Tutta colpa del coniglio pasquale

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Camminava sicura, senza guardarsi intorno. Fendeva la folla con grazia, quasi come se fosse fatta di aria. Le persone si spostavano al suo passaggio, come se avvertissero il suo senso di urgenza.

Finalmente entrò nella piccola strada che portava alla sua meta. Si fermò davanti a un vecchio portone di ferro. Bussò tre volte, brevemente, poi ancora tre volte. Infine una sola volta. 
La porta si aprì. La figura alzò la testa per poter vedere in volto l'uomo che si stagliava sicuro davanti a lei.

"Sei in ritardo" disse atono.

La figura si tolse il cappuccio, rivelando una chioma riccia e scura, legata approssimativamente in una crocchia confusa. "Sei ripetitivo" sbuffò entrando.

"Perché sei sempre in ritardo" la rimbeccò l'altro, guardando che la strada fosse vuota e silenziosa. Una volta soddisfatto, chiuse la porta e seguì la ragazza dentro il locale.

"Allora, cosa c'è di così urgente da farmi mollare i miei studi, fratello?" chiese incrociando le braccia sul petto.

L'altro alzò un sopracciglio divertito. "Stavi solo facendo un rito di protezione, non un incantesimo complesso" la sbeffeggiò. 

La ragazza assottigliò gli occhi e lui si maledisse. Eppure sapeva di non doverla provocare.

"Allora, caro il mio genio, perché chiami me, dato che pari essere così ferrato in materia? Inoltre, come fai a sapere che stavo facendo solo un incantesimo di protezione? E poi, cosa vuol dire solo? Sto sperimentando un doppio incanto e quindi-"

L'uomo mise una mano avanti. "Ho capito! Santo cielo, quanto sei permalosa, intendevo dire che hai dovuto operare incanti molto più complessi. Comunque, è stato Cornelio a dirmelo" disse, indicando un enorme gatto nero appollaiato su un bancone da pub raccattato chissà dove, ma che l'uomo adorava usare come sua personale biblioteca.

Lei guardò il gatto, scuotendo la testa delusa. "Questo da te non me lo aspettavo, Cornelio. Niente tonno stasera" disse impietosa. Il gatto miagolò indignato e scomparve.

"L'hai fatto arrabbiare" la rimproverò l'altro.

"Ha fatto la spia, così impara. Adesso spara, che mi hai chiamato a fare?"

L'uomo sembrò imbarazzato. "Ecco... in verità, ti ha chiamato lui" disse indicando una porta da cui uscì un elfo molto alto, molto bello ed evidentemente divertito dalla sua espressione stupita.

"Tesoro" iniziò, venendo scagliato contro il muro da un incanto.

"Tesoro?" sibilò la ragazza "Tesoro? Ma io ti ammazzo!"  scattò, fermata dall'uomo, mentre l'elfo si rimetteva in piedi a fatica.

"Mollami! Te le stacco quelle orecchie a punta, stronzetto! Ti ho detto mollami, Marlo!"

"No. Adesso tu ti calmi, lasci che il tuo fidanzato si spieghi e poi ricominciamo."

"Non è più il mio fidanzato!" sputò furiosa, fulminando l'altro, che incassò la testa nelle spalle, come se lo avessero colpito. "Cinquecento anni, Lorian! Cinquecento! Dove cazzo eri finito?" sbottò allora sull'orlo delle lacrime.

"Mia rosa" iniziò timoroso "giuro che non è colpa mia" disse assicurandosi che l'altro la stesse ancora trattenendo. Era piccola, ma faceva paura.

"E di chi è allora? Del fantasma formaggino?" lo fissò sarcastica.

"Del coniglio pasquale" disse lui mortalmente serio.

Per un attimo nessuno osò emettere un suono. Poi lei guardò l'altro incredula. "Il... Marlo, ha detto coniglio pasquale?" chiese all'uomo che la fissava imbarazzato.

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⏰ Last updated: May 30 ⏰

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