Paziente n° 74905

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ENEA F. (classe 1888)
Ammesso il 20 febbraio 1902
Diagnosi: mutismo transitorio da trauma affettivo

20 febbraio 1902
Il paziente è arrivato da noi il 20 febbraio 1902. Smarrito, disorientato, in stato di depressione assai grave, si dimostra sordo a ogni stimolo. Il suo volto è inespressivo. Non ci guarda, non emette neanche un suono. Ha smesso di mangiare e non si alza dal letto. I genitori sono stati costretti a portarlo in clinica per curarlo, ritenendolo pericoloso a sé stesso.

21 febbraio 1902
Il paziente non parla né spontaneamente né interrogato. Mette le gambe penzoloni dal letto e non si alza. Non mangia, deve essere imboccato. L'inespressività del suo volto lascia spazio a quella che sembra sofferenza.

23 febbraio 1902
Il paziente ha dormito e si è nutrito da solo. Ha risposto alle domande. Sembra sia scosso per la sparizione del fratello, avvenuta qualche anno fa. Si sente in colpa.

M. Medico
P. Paziente

M. Come ti senti oggi?
P. Suppongo bene
M. Ne sei sicuro?
P. No
M. Sai che giorno è oggi?
P. No
M. Ricordi quando sei venuto qui?
P. No
M. E quello che è successo prima?
P. È stata colpa mia
M. A cosa ti stai riferendo?
P. La sparizione di mio fratello
M. I tuoi genitori ce ne hanno parlato, dev'essere stato un duro colpo per te
P. Loro mi odiano
M. Ti hanno portato qui per aiutarti, ti vogliono molto bene

1° marzo 1902
Il comportamento del paziente sembrava essere migliorato. Parlava, anche se poco. Mangiava. Dormiva. Da qualche giorno ha assunto un comportamento subeccitato, insonne, confuso e talvolta violento; non mangia se non imboccato. È stato inviato in un reparto più isolato, dove non può nuocere a nessuno.

10 Marzo 1902
Il paziente se ne sta sul letto. Non mangia. Non dorme. Parla poco. A volte ha degli scatti d'ira. Indica alcuni angoli della stanza e dice che qualcuno lo sta cercando. Una certa Orsante. Abbiamo cercato di calmarlo, ma non vuole dormire. Il suo volto è deperito.

M. Medico
P. Paziente

M. È già un po' che sei qui con noi, come stai?
P. Mi hanno abbandonato qui
M. A chi ti stai riferendo?
P. Ai miei genitori
M. Cosa te lo fa pensare?
P. Mi odiano perché ho fatto sparire il loro figlio preferito
M. Vogliono solo aiutarti
P. Non l'ho controllato, è stata colpa mia
M. Non lo pensano
P. Ma lo sanno

15 Marzo 1902
Il paziente sembra essersi tranquillizzato. Mangia e dorme quando deve. Non ha avuto più scatti di rabbia. Parla con gli altri pazienti. Se continua così potrebbe uscire molto presto, riformato.

20 Giugno 1910
Il paziente ha compiuto venti anni. Non sembra felice. È qui ormai da molti anni. È un continuo sali e scendi di cadute nella depressione. Non parla, non mangia e non dorme per giorni. Poi sembra tornare in sé. Non è ancora guarito. Non è riformato. Oggi non parla molto, ma è in sé. Forse il fatto che i genitori non siano venuti a fargli visita lo ha ferito.

8 Settembre 1913
Il paziente era in corridoio. Tremava ed era rannicchiato a un angolo. Una pozza di piscio era ai suoi piedi. Non voleva farsi avvicinare da nessuno. Urlava cose come che nessuno poteva rapirlo. Che non era più un ragazzino ormai. Dovevamo stargli lontano. Lo hanno sedato.

14 Febbraio 1918
Il paziente ha saputo della morte di sua madre. Non ha battuto ciglio. Non ricorda nulla della sua famiglia. Continua a alternare insonnia, confusione e un comportamento violento, a stati di inespressività, immobilità e silenzio. La cura non sta facendo i suoi effetti.

M. Medico
P. Paziente

M. Cosa le provoca la morte di sua madre?
P. Io non ho una madre
M. E vostro fratello? Pensate ancora a lui?
P. Quale fratello?

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⏰ Last updated: Feb 15 ⏰

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