo una scritta sullo specchio .
"Non andare via"
Ne col sangue ne con un rossetto che era posto su quel lavandino di ceramica rosa, era stata fatta se non ricordo bene di vapore, ma di vapore per causare questa scritta non c'era traccia.
Non sapevo più dove rifugiarmi, ormai ero consapevole di essere nelle mani di un assassino e quindi di cercare la salvezza non ne avevo più.
Guardai l'orologio ma il tempo si fermò, il può pendolo non picchiettava più quello che sarebbe stato un rumore d'abitudine.
Sentii pian piano una musichetta nel mio sgabuzzino, afferrai un coltello preso sul tavolo da cucina e mi avvicinai lentamente ,per ascoltare meglio quella musichetta.
Avvicinata allo sgabuzzino ,notai benissimo che sembravano tipo interferenze piuttosto che una canzoncina.

-Cosa vuoi da me?- piansi dalla disperazione -Spiegamelo- mi accasciai a terra strusciando ,vicino alla porta ,sbattendo le mani contro a essa.

"Uno due tre ti cercherò..."

non di nuovo ...

Mi alzai velocemente cercando di prenderlo alla sua insaputa, mi nascosi dietro alla porta che portava di nuovo nel bagno e aspettavo che velocemente quei passi e quella canzoncina si sarebbero avvicinati.

La porta del bagno si chiuse improvvisamente da sola e per altro sbattendo .
Impaurita e sopratutto sbiancata da questo gesto , cercai di aprirla lentamente per vedere meglio ciò che stava succedendo , ma una lama di un bisturi mi trafisse la spalla da farla insanguinare e svenire dal dolore.

"E infine ti ucciderò".

Blue Night.✨Where stories live. Discover now