44. Io non sono pronto per sentirti dire addio.

1.2K 46 12
                                    

HARRY's POV

Mi sistemai meglio la maglia leopardata, osservando il riflesso nello specchio di quella orrenda stanza d'albergo. Ero stato costretto ad andare in un albergo alquanto scadente una volta dimesso dall'ospedale, perhchè non avevo nessun'altro posto dove andare, o, per meglio dire, dove volessi andare. Appena uscito dalla clinica ero andato a comprare qualcosa di nuovo, qualcosa che non mi ricordasse costantemente il ragazzino che non mi apparteneva più. Quella maglia con la stampa poco convenzionale era una dei capi che mostravano la svolta dentro e fuori me, non avrei mai scelto una maglia che non fosse bianca o nera prima, e probabilmente avrei dovuto rimanere il vecchio Harry per oggi, dato che mi stavo preparando per un battesimo. Mi sistemai i capelli spingendo il ciuffo indietro come al solito, nonostante il look fosse molto appariscente me lo sentivo bene addosso, ma comunque inadatto. Stavo per togliermi tutto e optare per lo smocking che mi aveva comprato Louis qualche tempo prima, ma il bussare insistente alla porta mi fermò.

"Wow" Fu l'unica cosa che riuscii a dire Louis quando gli andai ad aprire, speravo fosse in senso buono. Indossava una t-shirt nera con una stampa rossa con sopra una giacca elegante, in tutto finito da quei dannati jeans attillati, che se fosse stato per me, in quel momento non sarebbero stati addosso a lui ma sul pavimento di questa dannatissima stanza d'albergo. Quello era il problema ogni volta che guardavo Louis, semplicemente dimenticavo tutti i nostri problemi, dimenticavo che ero in una dannata stanza d'albergo quando avrei potuto essere a casa con lui. Avrei solo voluto stargli lontano per un po' chiarendomi le idee, ma lui non rendeva le cose facili presentandosi da me ogni volta che ne aveva la possibilità.

"Che ci fai qui?" Chiesi andando a prendere gli stivaletti di pelle nera dalla valigia e mettendomeli.

"Ti porto al battesimo, Niall vuole che sei lì in anticipo" Si mise le mani in tasca e cominciò a dondolare sui piedi.

"Sì, lo so. Per questo ho prenotato un taxi che dovrebbe già essere qui" Sbuffai per l'ennesima volta guardando l'orario sul telefono. Niall e Eleonora mi avrebbero ucciso, ero il padrino ed ero in ritardo.

"Credo di averlo mandato via giusto due minuti fa" Guardò l'orologio e mi sorrise.

"Tu cosa? Come cazzo ci arrivo adesso?" Chiesi retoricamente. Di andare in macchina con lui non se ne parlava. Avevo bisogno di spazio e quello che ci sarebbe stato sulla macchina sarebbe stato decisamente troppo poco.

"Con me" Alzò gli occhi al cielo e continuò a sorridermi. Non avevo bisogno di un Louis affascinante oggi. Sapevo che voleva essere perdonato, ma io non ero pronto, per quanto lui continuasse a dirmi che non aveva fatto tutte le cose che mio padre mi aveva raccontato, non riuscivo a fidarmi completamente.

"Non lo stavo chiedendo a te" Sbuffai spingendo indietro i capelli che si ostinavano a voler cadere sulla fronte.

"Dubito che quello specchio abbia una macchina" Iniziò a ridere guardando il mio viso irritato attraverso il riflesso.

"Provare non costa niente. Muoviti!" Mi voltai verso di lui e lo guardai male, mentre lui continuava a ridere. Mi infilai il trench per completare il look e non sentire freddo. Nonostante la neve causata dal mese di dicembre imminente, Eleonora aveva voluto una cerimonia all'aperto e aveva detto di organizzarci di conseguenza, perché lei non avrebbe cambiato i suoi piani.

"Sapevo che avresti ceduto" Disse guardandomi soddisfatto. Il nostro rapporto era fatto così in quel momento, io che mi allontanavo, lui che si avvicinava insistentemente ed io che alla fine cedevo non troppo soddisfatto da me stesso.

"Come se avessi scelta. Datti una mossa o trovo il modo di richiamare quel dannato taxi" Lo strattonai per un braccio fino a condurlo fuori dalla stanza e giù per le scale. Decisi di non prendere l'ascensore nonostante le quattro rampe, non mi sarei riuscito a controllare in una spazio così piccolo insieme a lui. Continuavo a guardare il suo sorriso compiaciuto di tanto in tanto durante il percorso, e questo lo accresceva ancora di più quando mi beccava a fissarlo. Lui aveva un concetto tutto suo del darmi spazio e io avevo un modo alquanto strano nel respingerlo, che non funzionava affatto.

You save my life||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora