스물넷-sorting things

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Felix si avvicinò alla porta della stanza di Hyunjin, facendo un passo incerto. Bussò delicatamente, il suono del colpo lieve nell'aria silenziosa. «Hwang?» chiamò con voce timida, sperando in una risposta che non arrivò.

Dopo un attimo di pausa, sospirò profondamente, frustrato, e ripeté il suo nome con un tono più esitante. «Hyunjin... possiamo parlare?» Il suo respiro si fece più pesante, mentre attendeva una reazione dall'interno della stanza.

Felix osservò con attenzione la porta che si apriva lentamente, rivelando il volto di Hyunjin che spuntava da dietro. I suoi occhi erano privi di espressione, il suo sguardo distante.

«Vieni» disse con voce fredda e priva di emozioni, senza fare cenno a un sorriso o a un'accoglienza. Felix, senza indugi, fece un passo avanti e attraversò la soglia, entrando nella stanza, sentendo la tensione nell'aria.

«Cosa vuoi?» chiese Hyunjin, la voce secca e tagliente, senza nemmeno guardare Felix. Il biondo si girò lentamente verso di lui, sentendo il peso della tensione tra loro.

«Volevo dirti che mi dispiace per quella volta. Non volevo farti stare male.» rispose con sincerità, il tono carico di rimorso. Hyunjin sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e incrociò le braccia sul petto.

«Avresti potuto pensarci due volte» disse, la voce ormai più dura. «Non ti importa proprio di cosa avrebbero potuto passare gli altri?» Il suo sguardo era fisso e pieno di disappunto.

Felix lo guardò con occhi pieni di rabbia, il viso teso e i muscoli contratti dalla frustrazione. «Tu non hai fatto di meglio» disse con tono accigliato, la voce che tremava di indignazione.

«Quando quella notte mi stavi usando! Eh?! Di che cosa ti lamenti adesso?!» Le sue parole erano cariche di risentimento, come se un peso insopportabile fosse finalmente esploso, inondando la stanza di un'aria pesante e carica di tensione.

Hyunjin lo fissò intensamente, gli occhi che bruciavano di frustrazione. «E sto facendo di tutto per farmi perdonare,» disse, il tono di voce più intenso, come se ogni parola fosse una prova del suo sforzo.

«Ma tu non ne vuoi sapere niente!» Il suo respiro si fece più pesante, mentre si passava una mano tra i capelli, cercando di mantenere il controllo.

«Potrei aver esagerato, potrei anche aver parlato male riguardo al fatto che hai reagito esageratamente... ma sto facendo di tutto!» La sua voce tremava leggermente, ma non di debolezza; era la tensione di chi cercava di spiegarsi senza riuscirci completamente.

«Sei peggio di un bambino!» sbraitò Hyunjin, la rabbia che gli esplodeva nella voce.

«Non dai nemmeno la possibilità di chiarire!» Le sue parole uscirono rapide e taglienti, come se volessero ferire tanto quanto lui si sentiva ferito. Il suo viso era contorto dall'ira, e ogni muscolo del corpo sembrava teso all'inverosimile, pronto a scattare.

Felix rimase in silenzio, le parole che gli bruciavano in gola ma che non riuscivano a uscire. Hyunjin, intanto, abbassò lo sguardo, evitando di incrociare i suoi occhi.

Il suo volto sembrava più fragile ora, come se tutto il suo impeto fosse svanito in un istante.

«Vattene» disse infine, la voce rotta, quasi impercettibile, come se fosse stanco di lottare. Il suo tono era spezzato, carico di una tristezza che non riusciva più a nascondere.

Il biondino si avvicinò lentamente, il cuore che batteva forte nel petto. Con un gesto tremante, allungò la mano e la posò delicatamente su quella di Hyunjin, come se cercasse un contatto che potesse sanare la distanza che li separava.

Senza dire una parola, lo guidò dolcemente a sedersi su un divano nella stanza. Poi, si sedette accanto a lui, mantenendo una certa distanza, ma non riuscendo a trattenere un'espressione di preoccupazione sul volto. Entrambi rimasero in silenzio, immersi nei propri pensieri, con l'aria della stanza che sembrava più pesante che mai.

𝑆𝑝𝑦 - 𝐻𝑦𝑢𝑛𝑙𝑖𝑥Where stories live. Discover now