CAPITOLO 15

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Quella notte, a Corte


Nel vasto giardino, illuminato dalla calda luce delle lanterne, domina il silenzio. Come se la natura tutta esprimesse il proprio dolore. Le mie dita scorrono leggere lungo la grande cuccia celeste di Mimi, in cui riposava tutte le notti. Mi sdraio esattamente nel mezzo, dove solitamente si metteva lui. Lo sguardo è rivolto verso il cielo stellato – quello vero, a differenza di quello raffigurato sul baldacchino del mio letto. Lo osservo attentamente, scrutandone ogni angolo, mentre penso a lui.

"Eccoti qui."

È papà. Mi guarda con un sorriso per qualche istante.

"Vuoi un po' di tempo per te?"

Batto qualche volta la mano sull'enorme materasso, e papà si sdraia accanto a me. Guardiamo le stelle, insieme.

"Papà?"

"Mh?"

"Come si fa?"

Sospira, capendo perfettamente a cosa mi riferisco.

"Si sorride pensando che se n'è andato in pace, a seguito di un eroico sacrificio che mai sarà dimenticato."

"No, no. Non la risposta da generale. La risposta da Jing Yuan."

Si prende qualche secondo prima di parlare.

"La risposta da Jing Yuan, eh? Mi dispiace, ma..." – la voce si spezza – "Ma quella devo ancora trovarla."

Con le lacrime agli occhi, mi accoccolo fra le braccia di papà, stringendo con forza il tessuto della sua maglia per non scoppiare. Ricambia l'abbraccio, posando una mano sulla mia nuca.

Troppi pensieri mi affollano la mente:

'Perché deve esistere la morte, e arrivare sempre troppo presto?'

'Ora dov'è Mimi? Sta soffrendo? È felice? È immerso nel niente?'

'Ci sta veramente guardando da qualche parte?'

Come se mi avesse letto nel pensiero, papà parla di nuovo.

"Tante domande e nessuna risposta, quelle poche che riesce a darsi non sono mai risolutive... tale è la condizione dell'uomo davanti alla morte: può credere ciò che vuole, ma senza mai avere certezze. E forse, è proprio questo il suo appiglio più grande."

"Cosa significa?"

"Significa che quel che c'è veramente dopo la morte non è importante, tesoro. Potenzialmente può esserci qualunque cosa, dal nulla più totale a una nuova vita massimamente piena. Quindi, credi a ciò che ti rende più felice."

Rimango in silenzio per un po'.

"Allora, io credo... credo che questa notte, in cielo, ci sia una stella in più."


***


È passato qualche giorno dalla sconosciuta tragedia. Sì, sconosciuta, perché ufficialmente i morti sono stati poco meno di cento e il generale ha collezionato l'ennesima vittoria, sconfiggendo l'immortale Phantylia e sigillando l'albero di ambrosia e lo stellaron grazie all'aiuto dei celebri Trailblazers. Non che queste informazioni siano false, certo; ma sono colpevolmente manchevoli. Suona bene dire che ci sono stati poco meno di cento morti, ma è diverso specificando che i soldati che hanno combattuto erano centodieci. Inoltre, anche se si sa che il generale non sarebbe vivo se non fosse stato per il suo fidato leone, nessuno ha lodato il suo sacrificio. In testa riecheggiano le parole di uno dei funzionari, che sentendo della morte di Mimi ha detto: "Peccato, ma alla fine era lì per quello. Leoni ce ne sono a centinaia, lo rimpiazzeremo in men che non si dica."

Qualche persona più sensibile ha proposto a mio padre una piccola cerimonia in onore di Mimi, ma vedendo che la maggioranza della popolazione pensava solo a vantarsi di una vittoria ottenuta da qualcun altro, abbiamo deciso di rendere al nostro gattone il giusto onore privatamente. E così eccoci qui, qualche ora dopo la cerimonia per i soldati caduti: di nuovo a Scalegorge. Io, papà e i Trailblazers ci siamo recati nuovamente sul campo di battaglia su iniziativa di Dan Heng, che ci ha parlato di un tipico rito funerario che i Vidyadhara officiano per i loro animali.

Dopo aver collaborato con il papà per dare a Mimi una degna sepoltura, Dan Heng si dedica ad un'ipnotica danza rituale, che secondo la leggenda accompagna l'anima del defunto durante la reincarnazione o, in questo caso, il trapasso. Il suo corpo si muove leggiadro, ogni singolo passo trasmette un senso di pace e tranquillità. Due nastri turchesi legati al polso rispondono ad ogni movimento, avvolgendosi e librandosi armoniosamente nell'aria. Alla fine, Dan Heng consegna a me e papà un ciuffetto di peli argentei, probabilmente presi dalla criniera di Mimi.

"Stringeteli all'estremità." – inizia, con voce dolcissima – "Chiudete gli occhi."

Obbediamo.

"Concentratevi su Mimi. Visualizzatelo, come se l'aveste davanti a voi. Immaginatelo come lo vedete nei ricordi più belli che avete collezionato con lui."

Ricordo Mimi quand'era ancora un cucciolo: un coccolone di prima categoria, tanto che se avesse fatto le fusa sarebbe stato difficile distinguerlo da un gatto. Giocavamo insieme in giardino, io che lo addestravo a darmi la zampa o a girare su se stesso. Lo ricordo cresciuto, quando papà cercava di trasformarlo in un guerriero: è stato tutt'altro che semplice, ma ricordo la gioia di entrambi quando abbiamo visto che, pur essendo diventato un leone grande, forte e coraggioso, non aveva perso il suo lato tenero e divertente.

"Parlate con lui, ditegli tutto ciò che sentite nel cuore. Lui vi ascolterà."

'Oh, Mimi... sei andato via da così poco, eppure mi manchi già così tanto. Mi basta pensarci per sentire la tristezza invadere il mio cuore... ma voglio sorridere. Voglio che un giorno, quando qualcuno menzionerà il tuo nome, il mio primo pensiero non sia più la tua morte ma la tua vita: i nostri ricordi più preziosi e tutti i più bei momenti che abbiamo vissuto fianco a fianco. Voglio continuare a parlarti ogni tanto, come se fossi ancora qui e io potessi percepire la morbidezza del tuo manto e la vivacità dei tuoi occhi. È difficile; dannatamente difficile. Ma sarò forte, come te. Ti voglio un mondo di bene.'

"Ora, soffiate."

Soffio via il ciuffetto, che si disperde nell'aria. Vedo il riflesso del sole illuminare i crini, prima che il vento li porti con sé.

'Ciao, Mimi.'

A MODO TUO - HONKAI STAR RAILWhere stories live. Discover now