Capitolo 27

123 7 31
                                    

Chi dà luce
rischia il buio.
Eugenio Montale

⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅

Kathrine

Era tutto finito.

Alejandro era appena stato arrestato e Weston aveva accompagnato d'urgenza Claire all'ospedale. Gli agenti dell'FBI e della DEA stavano perquisendo la villa sequestrando droga e armi e arrestando gli uomini che lavoravano per Alejandro.

Poi, d'un tratto, sentii dalla radio di uno degli agenti una comunicazione molto importante: Xavier era stato catturato e arrestato. Perché sì, a quanto pareva mentre Alejandro era intento a torturare Claire, Xavier aveva capito che avrebbero presto arrestato il figlio, così decise di scappare.

Codardo.

«Kathrine White?» domandò un'agente dell'FBI avvicinandosi a me.

«Lei è in arresto per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti...» il resto giunse a me ovattato. L'agente mi afferrò le mani portandomele dietro la schiena per mettermi le manette.

Ero appena stata arrestata.

Ringraziai il cielo che non parlassi con la mia famiglia da anni. Non avrei sopportato il peso dei loro sguardi su di me. Sarebbe stato troppo.

Abbassai lo sguardo e mi concentrai sul pancione che ormai si era fatto molto grande.

Mancava poco al parto.

Era una questione di settimane.

Poche settimane e avrei dato alla luce mia figlia ma non avrei potuto stringerla tra le mie braccia, sentire il suo profumo o accarezzarla.

«È tutto chiaro, signorina White?» domandò con voce elevata l'agente e solo dopo che annuii con la testa mi iniziò a scortare verso l'esterno.

Avrei voluto facesse più velocemente così non avrei dovuto assistere a ciò che mi ritrovai davanti.

Non avevo versato una singola lacrima durante l'arresto per il semplice fatto che lo sapevo. Me lo aspettavo. Era inevitabile che accadesse ed era soprattutto giusto.

Di sicuro però non mi aspettavo di vedere lui in quelle condizioni.

Un urlo uscì fuori dalla mia bocca e cercai di liberarmi dalla presa dell'agente per correre verso di lui.

«Miguel! Miguel!» urlai invano sperando aprisse gli occhi.

Niente.

Non un singolo movimento.

«Ti prego, ti prego, devo andare da lui. Miguel!» continuai rivolgendomi prima all'agente e poi voltandomi nuovamente verso il corpo senza vita dell'uomo che amavo che veniva trasportato su una barella da alcuni medici.

Bastardo.

Quel bastardo aveva ucciso Miguel.

Miguel.

L'unico che mi avesse mai sostenuta e...amata.

Le lacrime percorrevano incontrollate il mio viso e il dolore che provai in quel momento fu inspiegabile.

E così, dopo anni, ero ritornata a sentire il bisogno di quelle pillole.

⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅

Otto ore dopo
Weston

Tutto in quella stanza era bianco.

Le pareti, il piccolo armadio, la scrivania e anche il letto che ospitava il corpo inerme di Claire.

UndercoverDonde viven las historias. Descúbrelo ahora