capitolo 2 - "Expecto Patronum!"

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Fu svegliato da un improvviso cambio di temperatura.

Ad un tratto sentí un freddo glaciale penetrargli le ossa, facendogli contrarre dolorosamente i muscoli della schiena.

Poi, si accorse che il treno si era fermato.

Cercò di concentrarsi sui rumori intorno a lui, per capire cosa stesse succedendo. La prima cosa che udí fu il rumore della pioggia che picchiettava conto il vetro del finestrino.

Stava piovendo.

Dopo, notó un vociare sommesso accanto a lui.

Probabilmente qualche studente era entrato nella carrozza mentre lui era addormentato.

Dopo pochi attimi il freddo si intensificó.

Dissennatori

Fu il primo pensiero che gli balenó in testa.

Ma cosa diamine ci facevano i dissennatori sull' Hogwarts Express!?, si domandò.

Mise da parte le domande e aprí un occhio, quello che spuntava dal mantello che gli copriva il viso.

Non vide l'abbagliante luce che si sarebbe aspettato. Era tutto buio, nero pece.

Si mise seduto diritto, sull'attenti, non prestando attenzione alle voci nella carrozza, che gli arrivavano ovattate.

Subito capí che si trattava dell'effetto dei dissennatori. Normalmente la loro presenza avrebbe fatto provare alle persone un immediato senso di infelicità e profonda tristezza, quasi come se non avessero potuto più essere felici.

Ma non era la stessa cosa per lui.

Da quando aveva perso tutti, il suo cuore si era congelato tanto da non riuscire più a provare gioia, perciò l'unico effetto che i dissennatori avevano su di lui era uno stato di distacco e lontananza dalla realtà.

Cercando di mantenere la calma e l'autocontrollo, nonostante la sensazione di stordimento, si alzò in piedi, udendo ancora a malapena le voci nella carrozza.

Dopo qualche secondo in cui stette immobile -e i suoi occhi si furono abituati al buio- vide un movimento fuori dalla cabina, attraverso il vetro della porta.

Lentamente spuntò un'ombra scura, poco distinguibile, e dopo pochi istanti una mano scheletrica inizó piano piano ad aprire la porta scorrevole.

<<Silenzio!>> disse agli studenti nella carrozza in modo autoritario e deciso, la voce ancora roca a causa del sonno.

I rumori nella cabina si fermarono.

Sulla porta ora si stagliava un alta e imponente figura scura. Il viso era coperto da un cappuccio, che proseguiva lungo il resto della creatura in un grande mantello che arrivava fino a terra. Non aveva piedi appoggiati al suolo, ma sembrava fluttuare.

Entrò nella cabina avvicinandosi ai passeggeri.

Remus era pietrificato.

Nonostante l'influenza minore che avevano su di lui, non aveva moltissima esperienza con i dissennatori, li aveva incontrati solo poche volte in vita sua.

Intanto, il dissennatore si avvicinò a uno degli studenti, anche se nel buio Remus riusciva solo a scorgere la sagoma indistinta di quest'ultimo.

Quando la creatura si trovò a pochi centimetri dallo studente, apparentemente altrettanto pietrificato, spalancò la bocca, iniziando a risucchiare il viso davanti a sé.

L'urlo del ragazzo squarció il silenzio.

Allora Remus sembrò risvegliarsi dallo stato di trans, e prontamente tirò fuori la bacchetta.

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