26. finché ci sei tu starò bene

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Dopo cena, decisero di dirigersi verso un bar che aveva aperto da poco, di cui tutti i ragazzi che frequentavano la loro università non avevano fatto altro che parlare nell'ultima settimana. Hyunjin decise di sacrificarsi e salire in moto con Minho, abbracciando tutti come se fosse l'ultima volta che li avrebbe visto e ricordando ad ognuno di loro che li aveva amati profondamente.

«Come se fosse la prima volta che sali in moto con me» aveva replicato Minho ruotando gli occhi.

«Sei così pericoloso? Mi dispiace per Hyunjin» lo aveva preso in giro Jisung, con il sorrisetto che faceva sempre innervosire Minho.

«Se non fosse che Hyunjin ha già il casco, farei salire te» aveva replicato. «Al ritorno ti porto a casa io. Sarà la tua fine.»

Minho adesso stava guidando, ripensando a Jisung e al ragazzo-scoiattolo. Si sentiva profondamente confuso. Era sicuro dei sentimenti che provava per Quokka: ogni giorno che passava si sentiva sempre più legato a lui. Eppure Jisung lo stava confondendo. Il rapporto che stavano costruendo lo riempiva di dubbi. Temeva le strane sensazioni (ormai non più una novità) che provava quando erano insieme e Jisung gli diceva qualcosa di particolare, lo prendeva in giro, oppure lo guardava e basta, con quel suo strano modo di fare che lo metteva sempre a disagio. Si sentiva un bambino che imparava a fare i primi passi verso qualcosa di conosciuto e temuto quando era con lui.

È possibile provare dei sentimenti per due persone allo stesso tempo?, si chiedeva e si sentiva uno stupido. Gli sembrava di star tradendo i sentimenti che provava per il ragazzo-scoiattolo ogni volta che Jisung faceva battere il suo cuore un po' troppo forte, che lo riempiva di brividi con un solo tocco o, peggio ancora, con il suo sguardo intenso e luminoso, come se volesse imprimersi il suo volto nel cervello.

Non era da molto che erano così vicini. Certo, erano sempre andati d'accordo, ma dopo la serata di Halloween le cose avevano preso un andamento diverso, per poi crescere in un battito di ciglia. Sembrava quasi che Jisung avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti da un giorno all'altro, dopo averlo studiato a lungo, in silenzio e in disparte. E Minho lo aveva accolto a braccia aperte senza nemmeno rendersene conto.

«Minho, penso sia quello il bar» disse Hyunjin, indicando un'insegna luminosa che recitava Paradise.

«Sì, avevo visto» mentì Minho pur di non dare soddisfazione al suo migliore amico, che gli diede un pizzicotto sul fianco. «Non mi disturbare! Sto guidando e se non vuoi morire devo rimanere concentrato.»

«Gne gne gne. Voglio vedere come sarai concentrato quando riporterai a casa Jisung e lo sentirai stringerti in questo modo i fianchi!» esclamò Hyunjin, circondando la vita di Minho con le braccia. «Oh, Minie, guidi così bene!~»

Minho sbuffò. «Mi spieghi perché sei così ossessionato da me e Ji?» gli domandò, mentre parcheggiava la moto.

«Perché siete carini, Minie» lo prese in giro. «Il soprannome della felicità!»

Minho sentì il viso andare a fuoco. «Adesso smettila, si stanno avvicinando.»

«Hai paura che Ji scopra la...» Hyunjin non riuscì a finire perché ricevette un calcio nella caviglia. «Ahia!» gridò e si piegò in due, fingendo un pianto disperato e attirando l'attenzione dei ragazzi fuori dal locale.

Minho roteò gli occhi. «Scusatelo, è solo scemo.»

«Te ne pentirai, Lee Minho!»

Subito dopo la macchina di Chan entrò nel parcheggio. I ragazzi scesero e rimasero sorpresi nel vedere l'espressione sofferente di Hyunjin. Changbin gli si avvicinò e gli diede qualche pacca sulla spalla, cercando di trattenere le risate mentre il corvino lanciava offese a bassa voce verso Minho.

ikigai - minsungWhere stories live. Discover now