Cosa memorabbile

89 7 0
                                    

In sottofondo c'è una canzone rock che rimbalza nelle pareti del piccolo pub in cui ci siamo fermati.
Anche se è Domenica è comunque festa e nonostante la poca gente non abbiamo rinunciato ad una birra tra amici.
Più che altro rimango ad ascoltare Giulio parlare ma con la consapevolezza che, se avessi detto qualcosa, avrei avuto la sua attenzione.
Anche se ci conosciamo da meno di sei mesi mi trovo più a mio agio con lui che con compagni di classe conosciuti tre anni prima.
Non che non voglia loro bene ma quando ci parlo ho l'impressione che non mi ascoltino davvero.
Da questo mi pare di capire di essere maturo per la mia età. Mentre gli altri vanno a ballare in discoteca io preferirei una chiacchierata al bar davanti una birra.
Giulio e io prendiamo posto al bancone. Lo osservo mentre saluta le cameriere per nome e quando entra il proprietario si mette a scherzare con lui.
Non riesco a capacitarmi di quanti amici abbia. Ma io non sono mai stato uno che ha molti amici.
Ho cominciato ad uscire alle superiori con dei compagni di classe. Non ho mai trovato dei veri amici e non sono mai stato molto di compagnia, più che altro trascorrevo i sabato sera con Elio e Gabriella per cercare di socializzare.
Poi hanno conosciuto Paola, nota per vendere roba buona, ma senza dubbio una brava persona anche se casinista.
Abbiamo continuato per quella strada per un po' poi ci siamo divisi.
È passato un anno e mezzo e credo di essere uscito dal giro appena in tempo.
Sono un tipo che ama pensare con la propria testa e le canne intorpidiscono la mente.
Ci siamo progressivamente allontanati anche se non eccessivamente.
Poi senza preavviso Gabriella decide di partecipare alla convention a cui volevo andare e mi presenta Giulio.
Mi sta subito simpatico e incontro altri ragazzi del suo gruppo, tutti sui 24 anni come lui.
Anche se il comportamento che ha può essere infantile scoprii che era l'opposto di Elio e Gabriella.
E dopo neanche pochi mesi ci ritroviamo qui nel piccolo Bee Rivers, nei quartieri storici della cittadina dimenticata in cui abitiamo, a parlare come vecchi amici del più e del meno.
Lui ordina birra per due e una vaschettina di calde noccioline speziate, le Kalahari Nuts.
Sono il paradiso sotto forma di noccioline e con la birra vanno giù che è una bellezza.
Rimaniamo per una mezz'ora a chiacchierare sorseggiando le nostre birre prima di uscire.
Riceve una telefonata di lavoro e si offre di riaccompagnarmi a casa con la sua macchina.
Quando se ne va sorrido.
Sorrido anche quando salgo le scale ed entro in casa.
Dopo anni passati da solo a immaginare i sabato sera che avrei voluto trascorrere avevo vissuto una di quelle fantasie.
Nonostante fosse stata solo mezz'ora, anche se erano solo due birre e una vaschetta di noccioline, sentivo un sentimento nuovo alla bocca dello stomaco.
Per una volta nella vita ero davvero felice.

Ooookay gente, la cosa numero uno è un ricordo.
Da notare che sono 500 parole ESATTE #LikeABBoss (due B per dare più enfasi u.u)
E quindi questo è tutto: un racconto flashbackoso a cui ho cambiato i nomi per non fare pubblicità a nessuno.
Spero non vi siate addormentati, sarebbe già un gran traguardo u.u
Ci vediamo alla prossima Cosa

Dalla mia mente malataWhere stories live. Discover now