𝕹𝖔𝖛𝖊

Começar do início
                                    

Vide una porta, diversa dalle sbarre arrugginite che la circondavano. Era piccola e nera e sembrava invitarla a fuggire, invito che lei accettò volentieri, fiondandosi sulla maniglia e lasciando che un altro tipo di oscurità l'avvolgesse. Non c'erano più celle intorno a lei, niente più pietra grezza, niente più sbarre minacciose, soltanto una triste e spoglia stanza che piangeva la mancanza di un abitante.

«Ingrid?», provò ancora una volta, alzando la voce. L'anta di un armadio scricchiolò, facendola sussultare.

C'era qualcosa di oscuro lì, qualcosa che l'avrebbe presa per sempre e lei riusciva a sentirlo. Eppure, le sue gambe si mossero in quella stessa direzione da cui il suo cuore le diceva di allontanarsi e, con la mano tremante, aprì l'armadio.

Il sangue fu l'ultima cosa che notò. Ingrid era rannicchiata lì dentro, con gli occhi spalancati e le labbra che si muovevano senza emettere alcun suono, i lunghi capelli neri erano spettinati e sembravano ragnatele pronti a inghiottirla per sempre, da un momento all'altro, in un inquietante bozzolo. Il petto di Ingrid si muoveva veloce e aveva gli occhi rossi fissi sul legno, ma fu quando Hazel abbassò lo sguardo che vide il coltello piantato sulla coscia della ragazza, le sue dita strette sull'elsa erano piene del suo stesso sangue e continuavano girare e rigirare la lama dentro la ferita.

«Oh, Ingrid cosa ti è successo? - esclamò Hazel poggiando la mano sulla sua - Ti prego fermati.», l'amore per la sua amica stava provando a vincere la paura che provava nel vederla in quello stato e il risultato si notava nel tremore della sua voce. C'era qualcosa che avrebbe dovuto ricordare.

Ingrid si voltò lentamente verso di lei, nell'istante in cui fermò il suo movimento, e le lacrime iniziarono a rigarle le guance.

«È dentro la mia testa.», sussurrò Ingrid con lo sguardo rivolto da qualche parte oltre la sua spalla. Era quasi come se non riuscisse a vederla o, forse, come se riuscisse a percepire qualcosa che lei invece non notava.

«Chi?», Hazel non riusciva a ricordare e le faceva male la testa ogni volta che provava, le bruciavano gli occhi e le tempie iniziavano a pulsare. Ricorda.

«È dentro la mia testa. - ripeté e poi sorrise - Ma adesso esce...», ancora lacrime le lasciarono le ciglia bagnate per poi scivolare e mischiarsi con il suo sangue.

«Non capisco Ingrid, vieni fuori di qui. Posso aiutarti.», mormorava Hazel cercando disperata un modo per fermare il sangue. Ingrid si portò le mani al viso, premendo con le dita sulla pelle e aprendo le labbra in un grido silenzioso.

«È tutto nella mia testa e niente è reale. - esclamò - Adesso esce...Adesso esce.», si stava agitando e ogni volta che Hazel la sfiorava, Ingrid scattava in avanti disturbata.

Poi, la vide. I suoi occhi si soffermarono sul suo viso, il suo tormento sembrò svanire in pochi istanti e il volto si inclinò nell'osservarla con attenzione. Hazel non lo notò subito, ma nel suo sguardo il dolore stava lasciando spazio alla paura e alla rabbia, le pupille si restrinsero e la mano fece affondare ancora una volta il coltello nella carne prima di sfilarlo lentamente.

«No! - esclamò Hazel cercando di fermarla - È pericoloso Ingrid.», provò a fermarla, nel vedere fiotti di sangue lasciarle la gamba per scivolare sul legno e colorarlo forse per sempre. Ingrid non la stava ascoltando, si limitava a fissarla in silenzio. E fu poi nel momento in cui affondò il coltello nell'aria, tentando di colpire Hazel che quest'ultima ricordò. Lei non stava cercando Ingrid, stava scappando da lei e per questo motivo era sola.

Il ricordo di loro due che si lasciano gli altri alle spalle le si formò in mente, nitido come non mai, come se lo stesse rivivendo una seconda volta. Quella porta che si chiuse dietro di loro segnò l'inizio del loro declino e Hazel adesso riusciva a comprenderlo, si chiese se anche Ingrid in quel momento percepì che sarebbe stata soltanto questione di tempo per la sua mente.

𝗕𝗮𝗺𝗼𝗿𝗮𝗹 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗹𝗲Onde histórias criam vida. Descubra agora