3° capitolo

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Nei giorni seguenti a questo avvenimento rilessi tutte la conversazione che avevamo avuto pensando di aver fatto qualcosa che non dovevo fare o detto qualcosa che non dovevo dire, ma dopo letto e riletto le chat non trovai niente che avesse potuto ferirla, così qualche giorno dopo la contattai con un: "hey ciao, come va?".

Ancora una volta mi lasciò il visualizzato senza una risposta, da lì in poi i complessi iniziarono a salire per capire se avesse fatto un qualcosa. Queste sensazioni si prolungarono per tutta l'estate, e per tutta la sua durata io aspettai un suo messaggio, un segnale, ma niente da fare. Quell'estate fu un vero e proprio inferno.

Il tempo passò e neanche tanto lentamente, e il giorno che temevo stava arrivando, stavo arrivando l'inizio della scuola, oramai settembre ere alle porte e l'ansia saliva. Non credo di aver provato mai questo tipo di emozioni, avevo l'ansia a mille, ma allo stesso tempo avevo paura di rivederla.

Come ogni anno prima dell'inizio della scuola come mio solito mi metto un po' a studiare tutti gli argmeti trattati l'anno precedente fino a quando un girono durante una sessione di studio matto e disperato come direbbe il Leopardi, sento una vibrazione proveniente dal mio telefono, vado a controllare... era lei, in quel momento penso che qualche fantasma mi abbia attraversato, mi venne un brivido lungo tutto il corpo, che partiva della testa e finiva alla punta dei piedi, il mio battito cardiaco che di solito è baso e costante ebbe un impennata mai vista prima e per non farmi mancare niente anche il mo respiro accelerò drasticamente tanto da farmi venire in fiatano anche senza aver fatto nessun tipo di sforzo fisico,.il suo ritorno avvenne con un "" hey, tutto bene?".

Questo messaggio mi provocò sentimenti molto contrastanti, il mio orgoglio pensò di risponderle in modo molto freddo e distaccato ma d'altro canto il mio cuore mi suggerì di rispondere come in realtà volevo fare, ovvero in modo gentile e contento di ciò che fosse avvenuto.

Alla fine scelsi una via di mezzo, alla fine scelsi di rispondere con un: "chi non muore si rivede", nei a questa mia esclamazione mi rispose con un: " sapevo che avresti detto una cosa del genere", ma per quanto volessi fare lo stronzo alla fine quel bel faccino mi rese impossibile mantenere questa mia decisione a lungo, infatti nel giro di qualche giorno tutto tornò come prima. Qualche giorno incominciò la scuola e il caso vuole che io da studente modello mi misi al primo banco, e lei si mise subito dietro di me. Da qui in poi inizia una bellissima e complicata storia... potrei definirlo come l'inizio di una splendida favola.

E per citare una delle mie serie tv preferite:"caro diario questa mattina è cambiato qualcosa, lo percepisco, lo sento, sono sveglio per la prima volta dopo tanto tempo e mi sento totalmente e indiscutibilmente sveglio, per la prima volta non mi pento di una giornata prima nocca che inizi, saluto il giorno perché so che la rivedrò".

Beh in quel periodo mi sentivo esattamente così, prima di esso la vita mi portò a chiudermi, costruire una corazza e non lasciavo trapelare una qualsiasi emozione, non lasciavo "entrare" persona, qualsiasi essa sia, ma lei lei era diversa, con la sua persona e la sua anima è riuscita a svegliarmi dal quel sonno lungo e apatico nella quale mi ero cacciato.

L'inizio della scuola può provocare diverse emozione nei ragazzi e nel mio caso ero pura felicità io amavo la scuola e non solo perchè c'era lei ma anche perché mi piace dar da mangiare alla mia conoscenza.

Le giornate scolastiche erano molto divertenti, oltre alle lezioni, avendo lei come quasi compagna di banco diciamo che non ci si poteva annoiare. Ne combinavamo di tutti i colori e molto spesso litigavamo per una qualunque cosa, ma non erano dei litigi in cui l'odio era vincitore, c'era dell'altro ma che non riuscivo a descrivere bene.

Una delle tante discussioni era perché lei aveva un posto libero al suo fianco, ma io volevo stare al primo banco, lei si incazzava ed io ridevo però a mia discolpa posso dire che qualche volta l'accontentavo e mi sedevo vicino a lei . Una di queste volte nella quale la facevo vincer successe una cosa che non mi era mai successo prima, lei all'improvviso mi prende la mano e incomincia ad utilizzarla come foglio e scrisse una cosa del tipo: "sei fortuitamente stupido. La tua stupidità è stupida e ora anche la tua mano lo è". Io quando lessi questa cosa scoppiai a ridere perché stavo iniziano a capire...

Qualche giorno dopo, durante l'ora di educazione fisica, mentre stavo giocando a ping pong insieme ad un altro ragazzo, mi chiamò una compagna di classe e mi disse che doveva parlarmi, andammo in un posto li vicino e iniziò a farmi un discorso del tipo " guarda che non devi tergiversare se la vuoi te la devi prendere, prima che sia troppo tardi", da li capii che in classe tutti vedevano un qualcosa che in realtà io e lei non avevamo ancora capito... sento queste sue parole la mia mente iniziò a viaggiare, e quando mi catapulto nel mio mondo tendo a isolarmi e non ascoltare nessuno, vengo letteralmente inglobato dai miei pensieri e per qualche minuto, o in quel caso molti minuti ignoro tutto e tutti. Non volendo lo feci anche con lei, naturalmente la sua reazione non fu delle migliori e per il resto della giornata nonostante fossi rinsavito non parlammo. Dopo la fine della scuola non passo qualche ora che subito le scrissi un messaggio nella quale le spiegavo che una nostra compagna di classe mi avevo fatto un discorso e lo stesso mi aveva fatto pensare e io quando penso divento una merda e ignoro tutti, non penso di aver chiesto mai così tante volte scusa in un solo testo nella mia vita. Al momento dell'invio non dubitai neanche un secondo, era troppo importante per me, e in quel caso l'orgoglio poteva andarsi a far fottere.

Fortunatamente subito chiarimmo e riprendemmo lo stesso rapporto di prima, anzi forse lo rafforzammo ancor di più.

In un tutto questo erano passate solo due settimane dall'inizio della scuola, quindi mi aspettavo un anno molto movimentato.

Ricordo benissimo un giorno, eravamo agli inizi di ottobre, ed era esattamente il 5 ottobre, un giorno che sembrava come tutti gli altri ma si rivelò uno dei giorni più belli della mia vita, tralasciando la giornata scolastica nella quale non successe quasi niente catapultiamoci all'uscita...

Una volta usciti da scuola io e lei prendemmo al strada di sempre, perché si piccolo particolare che non ho detto, dall'inizio dell'anno scolastico all'uscita era nostro solito stare un po' insieme, e comunque sembrava un giorno normale fino a quando all'improvviso iniziammo a parlare di abbracci, e dalla mia bocca usci che non avevo mai dato un abbraccio a qualcuno, lei allibita da questa mia affermazione si fermò e mi disse: "impossibile", in quel momento ci trovavamo esattamente in una stradina e lei istintivamente prese e mi abbracciò, in quel momento, esattamente in quel momento io capii di amarla, i nostri corpi si toccarono e il mondo mi sembrava girare, le gambe mi tremavano e il mio cuore stava impazzando. Prima di allora non mi provai mai qualcosa di così forte, di così puro. l'abbraccio durò qualche secondo, ma avrei voluto che non finisse mai, purtroppo ci staccammo e continuavo il tragitto, fino a quando le nostre strade si separarono, la mia verso la stazione e la sua verso la macchina della madre.

Una volta esserci lasciati, nel tragitto che mi portava alla stazione, decisi di scattare una foto e la pubblicai su Instagram con sottofondo la canzone dei The Frey She is, un pezzo nella quale più volte si ripete la frase "lei è la sola cosa della quale ho bisogno", lei la visualizzo e più avanti mi confermò che da lì lei capì che non era solo un amica ma qualcosa di più.

Da quel giorno in poi ogni volta che la vedevo anche da lontano il mio cuore da una situazione di calma apparente iniziava a battere all'impazzata.

Ogni giorno era un bel giorno perché potevo vederla, e ogni giorno riuscivo a conoscerla sempre un po' meglio. Il caso volle che il nostro prof di religione si prese un periodo di aspettativa perché non si sentiva bene, e nel dispiacere di quanto saputo d'altro canto ero contento perché l'ora di religione era sempre il lunedì all'ultima ora, e così ogni settimana il lunedì all'ultima ora uscivamo un'ora prima e quell'ora la passavo sempre insieme a lei, e ogni settimana facevano qualcosa di diverso, un'episodio che ricordo particolarmente è quando un lunedì uscimmo come sempre un'ora prima e decidemmo di andare a prendere un gelato, una volta preso andammo nella villa della città e passammo lì il tempo passeggiando, fino quando salimmo sulla collinetta della villa, una volta saliti ci sedemmo su un muretto che dava sul vuoto. Ci sedemmo uno di fianco all'altra e per caso guardammo in alto e io decisi di tirare fuori uno dei miei "fatti curiosi" ovvero che le foglie hanno una venatura centrale che può essere paragonata a una delle nostre vene centrali oppure alla vene che passa per il nostro anulare sinistro, quindi dissi che casomai qualcuno mettesse un anello a una foglia dovrebbero metterlo in corrispondenza nella nervatura centrale. Lei sentendo questa cosa si mise a ridere, poi iniziò a fare la stupida sporgendosi dal muretto, io per precauzione misi un braccio dietro di lei, come ulteriore barriera per non farla cadere, lei vedendo ciò prese il mio braccio e lo appoggiò sulla sua spalla, e così facendo appoggiò la sua testa su sul petto.

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