1. TI DISTRUGGERÒ

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[...]  E trae dalle gioie a lui negate cagion di strazio più aspro. Dunque, l'odio feroce lui raccoglie, e ne infiamma così la mente e il cuore: «Pensieri, dove mi spronate? E con quale dolce lusinga mi fate dimenticare che l'odio qui mi portò? Odio fu quello, non amore, non speranza di mutare inferno in paradiso, di cogliere piaceri, ma di distruggerli tutti. Non c'è gioia in me se non la gioia di colui che distrugge.»

JHON MILTON il paradiso perduto (Libro IX, vv. 469-479)

♰♰♰

Penitenziario di massima sicurezza di Alcatraz, l'isola del Diavolo, baia di San Francisco, California

Ricordai un muro di rumori assordanti: cancelli che sbattevano, acciaio contro acciaio, echi, echi, echi, echi... che non si arrestavano mai.

Ero stato collocato in un'ala buia, piena di detenuti che urlavano.

La luce del corridoio emanava dei flash a intermittenza, probabilmente era prossima a fulminarsi.

Sentivo sommesse le voci delle guardie mentre la mia mente vagava confusa tra i ricordi di quello che era accaduto nel pomeriggio.

A poche ore dal verdetto finale mio padre si avvicinò al mio viso, i suoi occhi di ghiaccio collisero con i miei.
Mi guardò: severo e spietato.
«Sei un qualcosa di talmente malvagio che nemmeno io avrei potuto creare.»
Lo osservai a mia volta, senza accennare alcun tipo di emozione.

Cosa avrebbe voluto che facessi?
Che mi mettessi a piangere, implorando il suo perdono? Mai.

Erano stati loro due a mettermi al mondo, consapevoli a cosa sarebbero andati incontro eppure non vi hanno dato alcun peso.
Mia madre, cocciutamente, si ostinava a pensare che avrebbe potuto cambiarmi ma un figlio nato dall'oscurità cresce in essa fino a diventarne l'emblema.

«Lei dov'è?» Chiesi a mio padre aggiustandomi la giacca del completo.
«L'ho chiusa in casa» rispose freddo.
«E pensi che questo possa fermarla?»
Accompagni quello scetticismo con un ghigno poco più che accennato ma sapevo che mio padre avrebbe colto la sfida.
«No, ma questo mi darà del tempo per pensare.»
Risi nuovamente scuotendo la testa. Lo vidi afferrarmi il colletto con entrambe le mani e tirarmi verso la sua faccia.

«Stammi a sentire, Kyan Isador» la sua voce si fece scura, i suoi occhi divennero gialli come l'oro fuso. «Non ti permetterò di distruggere altre vite. L'ho fatto in passato e non voglio che tu ripeta i miei errori.»
Mi scrollai di dosso le sue dita prima che arrivassero intorno al mio collo.
«Voi mi avete messo al mondo» risposi divertito. «Adesso ne pagherete le conseguenze»
Avevo la certezza che avrebbe voluto colpirmi ma non lo fece, eravamo in un tribunale e non avrebbe migliorato la situazione.

«Ti distruggerò» disse a denti stretti, minacciandomi.
«Se lo farai, lei distruggerà te» La mia risata gutturale echeggiò nella stanza. «Hai perso, papà.»

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IL FIGLIO DEL MALEWhere stories live. Discover now