CAPITOLO 5

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"Rispettabile saggio," disse Gelsi, "ho paura di avere qualcosa che non va. Il fatto è che non sono come tutti gli altri."

Civetta aguzzò la vista. "E cosa avresti di tanto diverso?"

"Beh, ma si vede... i colori, ovvio!"

"Tutte le altre foglie sono verdi," intervenne Trillo. "Verde smeraldo, verde oliva, verde menta, verde muschio... un po' più scure, un po'più chiare, ma sempre verdi."

"Oppure rosse o gialle," aggiunse Rametto.

"Ma io..." sospirò la nostra amica, "sono combinata in questo modo. Ho un gran scompiglio addosso."

"E quindi?" chiese il Saggio.

"Beh, ma non è normale!" esclamò Gelsi, che cominciava a perdere la pazienza.

"E chi lo dice?" domandò la civetta.

"Tutti!" rispose la foglia.

"Tutti quelli che contano," rimarcò Trillo.

Rametto si schiarì la gola con un certo imbarazzo. "Alcuni hanno perfino detto che porta sfortuna."

"E voi ci credete?" chiese il Saggio.

Entrambi gli amici negarono con forza. "Mai, mai!" esclamarono in coro.

"Sul mio onore!" disse il pettirosso.

"Sul mio fiore!" aggiunse Rametto serio serio.

Il Saggio Civetta si avvicinò a Gelsi. La sua grande ombra l'avvolse e oscurò il cielo stellato.

Gelsi cominciò a tremare.

"Dunque, hai paura."

"Sì," pigolò la nostra foglia.

"La paura è come una grande ombra, come un muro tutto nero, come una parete di buio che ti paralizza; non ti fa vedere niente, e ti fa credere che dietro non ci sia nulla."

"È vero."

"Ma se tu fai un passo in avanti... e un altro ancora... sai cosa succede?"

"Cosa?" domandò Gelsi.

"Prova!" lo incoraggiò la civetta.

Gelsi, sospinto dalle ali di Trillo, si mosse in avanti... e poi ancora...

La grande ombra del saggio dovette indietreggiare, si inclinò all'indietro e infine scomparve.

Trillo, Rametto e Gelsi rimasero di stucco, quando videro apparire una grande e luminosa stella. La sagoma della civetta l'aveva nascosta fino a quel momento.

"Quando hai paura," disse il saggio, "fatti coraggio e va' avanti. Perché non importa quale sia il tuo problema: dietro la paura c'è sempre luce."

All'udire quelle parole, la stella si avvicinò loro, scintillante come una cascata di diamanti. E prese a parlare con una voce che era luce e rugiada insieme.

"Ho dato io quei colori alla tua Mamma Gemma. Sono unici, perché ognuno di noi è unico. Sono speciali, perché ognuno di noi è speciale. Quei colori sono un dono, non una sfortuna. La tua mamma ha dato la vita per farti nascere, cara foglia. Il suo grande amore mi ha permesso di fare questo. E ancora ti ama, da dietro il velo del cielo, e ti osserva, e sempre benedice ogni tuo passo."

Tutti avevano ascoltato commossi. Più di ogni altro Gelsi. Finalmente sentiva di avere trovato il proprio posto nel mondo.

"Ma ti dirò un'altra cosa," aggiunse la stella, "proprio per questo dono che tu possiedi, potrai aiutare gli altri."

"Come?" chiese la foglia.

"Questo dovrai scoprirlo da solo."

Foglie rametti e aliWhere stories live. Discover now