CAPITOLO 11

62 5 10
                                    

MEGHAN

Dopo dodici minuti d'orologio sono pronta.
Ho messo dei jeans larghi e sopra una felpa, sempre larga.

Non voglio attirare occhiate o complimenti indesiderati anche se succederà lo stesso.
Sembra che tutti possano vedere le mie forme sotto i vestiti.

E questo mi irrita parecchio.

Se mi nascondo è perché non voglio essere vista, anche se non dovrebbe importare come mi vesto. Un vestito aderente non è un semaforo verde.

In ogni caso mi sento più al sicuro dentro a questi strati di vestiti.

Mi spruzzo un ultima volta la lacca sui capelli legati in una coda alta, è da diversi giorni che non faccio lo shampoo e la lacca serve a mascherare l'unto dei capelli.

Raggiungo il gruppo, e come immaginavo, Ethan mi squadra con disprezzo.

Avevo voglia di uscire?
Neanche un po'.

Ho deciso di aggregarmi a loro solo per dargli fastidio?
Sì.

Mi sono già pentita di averlo fatto?
Ovvio.

Lo rifarei?
Senza pensarci due volte.

Ethan, i suoi amici più una ragazza vanno insieme, mentre Norah insiste per venire con me.

La lascio accomodare di fianco a me senza problemi, anche se non la conosco si capisce che è una brava persona, gentile.
Non quel tipo di gentilezza falsa, ma quel tipo di gentilezza gratuita che non si trova spesso nelle persone.

Mentre guido mi capita decisamente troppo spesso di spostare lo sguardo sullo specchietto interno, per controllare dietro.

E tutte le sante volte incrocio lo sguardo di Ethan.

Mi irrita, c'è poco da fare. Non so spiegare bene cosa mi provoca tanto ribrezzo, tutto di lui mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Il modo in cui si atteggia, si crede superiore a noi comuni mortali, un dio sceso in terra.

Quando l'unica cosa che cade dal cielo a cui può assomigliare sono le feci di
piccione.

"Quindi ora te e Ethan vivete insieme, c'è insomma i vostri genitori sono una coppia e voi siete...fratellastri?"
Domanda leggermente imbarazzata.
Apprezzo il suo tentativo di iniziare una conversazione, ma se si tratta di Ethan mi passa subito la voglia.

"Esattamente"

Deve notare la mia espressione seccata al solo nominarlo.
"Non ti va a genio, vero?"

"Non è colpa mia se è uno stronzo"
Anche se non è solo questa la motivazione del mio rancore, decido di tenere per me il resto.

"Ethan uno stronzo?"
Ribatte girandosi verso di me totalmente sorpresa dalla mia affermazione.
"Ci sono due possibilità, o stiamo parlando di due persone diverse o ti stai sbagliando di grosso. Ethan è la persona più gentile e altruista che esista. Farebbe di tutto per le persone a cui vuole bene e non ha mai voltato le spalle a nessuno."
Inizia a elencare.

I suoi brillano talmente tanto, che temo le pupille possano diventare a forma di cuore.

"Poi no-"

Two Broken HeartsWhere stories live. Discover now