𝖀𝖓𝖉𝖏𝖈𝖏

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«Che cazzo stai dicendo?», sbuffò il ragazzo incrociando le braccia al petto e voltando il capo lontano da quella testa bionda che gravava sulla sua spalla.

«Vorrei anche io un tatuaggio. - continuò - Una semplice croce, qui. - alzò il braccio, per mostrargli il punto esatto di cui stava parlando, al centro del petto - Così potrò cancellarmi, cancellare Marley, e ricominciare da capo tutte le volte che voglio. Basta un respiro.», strizzò gli occhi per impedire alle lacrime di vincere contro le sue palpebre. Iniziava a faticare nel trovare quel filo logico che collegava tutti i suoi pensieri perché una massa nera si stava insinuando nella sua mente come un tumore, eclissando tutto il resto.

«Wynn, per favore.», borbottò ancora Newt, ma il tono sembrò essere più morbido, quasi spaventato dai deliri dell'altro. Wynn rise e poi finalmente alzò lo sguardo.

«Sai ho questa sfumata impressione, forse un sogno, ma è lì ogni volta che parli. - si grattò la fronte sudata - Ho la sensazione di averti baciato.», Newton rimase in silenzio per qualche secondo e poi si mosse, come se stesse trovando una posizione più comoda o come se cercasse di allontanarsi. Wynn preferì pensare alla prima opzione, ma anche il suo cieco sguardo era consapevole che forse stava tentando di illudersi.

«Non ci siamo baciati.», mormorò Newton osservando con attenzione le gambe di un comodino poco distante da loro, le rifiniture erano dorate e brillavano sotto i deboli raggi del sole. Anche Wynn si perse a guardare, prima di riprendere a parlare.

«Peccato, secondo me sei un ottimo baciatore.», scherzò colpendolo appena con il gomito.

«Certo che lo sono.», rispose Newton aggrottando le sopracciglia e stringendo i pugni.

Wynn si chiese a cosa stesse pensando, si chiese cosa ci fosse dietro a quelle iridi che all'ombra parevano nere: voleva che smettesse di prenderlo in giro? Voleva che smettesse di stargli così vicino? Voleva che smettesse di sorridergli in quel modo lascivo? Che smettesse di essere Wynn? Ma chi era Wynn? Marley era stato un bambino, un ragazzino, un adolescente ubbidiente, ma non fece in tempo a diventare un adolescente ribelle perché Wynn prese il suo posto. Agli occhi degli altri Wynn doveva essere un uomo, forse.

A Wynn piaceva essere un uomo, così come adorava essere donna, doveva vestirsi da ragazzo e perché non anche da ragazza allora? Perché tentavano di incatenare la sua persona? Forse perché non avrebbe dovuto esistere, come gli aveva detto la madre nel vedere il suo corpo stretto in un vestito pieno di balze. Testa bassa, camicia e pantaloni, entra nel bagno degli uomini, fai sport da uomini, commina come un uomo, parla come un uomo, uomo, uomo, uomo. Ma che cosa definiva un uomo, se non una mera questione biologica? Stava impazzendo dentro quella maschera così stretta da soffocarla.

Eppure, non sentiva di aver cambiato nulla di sé nel momento in cui Wynn si risvegliò, quando aprì gli occhi quello che aveva dentro era sempre lo stesso ma con una nuova consapevolezza e allora perché, una volta reso noto, gli sguardi degli altri cambiavano?

«Newt. - la voce era sottile come un filo da cucito che tentava di infilarsi nell'ago - Io ti piaccio, almeno un po'?», chiese con il respiro che accelerava e lo stomaco che attorcigliandosi iniziava a fare male. Lo sguardo di Newton scattò, allarmato da quella domanda improvvisa, sul suo viso. Ah ecco, pensò Wynn incatenandosi al suo sguardo, ci sono cascato.

«Come?», Newton sentiva le labbra secche e dovette passarci la lingua sopra per riuscire a separarle. Io ti piaccio, almeno un po'? Quella domanda avrebbe potuto avere mille sfaccettature diverse e Newton non aveva voglia di avvicinarsi a nessuna di queste.

Conosceva Wynn da un po' di anni, abbastanza da veder svanire Marley e andare incontro a quella pazza novità. La vide prendere confidenza con il proprio corpo e con ciò che sentiva di essere, lo vide eclissarsi dai giudizi delle altre persone e avvicinarsi alla propria sessualità con la stessa delicatezza con cui si coglie un fiore. Wynn era moltissime cose, tantissimi "troppo", un uragano di emozioni, un insieme di pensieri caotici e di sorrisi spenti e nessuno si accorse mai che la sua stravaganza derivava dal fatto che, tutte quelle emozioni, non fosse in grado di gestirle. Così, i suoi sorrisi apparivano tante volte quanti erano i suoi respiri, illuminando i suoi occhi azzurri. A Newt piaceva? Gli piaceva quando ammiccava verso di lui? Quando lo affiancava, lo sfiorava o provava ad attirare la sua attenzione? Quando di tanto in tanto lo chiamava la sera soltanto per parlare? Ti piace, Newt?

𝗕𝗮𝗺𝗼𝗿𝗮𝗹 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗹𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora