Capitolo 3- Cesar

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So che erano passate ore, ma Elliot. Mi. Aveva. Baciato.

Solo che pensavo non sarebbe mai stato qualcosa di più. Era evidente che provava sentimenti per Siria. In ogni caso, il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Elliot, ed io avevo già un'idea ben precisa sul cosa regalargli: una serata al cinema, cena ad un ristorante lussuoso e un maglioncino che mi chiedeva da mesi. So che non era molto, ma ci misi tempo.
«Cesar, vestiti elegante che oggi viene mia sorella Arya a mangiare da noi!» mi urlò Elliot dalla cucina.
«E va bene, così la conosco.» mi ricordavo benissimo di avere uno smoking davvero bello che mi avevano regalato in orfanotrofio, bastava trovarlo. Guardai nei mobili, nelle valigie e perfino nella camera di Siria. E alla fine lo trovai in bagno, insieme alla roba da lavare.
Avevo visto molte volte sua sorella, ma sono nelle videochiamate. Mi stava simpatica, se non fosse per il fatto che mi chiamava sempre "biondino". Speravo che non lo avesse più fatto.
Andai in camera e tolsi i vestiti che avevo prima (pantaloncini neri e maglia verde) e misi i vestiti eleganti per fare bella figura con Arya. Misi il gel per fare stare i capelli al loro posto e misi in ordine tutto, da cima a fondo. Da quello che so lei non aveva mai avuto una relazione, ma secondo me gli piacevano le donne.
Arya era una ragazza anche molto bella, aveva i capelli rossi e ricci, gli occhi azzurri pallido e un sacco di lentiggini sul viso. Aveva un modo di vestire davvero strano, si metteva sempre dei pantaloni spesso verdi militare larghi e una maglietta attillata sopra. La maggior parte delle volte nera. La sua voce era stupenda, si sentiva che era una bravissima ragazza. O almeno, sembrava. Aveva 19 anni come me, solo che era di un mese più grande. Aveva già mollato la scuola e faceva volontariato ai bisognosi, ma nel tempo libero andava a fare i graffiti per strada. Ascoltava un sacco di canzoni rap tipo Eminem e cose simili oppure canzoni romantiche. Ha sempre avuto una fila di ragazzi dietro, ma non ne ha mai accettato uno. Spesso parlava di delle ragazze che vede in discoteca o posti simili e di quanto se le sarebbe voluta fare.
Ad un certo punto, arrivò in camera Elliot, che sembrava sorpreso e imbarazzato a vedermi così.
«Cesar, che... Che bello che sei così.»
Gli feci un sorriso dolce e lo abbracciai. Stava tremando.
«Hai freddo? Stai tremando.» gli domandai preoccupato.
«si, ho solo freddo.» iniziava a diventare rosso, e si mise una mano sui pantaloni.
Io presi la mia felpa più calda e gliela diedi. «Ecco, tieni. Questa è bella calda e ti farà star bene.»
Diventò a cora più rosso, se la mise subito ma continuava a tremare. A quel punto lo presi e lo feci sedere sulle mie gambe.
«Continui a tremare, cos'è per caso ti piaccio?» iniziai a ridere pensando che fosse una battuta, ma li guardò a terra e non rispose.
Gli accarezzai il viso e iniziai ad avvicinarmi alle sue labbra rosse ciliegia.
«Cesar, Elliot venite. Tra pochi minuti arriva... Ho interrotto qualcosa?» ecco, arrivò Siria a fare la guastafeste.
«no, stavamo facendo gli scemi. Arriviamo!» Elliot scese dalle mie gambe e iniziò a correre in salotto. Io ero ancora lì seduto a pensare. Forse stava iniziando a provare dei sentimenti per me? O forse voleva solo illudermi. Questa domanda mi continuava a premere, così tanto che mi misi a piangere, i miei occhi si riempirono di lacrime e iniziai a lacrimare. Non durò tanto questo sfogo, dopo una ventina di minuti mi sciacquai il viso e andai a salutare la sorella di quell'angelo sceso in terra di Elliot.
Entrai in salotto e vidi Arya con un codino alto e un vestito nero da sera. Davvero una bellissima ragazza.
«Ehi, Biondino, eccoti!» mi venne ad abbracciare.
«Giuro che se continui a chiamarmi così mi faccio i capelli blu.» Iniziarono tutti a ridere, ma io non ridevo. «In ogni caso, sei molto più bassa di quello che pensavo.»
Mi guardò storto. «dai sono 1.61, ti ricordo che il tuo fidanzatino Elliot è alto tre centimetri in meno di me.»
Elliot gli tirò un coppino dietro la testa, «non siamo fidanzati, e poi non sono così basso.»
La vicenda andò avanti per ore, tipo metà giornata a discutere sull'accaduto. Ma io mi inventai un piano per capire se Elliot mi amava. Era geniale come cosa, e mi stupisco della mia intelligenza in quel momento. La settimana dopo sarebbe iniziato il mio piano. Con l'aiuto di sua sorella e Anthony. Anche io avevo un ruolo in tutto questo, dovevo comportarmi in maniera più distaccata in pubblico, ma da soli dovevo essere dolcissimo. Come già ero, a volte. Prima di tutto dovevo chiedere ad Arya di aiutarmi, quindi appena sarei stato da solo con lei avrei agito.
Il mio momento arrivò quando Siria andò a fare shopping con Elliot, ed il restai con lei.
«Arya, posso parlarti?» ero agitato, ma mi feci coraggio. «Mi piace tuo fratello, ma non so se lui prova lo stesso. Mi aiuti a capirne di più?»
«Certo! Ma penso che anche lui provi lo stesso, sai, spesso quando ti guarda ha la faccia innamorata.» esclamò con una faccia entusiasta. «Per me lui può mettersi con chi vuole, basta che non sia stronzo. Sei meglio tu di altri. Comunque, per aiutarti nel "piano" penso che inizierò a parlargli un po' di te e magari farò anche altro.»
La abbracciai, non sapevo come sdebitarmi. Era favolosa.
«Davvero, grazie, grazie mille! Troverò un modo per sdebitarmi.» dissi con il cuore a mille.
«Tranquillo, biondino. Lo faccio volentieri.»
Dieri che il piano sarebbe iniziato. Era molto semplice, Arya gli avrebbe iniziato a parlare di me e provare ad avvicinarci, io dovevo semplicemente stare al gioco.
La giornata passò, e ormai era il compleanno del mio amato.
Mi svegliai alle 5:30 del mattino per iniziare a preparargli la torta e fargli il pacchetto regalo con il maglioncino nero con le stelle bianco latte. Come torta feci una crostata di mele, che stranamente venne pure bene.
Passarono circa due ore, quando Elliot si alzò e si trovò me, Siria e Arya che lo aspettavamo in cucina.
«Buon compleanno, Elliot!» esclamò Siria, il corsi a prenderlo per mano e portarlo sul divano.
«Be', questi sarà il primo anno in cui potrò farti un regalo vero. E come regalo ti ho preso l'unica cosa con cui mi stressavi da ormai mesi.» gli occhi gli si illuminarono quando gli misi in mano il pacco regalo, non esitò un attimo a scartarlo.
«Cesar, davvero?»
«Certo che sì! Spero che ti piaccia, ci ho messo davvero tanto per trovarlo.»
Elliot mi corse addosso e mi abbracciò, stava piangendo dalla gioia. Era carinissimo, quei capelli rossi brillavano, e i suoi occhi erano dolcissimi. Il suo viso era ricoperto da delle lentiggini bellissime e le sue labbra erano rosse come una rosa, avrei voluto baciarle.
«Il ragazzo grande e forte ha pure un lato dolce a quanto pare.» ridacchiò Siria.
«Stai zitta.» mi appoggiai sulla testa di Elliot e feci il dito medio alla ragazza.«Ora preparatevi, andiamo a mangiare fuori.»
«Dove andiamo?» domandò Arya.
«Lo vedrete.»
Portai Elliot in camera e ci cambiammo. Io misi dei pantaloni neri, la camicia bianca a maniche corte e una giacca in pelle nera. Lui invece mise dei pantaloncini in jeans con ricamate delle stelle, una maglietta dei Nirvana e il maglione nuovo che gli avevo regalato.
«A quanto pare ti piace il maglioncino.» gli dissi.
«Me lo chiedi pure? ovvio!» mi prese per mano e mi diede un bacio sulla guancia. Probabilmente era in amicizia, ma era già un passo avanti!
«Ragazze, quanto vi manca?» chiesi a Siria e Arya che erano in bagno.
«si, poco... Aspettate sono un attimo che ci trucchiamo.» rispose Arya.
Bisognava sperare che non ci avrebbero messo due ore come al solito, ma stranamente ci misero solo due minuti. Come macchina prendemmo quella di Arya, una 4x4 nera, guidò Siria e nel frattempo c'erano le canzoni ad alto volume per tutta la macchina. Dopo circa 20 minuti arrivammo al ristorante, ma c'era qualcosa di strano nell' aria. Mi sentivo osservato, non ci diedi caso però. Entrammo e ci sedemmo al nostro tavolo.
«Ragazzi, vi va di giocare a obbligo o verità?» chiese Arya.
«Va bene, ma non per tanto.» risposi.
«Inizio io! Scelgo verità.» esclamò Elliot.
«Cosa provi per Cesar?»
«Penso che ormai la nostra non sia più solo....» prima che finisse la frase, qualcuno lo afferrò per il collo. Era Dimitri.
«Ma ciao, fratellino.» disse lo stronzo di turno. «Ora devi scegliere, la tua vita o quella del tuo amichetto?»

il modo il cui ti ho iniziato ad amare.Kde žijí příběhy. Začni objevovat