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Il giorno che Sirius è scappato di casa si è presentato sulla mia soglia con un grosso livido sulla mandibola. Ricordo di aver sfiorato la pelle violacea con un sopracciglio sollevato, e lo avevo visto scuotere piano la testa, per poi farsi strada in casa. Si era accasciato sul divano con un sospiro, prima di chiedermi se poteva rimanere.
Solo qualche ora dopo, quando ormai avevamo cenato ed eravamo nella mia stanza, si era deciso a dirmi da dove venisse quel livido.
<<Regulus mi ha colpito...non sono neanche sicuro che sapesse cosa stava facendo, era senza bacchetta...>> Invece di continuare la frase, aveva scosso vigorosamente la testa, come a voler allontanare il ricordo di ciò che era successo solo qualche ora prima. Aveva tentato di raccontarmi cos'era successo, senza tuttavia riuscire a dipingere un quadro molto chiaro. Eppure, nonostante le sue dichiarazioni a mezza bocca e le risposte a monosillabi, riuscivo a immaginare perfettamente la situazione. L'avevo ascoltata dagli occhi tempestosi di Sirius per anni, ne avevo conservato i racconti sussurrati nel silenzio della torre, e soprattutto avevo avuto l'occasione di vederla con i miei stessi occhi, quell'unica volta che ero stato a casa Black.

E' con l'immagine di quegli occhi fissa nella mia testa e con le voci stridenti dei suoi genitori che avanzo lungo il corridoio, la scopa in una mano e la mia spilla nell'altra.  Sirius mi ha pregato di non farlo, ma ho dato la mia parola alla McGranitt e ho intenzione di mantenerla se significa far sì che Sirius sia il più lontano possibile da suo fratello.

La porta si apre prima che io possa bussare e la McGranitt mi fa cenno di entrare. Si accomoda dietro la cattedra e mi guarda in modo indecifrabile mentre deposito la scopa e la spilla dinanzi a lei. <<Sa, Potter>>esordisce, col solito tono misurato <<lei è incredibilmente ancora in grado di stupirmi. Cinque punti verranno assegnati a Grifondoro.>>

Devo avere un'espressione parecchio confusa, perché la McGranitt riprende a parlare: <<il suo è stato un nobile gesto Potter, per quanto inappropriato sia stato immischiarsi in affari che non la riguardano. Questa sera sarà in punizione con Regulus Black, e se tutto andrà per il meglio potrei pensare di farle riavere scopa e spilla prima del previsto. D'altronde, sarei molto delusa se Grifondoro non dovesse vincere la coppa di Quidditch.>>

<<Cominci pure a liberare un posto nel suo ufficio>>declamo con un sorriso smagliante <<quella coppa sarà qui prima che possa dire Pluffa.>>

Sono sicuro di aver visto un accenno di sorriso farsi largo sulle sue labbra, solo per un istante. Si ricompone talmente in fretta che potrei averlo immaginato e un attimo dopo mi sta già congedando.

~

Non so se dirlo a Remus. Non l'ho ancora rivelato a nessuno e miracolosamente nè James nè Sirius lo hanno ancora scoperto. Moony deve aver notato che mi sto torcendo le mani, per altro piuttosto sudate, da almeno dieci minuti, perchè ha sollevato lo sguardo dalla sua pergamena e mi sta scrutando perplesso.

<<Vuoi che ti aiuti con le traduzioni delle ultime Rune?>>

Scuoto la testa. <<No...anzi, sì...>>mi ritrovo a balbettare. <<Ecco io...>>

Remus posa la piuma accanto alla pergamena su cui stava scrivendo e getta un'occhiata al mio foglio, ancora quasi intonso. <<Stai bene?>>

Faccio sì con la testa, senza smettere di torturarmi le mani. <<Devo dirti una cosa>>mi decido ad ammettere. <<Ma non puoi dirla a Prongs e Padfoot>>.

<<Non so se voglio prendermi questa responsabilità>>borbotta Remus. Con un sopracciglio sollevato, squadra la mia espressione supplicante. <<Va bene>>capitola infine <<ma quando lo scopriranno non voglio che sappiano che io lo sapevo già, chiaro?>>

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