Capitolo 3 - Attraverso lo specchio

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«Ti aiuterò a trovare il Tardis, ma niente di più.» avevo replicato con fermezza prima di coricarmi – stavolta sul letto, accanto a lei – dandole le spalle e mettendo fine alla conversazione.

Tuttavia, non chiusi occhio e mi alzai che era quasi l'alba.

Dopo essermi assicurata di essere l'unica già sveglia, mi diressi verso il bagno. La casa era silenziosa e immersa nella penombra.

Feci più piano possibile e non chiusi neppure la porta per paura che il rumore della serratura potesse ridestare mia madre, la cui stanza era proprio lì accanto.

Guardai il mio riflesso nello specchio e sospirai.

Il viso, di solito di un bel colore bronzeo, era pallido e ciò non faceva che accentuare le profonde occhiaie che circondavano gli occhi scuri. Non mi soffermai troppo sui lunghi capelli corvini – legati in una treccia disordinata – o avrei avuto un tracollo già di prima mattina.

Mi lavai la faccia e mi asciugai con il l'asciugamano verde muschio.

Solo allora la notai.

Con la coda dell'occhio scorsi una presenza alle mie spalle.

Ancora intenta a tamponarmi il viso, mi paralizzai all'istante e rimasi a fissarla, scioccata: c'era una bambina a spiarmi dallo spiraglio della porta. Aveva un fiocco tra i capelli e teneva un palloncino rosso in mano.

Mi voltai, ma sulla soglia del bagno non c'era nessuno. Tornai lentamente a guardare lo specchio.

Lei era ancora lì.

Agii d'istinto: balzai in avanti, il pugno già proteso contro il riflesso della bambina.

Seguì un fragore cristallino che riecheggiò nel bagno e mi graffiò le orecchie. Mi pentii all'istante di non aver chiuso la porta: probabilmente tutti avevano sentito e mi avrebbero presa per pazza.

Tenni la mano ferita con quella sana e rimasi ferma – sotto shock – per quella che mi parve un'eternità, poi Doc mi raggiunse come una furia.

«Cos'è successo?» chiese guardando prima i frammenti nel lavandino e poi la mia mano.

Vedendo che non le rispondevo, mi prese per le spalle e mi costrinse a girarmi.

«Sin, cos'è successo?»

Deglutii.

«C'era qualcosa...nello specchio.» buttai fuori. Non mi ero neppure resa conto di aver trattenuto il fiato.

Annuì comprensiva e si concentrò sui tagli.

«Nulla di grave, stai tranquilla.» mi rassicurò. «Ora ti porto da Senajit e glieli facciamo vedere, okay?»

«Okay...» mormorai ancora leggermente intontita. «Lui abita nella casa accanto.»

Mi guidò fuori dal bagno – dove potei constatare che nessun altro si era accorto della mia follia momentanea – e poi fuori.

L'aria mattutina bastò a farmi tornare in me.

«Sto impazzendo, non è così?»

Seguimmo il sentiero di ghiaia fino al cancello e, una volta varcato, arrivammo nel giardino dei miei zii.

«No, sono sicura che ci sia un'altra spiegazione.» rispose Doc. Si fermò di botto, costringendomi a fermarmi a mia volta. «Tempo fa...» iniziò tentennante. «C'era questa famiglia, chiamata la Famiglia del Sangue, che voleva diventare a tutti i costi immortale. Iniziarono a darmi la caccia e molti innocenti morirono. Alla fine, diedi loro quello che volevano: li resi immortali e intrappolai Figlia in ogni specchio...»

Doctor Who: The girl who stayed | wlwWhere stories live. Discover now