Dentista Croazia

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Silenzio. Di soprassalto e sudaticcia mi svegliai in una delle tante apparentemente abitudinarie mattine da specializzanda in chirurgia. Dove? Al Policlinico di Bari. Ebbene sì, il sogno di quella ragazzina 23enne era diventato, con non poche difficoltà, realtà, la sua. Caffè, come sempre, dopo una doccia decisamente troppo lunga per la mia vita da apprendista ed "allegro chirurgo." Ogni goccia di quell'acqua era pesante come piombo...perché la notte precedente, un sogno, era stato un viaggio indietro nel tempo, verso un passato ormai molto impolverato. La ragazzina di cui ero innamorata a 18 anni, lei avevo improvvisamente ritrovato davanti ai miei occhi. Storia sepolta, ma qualcosa era rimasto in me il giorno seguente. Una voragine si era riaperta dentro la mia testa ed ogni goccia dell'acqua di quella doccia mattutina non faceva che farmi nuotare all'indietro, verso quei ricordi dolce-amaro che un po' tutti portiamo con noi. Se Miky mi avesse fatto una RX probabilmente quel buco nero sarebbe stato rilevato; Miky il mio migliore amico, un ex-dj specializzando in chirurgia; conosceva tutto di me, mi aveva fatto da spalla su cui piangere per molto tempo e qualche secondo fu sufficiente perché capisse il mio stato d'animo quel giorno. "Oi Ali, 10 anni ma non cambi proprio mai eh!? Siamo in ritardo, trangugia questo cornetto e ustionati con questo caffè, altrimenti cazzi tuoi col prof." - - - "Buongiorno anche a te Mik." Mentre mi sbrigavo a far colazione, fu proprio il mio migliore amico a notare ciò a cui non avevo affatto prestato attenzione. "Ali, ho una domanda." - - - "Vai spara." dissi. "Come mai hai deciso di indossare QUELLA collanina ? Non la vedevo da anni, dalla nostra laurea, ricordi perché decidesti di metterla via?" Con molta perplessità mi toccai il collo e notai che Michele aveva ragione, senza neanche accorgermene avevo indossato dopo anni, di nuovo la collanina di Elisa. Era il suo regalo per i miei 23 anni; frequentavo ancora Ingegneria Biomedica in quel di Campobasso, ma decise di regalarmi questa collanina con stetoscopio perché all'epoca credeva nel mio sogno. Avrebbe dovuto esserci alla mia laurea, per Ingegneria stavamo stilando già dei programmi, ma non ci fu più la possibilità, la nostra storia terminò ad 8 esami prima della mia laurea. Fu un periodo ... "Ali ci sei ?" "Cosa? Sì, si certo. Non so perché l'ho indossata, ma stanotte ho fatto un sogno, ho sognato lei...Elisa; erano anni che ormai, beh non ho avuto più il tempo di pensarci." "E cosa avresti sognato?" disse Mik, un po' preoccupato perché non era stato un capitolo della mia vita esattamente dei migliori. "Non ricordo granché, ricordo solo di aver visto il suo viso sorridere come un tempo e guardarmi con sufficienza, proprio come allora.Di lì in poi, è rimasta solo la mia fronte sudata e tante perplessità" - - - "Sarà solo un caso Ali, non pensarci, oggi giornata di sala sei pronta ?" Quell'eterno Peter Pan cercava ,ancora una volta, di farmi ritornare al presente per cui avevo lavorato e sofferto molto. "Sì, andiamo. Guidi tu ?" - - - "Come sempre, scroccona. Sono 10 anni di debiti che hai con me, ho perso ogni speranza." Arrivati in ospedale corriamo a cambiarci; poter indossare ogni giorno quella divisa, quel camice e avere lo stetoscopio nella tasca, mi rendeva felice. Ogni vita salvata, nonostante stessi ancora imparando, era un riscatto verso il mio passato, potevo finalmente andare contro tutte quelle volte in cui altri medici mi avevano fatta sentire uno "zero." Diventare ciò che non avevo trovato negli altri camici bianchi, era stato ed era ancora, questo...ciò che mi aveva spinta ad intraprendere quel percorso di vita. "Alice, Michele, di nuovo in ritardo,eh?" sarcasticamente aveva tuonato il professore dott. Ricciardi, primario di Chirurgia. "Salve professore, scusi." - - - "Iniziamo il giro visite, ma voi due per oggi giù in pronto soccorso. In emergenza forse imparerete l'importanza del tempo." eravamo stati congedati così dal prof Ricciardi, un grande medico, ma un vero stronzo. "Ciao Terry, Ricciardi ci ha spediti qui, siamo tutti tuoi per oggi." "Oh mio Dio ragazzi, cercate di non fare casini. Come mai qui ?" - - - "Dobbiamo imparare l'importanza del tempo." Questa frase di Ricciardi mi aveva colpita in qualche modo. Ero andata oltre la medicina e mentre ci aggiravamo tra le barelle del pronto soccorso, nuotavo tra i miei ricordi...ogni singolo secondo trascorso con Elisa si stava riproducendo come un fim dentro di me. "Dottoressa. Ci serve una mano, venga." Fibrillazione ventricolare. Un 80enne cardiopatico era andato in arresto cardiaco, cominciai il massaggio cardiaco in attesa dei rianimatori, defibrillai 3 volte, ma non ci fu nulla da fare, fibrillò fino a raggiungere l'asistolia completa."I miei colleghi rianimatori dichiararono il decesso. "Terry il letto 7 non ce l'ha fatta. Bisogna avvisare la famiglia, ci pensi tu?" "Mi dispiace Alice. Certo, lo farò io." Perdere una vita, vederla scivolare tra le dita era ogni volta uno shock indescrivibile. Dopo due anni di specializzazione e 5 anni come soccorritore di Croce Rossa, non ero ancora abituata al dolore della sconfitta. "Hey Ali ti va un caffè?" - - - "Ciao Ted, si ci sto." Ero silenziosa e perfino Ted, più che amico, conoscente e collega di lavoro si accorse che qualcosa non andasse quella mattina. "Tutto bene?" mi chiese. - - - "Sì, ho solo fatto un sogno strano che mi ha lanciata in un vortice di pensieri. "Vuoi parlarne?" - - - "Grazie Ted, ma meglio di no. Mi distrarrei ancor di più." "Ma quanto zucchero metti nel caffè? Sei una matta." aveva detto,cambiando discorso subito per farmi distrarre. "Sempre meglio di te che lo bevi amaro." - - - "Dov'è Michele? Sala?" - - - "Purtroppo no, compagno di 'punizione' come alle elementari; abbiamo fatto tardi stamattina e Ricciardi ci ha spediti qui. Per oggi niente cervelli." Improvvisamente, si aprirono le porte e l'unità mobile di rianimazione aveva trasportato da noi una donna. I richiami di Terry non si fecero attendere, perciò ci fiondammo dai soccorritori di croce rossa. "Hey Alice...allora donna, 28 anni, sospetta ischemia, ritrovata incosciente sul lungomare, probabile turista, deve aver battuto la testa, ha perso molto sangue a livello del lobo temporale." - - - "Va bene, grazie Luigi. A stasera. Sei tu con me?" - - - "Sì, tocca a me sopportarti. A dopo." Portata la paziente in stanza e collegata ad un ECG, le presi i parametri e dissi a Terry di ordinare urgentemente una TC per la nostra sconosciuta. Restai qualche secondo con lei in stanza, ad osservarla. Mora, treccine e vari tatuaggi, poi andai via. "Mik, probabile paziente da neuro, invidioso ?" - - - "Sì, ma mi basterà lasciarti a piedi stasera e sarò soddisfatto." rispose arguto. - - - "Alice puoi procedere con la TC." Portammo giù la paziente, le facemmo l'esame e non solo era stata confermata per metà la diagnosi di Luigi. La donna aveva un ictus emorragico e, come se non bastasse, anche un grosso trauma cranico a livello del lobo temporale. - - - "Giulia chiama neurologia. Ictus emorragico e trauma cranico del lobo temporale. Deve andare subito in sala." "Certo dottoressa." Era strano sentirsi chiamare Dottoressa,per tutti ero solo Alice o Ali. Peggio ancora se venivo chiamata Ingegnere; evitavo di dire di questa seconda laurea perché non mi andava di ascoltare le adulazioni della gente. Tra questo sciame di pensieri andai a prendere la ragazza e notai dei particolari che colpirono dritto nel segno. Fra i vari tatuaggi ... 3 mi paralizzarono. Grazie a dei fulmini su un braccio e ad un numero, ad un cuore fatto da una E ed una A e un puzzle sul braccio con le iniziali R;C;F capii. Era Elisa, la mia ex ragazza dell'epoca. Completamente in palla feci trasportare Elisa su a neurologia mentre chiamai precipitosamente Michele. "Sono a radiologia, tra 2 secondi al bar. Devo parlarti." Presi l'ascensore e corsi verso il bar "è Elisa,la sconosciuta è Elisa."

- - - -FINE - - - -

Bisturi 10Where stories live. Discover now