Prologo

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Ci sono quei giorni in cui ti giri e vedi tutto quel branco di idioti, tutti uguali, e ti fa piacere essere diversa. Poi invece ci sono quei giorni in cui guardi sempre quegli idioti e li prenderesti a schiaffi perchè sembra che abbiano tutto. In quei giorni assomiglio ad una pazza isterica. Oppure quando litigo con mia madre. Mi rende isterica alla stessa maniera. Il giorno peggiore però, è la festa del papà. Quei ricchi bastardi hanno un padre che gli compra tutto quello che vogliono solo se piangono, o gridano facendo scenate.
Beh io un padre non ce l'ho. E non perchè sia morto. Ha messo in cinta mia madre ed è scappato. Non si è mai fatto vedere, ne ha mai chiesto di me.
Non so perchè mi dia fastidio, io quel l'essere lo odio. Lo so, non lo conosco, ma ci ha abbandonate. Io e mia madre c'è la siamo sempre cavata ma il pensiero di un padre mi è sempre piaciuto. E vedere come quegli idioti trattano da ingrati i loro padri mi da fastidio.
Bene, già che ci siamo facciamo le presentazioni.
Mi chiamo Abbi. Si con la I. Il motivo chiedetelo a mia madre. Io l'ho fatto e mi ha risposto "mi piaceva".
Ho quindici anni ma la mia seconda di reggiseno scarsa scarsa e il mio metro e sessantasei, sempre scarso, mi fanno sembrare una tredicenne.Mi sarà utile quando sarò vecchia.
Mia madre Katie, come ho già detto, è stata messa in cinta da un uomo che dovrebbe essere mio padre, a diciotto anni. Ora mia madre fa la manager per qualche star quindi ce la caviamo più che bene.
Ho un fratello Scott, ma lui vive in un altra città. Ha due anni in più di me, frequenta il penultimo anno. Mi scrive spesso. Siamo molto legati, nonostante ci vediamo solo d'urante l'estate. Lui è... Diverso. Capirete.
Nel mio liceo, Blackwood school, saremo circa trecento studenti. Di questi il mio gruppo è composto da cinque. Io, Nina, Jo, Mat, Andrew. Ci conosciamo dalle elementari. I loro genitori sono stati gli unici a non giudicare mia madre per essere rimasta in cinta così giovane.
Il fatto è che ne io ne i miei amici siamo come gli altri. Cosa direste se vi raccontassi che con un "movimento del polso" possiamo spostare le cose?

Unconditional.Where stories live. Discover now