cap 7

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ale's pov

Mi guardai allo specchio: perfetto, ero perfetto.
"Grazie mille, avete fatto un ottimo lavoro!" ringraziai le truccatrici e uscii la camerino, aspettandomi di trovare Marcolino lì in piedi.
Eppure...non c'era.
Iniziai a cercarlo, bussando in tutti i camerini e chiamandolo a gran voce:"Marcooo marco dove sei? dai non nasconderti, dove sei?".
Ad un certo punto un ragazzo dello Staff di nome Jeremy mi fermò e mi raccontò:"Alessandro, io forse so dov'è Mengoni, l'ho visto uscire di corsa dal teatro circa 5 minuti fa, ho notato che piangeva e ho preferito non disturbarlo ma so per certo che non ha più messo piede in questo teatro quindi è inutile che lo cerca qua dentro" mi spiegò.
Io lo ringraziai e corsi fuori a mia volta, guardai a destra e a sinistra ma tra tutte le persone accalcate fuori non ce n'era una che fosse lui.
Incazzato, salii in macchina e mi diressi verso il suo hotel, certo che l'avrei trovato lì.
Non avevo proprio idea di cosa avrebbe potuto farlo scappare via piangendo dal teatro e temevo che gli fosse successo qualcosa di molto brutto.
Una volta arrivato nei pressi dell'hotel, scesi dall'auto e andai dritto dritto davanti alla porta della sua stanza.
Bussai con forza e dopo qualche minuto Marco mi aprii.
Aveva il volto rigato dalle lacrime e sembrava distrutto.
Entrai e chiusi la porta dietro di me per poi abbracciarlo.
Ma quando le mie braccia si chiusero attorno al suo corpo lui si scansò innervosito.
"Cosa sei venuto a fare? Eh?" mi disse piangendo.
Io non capivo, non riuscivo a dare una spiegazione razionale a ciò che stava accadendo in quella stanza in quel momento.
Marco mi guardava sofferente, come se fosse una vittima e io il carnefice.
Continuavo a non capire e perciò mi decisi a parlare:"Sono venuto a vedere se stavi bene, lo staff ti ha visto correre via in lacrime e ho pensato che-" non mi lasciò finire la frase.
"Hai pensato che? Cosa hai pensato dimmi!" mi interruppe con fare rabbioso.
"Pensavo che ti fosse successo qualcosa di brutto...ma ehi, ora calmati, che c'è?"
cercai di tranquillizzarlo ma questa mia frase sembrò sortire l'effetto opposto.
Lui iniziò a scuotere la testa, camminando avanti e indietro per la stanza compulsivamente.
"Ale, Ale senti io-io credo di aver frainteso tutto" si accasciò a terra con la mani intorno alla testa, come per attutire una caduta.
"Cosa hai frainteso? Spiegami ti prego, così che possa aiutarti" lo pregai, sapendo che se non mi avesse detto nulla non avrei potuto aiutarlo.
"La foto, il post" indicò distrattamente il suo cellulare, che aveva abbandonato sul letto.
Subito lo presi e glielo portai:"Cosa? Quale post? Di cosa stai parlando?".
Lui prese a singhiozzare più forte e io ero in panico: non sapevo cosa stava accadendo e mi sentivo tremendamente impotente.
Con dita tremanti sbloccò lo schermo e mi mostrò una foto.
Era una foto di me e la mia cara amica Dua.
All'inizio non capii ma poi compresi il fraintendimento: avevo messo like.
Avevo messo like al post non perché nella bio ci fosse scritto che eravamo una presunta coppia ma semplicemente per il fatto che lei fosse una mia cara amica e quando avevo visto nella home la foto avevo messo mi piace senza leggere la bio.
L'avevo letta in seguito, ma non mi era venuto in mente di togliere il like.
Alzai lo sguardo su di lui e sorrisi:"Marco, marco ehi guarda che lei è Dua, è una mia cara amica".
Marco sembrò non crederci perché si alzò in piedi e scocciato urlò:"Alessandro mi dici per piacere cosa siamo noi?".
Io sbiancai.
"Pensavo stessimo parlando di me e Dua, ti posso assicurare che siamo solo amici" gli dissi, con voce tremolante.
"Ok Ale ci credo però mi sembra che mi stai prendendo un pò in giro non ti pare? Tutti questi segnali, il fatto che mi chiami Caro amico, boh non so cosa pensare!" mi spiegò, in preda all'agitazione.
Io mi calmai un attimo.
Io piacevo a Marco, e anche tanto.
Lui piaceva a me, e anche tanto.
Ma io non potevo far diventare la cosa ufficiale, non potevo e il perchè era piuttosto comprensibile: nessuno, a parte me e lui, sapeva che ero gay.
Forse qualcuno lo sospettava, c'erano molti pettegolezzi che giravano sul mio conto, ma in assenza di un mio coming out, non sono mai stati confermati.
Provai a spiegarglielo:"Senti, Marco, sai che è una faccenda delicata.
Io devo mantenere una certa immagine per i media e se rischiamo di farci vedere insieme o addirittura ci mettiamo insieme sai cosa potrebbe accadere sui social: una vera e propria tempesta" mi fermai un attimo perchè il suo viso sembrava un campo di battaglia.
Aveva gli occhi tristi, anche se le lacrime avevano smesso di scendere.
Feci per continuare il mio "discorso" ma lui non mi lasciò finire.
Se ne andò con un  "Ok ho capito grazie di tutto, ciao".
Rimasi solo nella sua stanza d'hotel.
Solo con me stesso e con i miei sensi di colpa

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⏰ Last updated: Feb 12 ⏰

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