IL BATTESIMO DEL FUOCO

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La notte era oscura sopra le rovine di una città devastata dalla guerra. Simon si muoveva con cautela attraverso gli edifici in rovina. Ogni passo era misurato, ogni movimento calcolato. Non c'era spazio per l'errore in questo mondo di morte e distruzione.

«Simon, coprimi mentre cerco di ottenere una visuale dall'alto», disse la voce di Annabeth attraverso il comunicatore radio. Era la sua compagna di squadra d'eccellenza, una soldatessa dal cuore coraggioso e la mente affilata e in quel momento erano soli.

Simon annuì anche se non poteva vedere il suo gesto. Era abituato a fidarsi dei suoi compagni di squadra, e Annabeth era tra i migliori.

Le esplosioni risuonavano in lontananza mentre si avvicinavano al loro obiettivo. Il nemico non avrebbe concesso tregua, e loro non potevano permettersi di abbassare la guardia.

Attraversarono un cortile desolato, le ombre danzavano intorno a loro mentre la luce della luna filtrava tra le crepe nelle mura delle case. Il cuore di Simon batteva con ferocia nel petto, una miscela di adrenalina e paura che lo spingeva avanti.

«Ci sono movimenti al secondo piano», disse Annabeth, la sua voce trasmetteva una tensione controllata.

Simon si appiattì contro un muro di mattoni, il suo sguardo scrutava l'oscurità al di là delle finestre rotte attraverso la sua maschera. Osservò le ombre muoversi, individuando le silhouette nemiche.

«Pronti a impegnare il nemico», mormorò, preparandosi a sparare.

Le loro armi ruggirono, il fuoco illuminava il buio come lampi nella notte. Simon si muoveva con precisione, sparando con freddezza e determinazione mentre lottavano per guadagnare terreno.

Annabeth era un fulmine, veloce e letale. I suoi colpi erano precisi, mirati, come se avesse fatto un patto con la stessa morte.

Ma nonostante il caos che li circondava, Simon non poteva fare a meno di notare la determinazione negli occhi di Annabeth, la fede incrollabile nel loro obiettivo comune. In quel momento, si sentì più vicino a lei che mai.

Il fuoco continuò a bruciare intorno a loro, ma Simon sapeva che non avrebbero mai arretrato. Insieme, erano una forza da non sottovalutare, una coppia destinata a lasciare il segno nella storia di questa guerra senza fine.

«Vicino alla fine del corridoio, a sinistra», annunciò Annabeth, la sua voce attraversò il frastuono della guerra.

Simon annuì silenziosamente e prese una profonda boccata d'aria. Con passo deciso, si avventurò nel corridoio, con Annabeth alle sue spalle.

All'improvviso, un nemico sbucò da un'ombra, pronto ad attaccare. Simon reagì istintivamente, sparando con precisione chirurgica. L'attacco fu respinto, ma non senza costi. Una sottile linea di sangue scivolava lungo il braccio di Simon, un graffio insignificante.

Annabeth gli si avvicinò, il suo sguardo preoccupato incontrò quello di Simon. «Stai bene?»

Simon annuì, scacciando via ogni pensiero di dolore. «Niente di cui preoccuparsi. Dobbiamo continuare.»

Il loro cammino li portò attraverso un labirinto di corridoi e stanze, ognuno un potenziale luogo di pericolo. Ma insieme, erano invincibili. Si coprivano l'un l'altro, si sostenevano nei momenti di difficoltà, come due metà di un'unica anima combattente.

Finalmente, raggiunsero il loro obiettivo. Un bunker nemico, un bastione di resistenza ostinata. La battaglia raggiunse il suo culmine mentre Simon e Annabeth si precipitavano all'attacco.

Con un'audacia impareggiabile, aprirono la strada attraverso le difese nemiche, combattendo con furore e determinazione. L'aria tremava di tensione mentre si avvicinavano sempre di più al loro obiettivo finale.

Mentre Simon e Annabeth si avvicinavano al loro obiettivo, un improvviso e violento scoppio li gettò a terra. Il terreno tremava sotto di loro mentre detriti e fumo riempivano l'aria. Annabeth cercò freneticamente Simon tra il caos, il suo cuore battendo con una furia selvaggia nel petto.

Finalmente, lo vide, steso a terra, ferito ma ancora respirante. Con un grido di disperazione, si precipitò verso di lui, ignorando il pericolo circostante. Aggirò macerie fumanti e rottami, i suoi pensieri erano solo per Simon.

Con mani tremanti, Annabeth afferrò Simon e lo sollevò, ignorando il dolore che bruciava nelle sue membra. «Dobbiamo andare, Simon. Non possiamo rimanere qui.»

Simon annuì, la sua presa era debole ma ferma. «Non posso muovermi così velocemente.»

Con determinazione, Annabeth si aggrappò a lui e lo trascinò via dal pericolo imminente. Ogni passo era una lotta, ogni respiro un sforzo, ma non si fermarono finché non furono al sicuro, al riparo dal fuoco della battaglia.

Annabeth si inginocchiò accanto a Simon, le lacrime solcavano il suo viso sporco di polvere. «Stai con me, Simon. Non puoi lasciarmi.»

Simon la guardò, il suo sguardo pieno di amore e gratitudine. «Non ti lascerò mai, Annabeth. Siamo in questo insieme.»

ParlamiWhere stories live. Discover now