02. Sono allergico ai gatti

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            9) Io cucino. Mallory apparecchia. Raven sparecchia. Peter lava i piatti;

            10) Cercate di essere degli esseri umani decenti e ricordatevi che non vogliamo scarafaggi tra i piedi, quindi siete pregati di mantenere la casa in ordine. "

           
Ci stiamo provando, davvero. Ma Azriel pretende troppo a volte.

Questa mattina mi sono svegliata tardi e ho già bussato tre volte alla porta del bagno, ma Peter è troppo impegnato a cantare Whenever, Wherever per fare caso a me.

Batto la fronte contro la porta e poi abbasso gli occhi verso lo schermo del cellulare. Sono le sette e mezza. Ho letteralmente meno di mezz’ora di tempo per prepararmi e fare colazione. 

«Peter, esci subito!», continuo a bussare come una forsennata. La musica si spegne e poi sento un fruscio dall’altra parte.

Dopo qualche minuto, Peter spunta davanti a me con un asciugamano intorno ai fianchi, il petto velato da perline d’acqua, i capelli gocciolanti che gli sfiorano le spalle e lo spazzolino in bocca. «Cosa c’è?», bofonchia arricciando il naso, infastidito.

Lo afferro per il braccio e lo fulmino con lo sguardo. «Fuori, immediatamente!», grido.

«Ma devo ancora mettermi la crema in faccia e asciugarmi i capelli!», protesta, il dentifricio gli cola sul mento e lui si pulisce con il dorso della mano, facendo un verso di disgusto.

«La tua faccia è perfetta così», rispondo, poi prendo l’asciugacapelli e glielo metto tra le braccia e sfilandogli lo spazzolino dalla bocca. Cerco di non andare su tutte le furie e trattengo un’imprecazione tra i denti.

Mi chiudo la porta alle spalle e poi guardo il pavimento.

«Il box della doccia andrebbe cambiato, comunque! Credo di aver allagato il bagno», osa dire.

«Se la smettessi di usare il soffione come se fosse un microfono, forse scopriresti che il problema in realtà sei tu», strillo, ma non ricevo più alcuna risposta. Probabilmente non ha neanche sentito ciò che ho detto, perché il piccolo stronzo è già andato via. Sa quando è il momento di levare le tende.




Mi sono fatta la doccia, eppure ho già la fronte madida di sudore e le punte dei capelli sono crespe e gonfie. Ho messo alla svelta il correttore per nascondere le macchie violacee sotto gli occhi e un po’ di lucidalabbra rosa. 

I miei fratelli sono già in cucina.

Peter sta guardando un paio di video divertenti su tiktok; Mallory mangia e guarda una puntata di The originals, la sua serie preferita, e Azriel fissa il vuoto mentre ingoia l’ultimo boccone di pane e marmellata.

L’ombra oscura che lo avvolge, il suo aspetto tenebroso e il suo sguardo omicida sono in netto contrasto con la sua colazione; no, non si ciba di anime in pena e non beve caffè amaro e nemmeno il cianuro. Ama la marmellata alle fragole e la spremuta d’arancia. Odia i pancakes, ma ama i french toast. Detesta il latte, ma ama il tè ai frutti di bosco. Odia le uova a occhio di bue, ma ama l’omelette.

A differenza dei miei fratelli, qualsiasi cosa mi mettano davanti, io la mangio senza fare storie. Un vago ricordo affiora nella mia mente. Rivedo mia madre ai fornelli, mentre cerca di accontentare tutti. Rivedo me stessa mentre do i pancake più belli a Peter e a Mallory e loro mi danno quelli più bruciacchiati. Poi vedo Azriel che scuote il capo e prende i pancakes più brutti dal mio piatto e mi passa la sua omelette. In questa casa, ancora oggi, non si butta niente.

Nostro padre ci ha insegnato l’arte del risparmio.

Da piccoli non potevamo scegliere che indumenti indossare, perché nostra madre sceglieva per noi. Dovevamo indossare vestiti dello stesso colore per tutta la settimana, in modo che potesse fare un’unica lavatrice, senza separare i capi e fare tre lavatrici diverse.

Wicked Game Where stories live. Discover now