•Prologo•

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I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato.
-Keith Haring

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Jungkook

Sono in molti quelli che sostengono la tesi che i bambini non capiscano appieno il vero senso dell'amore. Amore inteso non come affetto verso i propri genitori o la propria famiglia ma amore nel senso di relazione, di affetto verso un qualcuno esterno alla propria quotidianità.

Se chiedi ad un bambino cosa pensa di quello che c'è tra i genitori, ti risponderebbe che è amore, che si amano e dalla loro unione è scaturito lui o lei. Ma alcuni bambini sono più audaci, più svegli e sanno benissimo che nell'amore rientrano anche i bacetti che si danno i compagnetti a scuola o le toccatine meno pudiche che vedono fare dai fratelli più grandi.

Tutto è amore. In varie forme, in vari modi, in tanti sensi.

Io ero un bambino che non faceva parte di quelli più svegli e audaci e non perché sono malato ma perché non avevo avuto modo di vedere tutti quei comportamenti che gli altri prendevano come esempio. Mio padre l'avevo visto una, massimo due volte e in atteggiamenti per niente amorevoli nei confronti di mia madre e i miei fratelli portavano a casa tante ragazze ma nessuna, nessuna rimaneva abbastanza per conoscerne addirittura il nome.

L'unica forma di amore che mi veniva mostrata era quella con mia madre e con i miei fratelli e con Jen, la mia unica sorella. Eppure posso affermare, dalla bassezza della mia poca esperienza, che io ho conosciuto l'amore della mia vita quando avevo appena 8 anni.

Lei era bellissima, un angelo etereo sceso dal cielo per bearmi della sua presenza. Oltre essere bello, il mio angelo, aveva un sorriso che illuminava qualsiasi luogo. Era alta, non quanto me ma ci si avvicinava, longilinea e su quelle piccole spalle, si stendevano i capelli lunghi e marroni.

L'ho amata fin dal primo momento, costruendomi una fortezza sulla base di quei sentimenti che ho nascosto per mesi ai suoi occhi profondi. Si dice sempre che gli occhi chiari siano prediletti per scorgere l'anima delle persone, eppure io nei suoi, scuri come il miele più grezzo, ci vedevo i prati più belli. Quelli che circondavano il cottage e che mi mozzavano il fiato, in primavera, quando venivano ricoperti dalle piante di lavanda.

Tanto quanto l'amavo, ho iniziato ad odiarla quando ha buttato giù la mia fortezza a colpi di cannonate, lesive e profonde, che hanno lasciato cicatrici sulla mia stessa pelle. In parte la colpa è anche mia, non avrei dovuto volare troppo in alto con la fantasia ma la sua parte, la sua colpa, ha la fetta più grande e quella più distruttiva.

The Multifaceted/H&K Series 2Where stories live. Discover now