7~ Lunapark, Quidditch e Katherine

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"Allora Alice, cosa vuoi fare?"
"Vorrei andare al lunapark."
"Direi che si può fare. Jaamie! Vieni qua!"
"Eccomi sergente" sbruffò.
"Tua figlia vuole andare al lunapark"
"E allora andiamo!"

Avevano deciso di andare solo loro tre, volevano trascorrere una giornata da soli con la loro figlia minore. Si smaterializzano e arrivarono a destinazione.

"Ziooo! Giocamo a Quidditch?" chiese Harry al suo padrino.
"Certo Harry. Olly? Marlene? Rem? Volete giocare anche voi?"
"Certo!" risposero tutti, seppur Remus fosse titubante. L'unica a non aver risposto era Katherine, ma non le interessava, voleva solo guardarli. Tutti si diressero in giardino. La prima squadra era composta da Oliver portiere, Remus cacciatore e Harry sia cercatore sia cacciatore. Nell'altra squadra Sirius era il portiere, nonostante ad Hogwarts giocasse come battitore e Marlene era cercatrice e cacciatrice. Dopo aver formato le squadre si resero che erano un po' squilibrate.

"Katherine ti va di giocare?"
"Ehm... Io non ho mai giocato, non credo sarei brava..."
"Non importa. Basta divertirsi!"
"Ehm.. Avete una scopa in più?"
"Certo. Eccola" e gliela porse.
Alla fine decisero che Marlene sarebbe avrebbe giocato entrambi i ruoli, ma che se Katherine vedeva il boccino era incoraggiata a provare a prenderlo.
Dopo venti minuti il punteggio era su 120-50 per la squadra composta da solo maschi.
Ad un tratto Kate vide un guizzo dorato, non sapeva se ci sarebbe riuscita ma iniziò una picchiata verso il boccino. Anche Harry se accorse e la raggiunse. Ormai le loro scope si toccavano, le loro braccia erano tese in avanti, e tutti gli altri fermi ad osservarli. Una mano afferrò il boccino. Il braccio di quella persona si ritrasse e si fermò a mezz'aria. Le due persone si guardarono negli occhi, entrambi pensavano di aver catturato il boccino. Aprirono le mani, quella di Katherine era tremolante ma determinata, quella di Harry decisa ma titubante.

"Kate! Hai preso il boccino! Sei stata bravissima!"
Lei ancora non ci credeva.. Si stupì che Harry non si fosse arrabbiato. D'altronde l'aveva battuto, giusto? Tutti si congratularono, ma la cosa che la stupì di più fu il fatto di aver battuto proprio Harry Potter, che era ritenuto "imbattibile", ma qualcuno l'aveva fatto.

Dopo aver finito la partita tornarono in casa. Katherine si rifugiò in biblioteca. Voleva trovare un bel libro e perdersi nel mondo della lettura, ma trovò un libro che la stuzzicò molto. Si chiamava:"Come uccidere senza usare l'Avada Kedavra". Il libro era consunto, la rilegatura sembrava vecchia e l'aura magica era potente. La ragazza si sedette, pronta per una nuova avventura, non cosciente che quel libro le avrebbe potuto salvare la vita o che sarebbe stato la causa della sua morte.

Sirius e Marlene stavano confabulando, mentre osservano i due ragazzi fare la stessa cosa. Secondo loro la ragazza era capace di molte cose e non aveva ancora svelato tutte le sue capacità. Passò il tempo e pranzarono. Passò il tempo e cenarono. Passò il tempo e i coniugi Potter con la loro figlia tornarono. Alice era felicissima di come aveva passato la giornata, aveva adorato ogni momento e si era goduta la giornata con i suoi genitori. Lily e James avevano in programma di trascorrere una giornata insieme solo a loro figlio, ma volevano aspettare un po'. La giornata era stata stancante per tutti, quindi nessuno ebbe problemi a dormire, tranne un docile lupo mannaro che però, se avesse avesse voluto, ti avrebbe sbranato.

Era preoccupato, la paura lo attanagliava, pensava che non sarebbe stato un buon padre. Si sentiva in colpa. Come poteva accudire la figlia della sua ex, sapendo che la sua ormai ex fidanzata aveva torturato la ragazza che lui avrebbe dovuto crescere. Lui era un lupo mannaro, era un mostro... Tutti noi sappiamo che Remus Lupin non era un mostro, ma lui continuava a pensarlo.
I capelli gli coprivano la vista, e il corpo avvolto da una scarica di brividi. Si rigirò nel letto, ma non riusciva comunque a prendere sonno. La luna piena si stava avvicinando, però, fortunamente, mancavano ancora una manciata di giorni. O forse no? Il suo corpo sembrava ribellarsi, si sentiva inferiore, pensava che a causa della sua licantropia non valesse nulla, ma una parte del suo cuore, infondo infondo, sapeva che non era così. Si sentiva in colpa. Come aveva potuto non notare che la sua fidanzata nascondesse una bambina chissà dove. Come aveva potuto non accorgersene? E se l'avesse fatto come avrebbe reagito? Nonostante la situazione era contento che la verità fosse venuta a galla in quel momento, chissà cosa sarebbe potuto accadere.. Decise che avrebbe continuato a vivere il più normale possibile per il bene di Katherine.

Una Famiglia Non Del Tutto NormaleWhere stories live. Discover now