CAPITOLO 4

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"Per fortuna state bene!" esclamò Trillo.

"Beh, abbiamo fatto un bel volo," rispose Gelsi felice. "Non avevo mai girato in aria così forte!"

"Ho fatto dieci rimbalzi e tre salti mortali!" intervenne Rametto. "Gridavo agli altri rami: aiuto, fermatemi! E loro mi guardavano come se fossi impazzito."

I tre compagni scoppiarono a ridere.

"Ma il mio fiore si è tutto stropicciato," aggiunse dispiaciuto.

Dina si affrettò a sistemare i petali con il suo becco e il fiore di Rametto tornò come nuovo.

"Ti ringrazio!" disse il nostro amico.

"Grazie a voi, invece" ribatté la rondine. "Oggi ho imparato una grande verità: non bisogna mai avere fretta nel giudicare gli altri."

"A proposito di lezioni," fece il pettirosso, "sai se il Saggio Civetta possa riceverci? Lo cerchiamo per una questione importante. In effetti eravamo diretti da lui, quando ci siamo incontrati... volevo dire, scontrati."

"Ah sì, certo che vi riceverà. È una delle creature più buone e disponibili che io conosca. Ma non lo troverete a casa sua. In questo periodo si trova in ritiro sulla collina del Sacro Glicine a est. Dice che ha bisogno di imparare dal silenzio e dalla quiete, e così offre le sue preghiere per tutto il Bosco. Vi ci porto io, se volete."

"Il nostro incontro è stato fortunato!" esclamò Gelsi.

"Saremmo ammuffiti a furia di aspettarlo," gli fece eco Rametto.

"Davvero nulla accade mai per caso," mise il punto Trillo, con un gioioso frullo d'ali.

Così i nostri amici ripartirono verso la collina del Sacro Glicine. Dina reggeva Rametto, mentre Trillo portava Gelsi.

Arrivarono all'imbrunire.

Dispiaciuta, Dina dovette salutarli e ritornare al suo nido nella Grande Città vicina al bosco.

I tre amici erano molto tristi per quella separazione, ma si erano promessi che si sarebbero rincontrati alla prossima avventura.

E questo consolò i loro cuori.

Si presentarono al Saggio Civetta con inchini e riverenze, ma questi agitò le penne e, con una sonora risata, disse che non era necessario tutto quel lavorio di foglie, rametti e ali.

"Sono una creatura semplice," disse. "E semplice è la mia esistenza. Non cerco onori. Faccio il bene. Volare diritto: questa è la mia ricompensa."

I nostri compagni rimasero così affascinati da quel parlare, che non osarono dire o fare altro.

Il Saggio Civetta, vedendoli muti e immobili come sassolini, tuonò un'altra risata.

"Andiamo, andiamo, non state lì impalati! Siete arrivati fin qui con grande coraggio. Dopotutto è un lungo viaggio per giovanotti come voi. Come posso aiutarvi?"

Trillo e Rametto si scostarono da Gelsi, che rimase sola sotto il suo sguardo acuto.

Balbettando un poco, la nostra foglia iniziò a parlare.  

Foglie rametti e aliМесто, где живут истории. Откройте их для себя