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«Porca miseria!»

Marta lasciò lo scatolone e si aggrappò allo scaffale. Penzolava come un calzino appeso allo stendino, mentre matite e pennarelli si sparpagliavano sul pavimento. Con un piede recuperò la scala che si era spostata sotto di lei e scese con gambe tremanti pensando a quante mine aveva appena distrutto.

"Inizia bene la giornata", pensò spostandosi attraverso il tappeto di pennarelli come un topo in mezzo a un mare di trappole. L'ultima cosa di cui aveva bisogno quel giorno era di finire col sedere per terra.

Sentì Mika, la sua cagnolona, che ringhiava nel negozio dopo che, guaendo, era uscita di corsa dal retrobottega.

Si avvicinò alla porta che dava sul negozio.

«Mika, tranquilla, non è successo nien...»

Mika ringhiava a uno sconosciuto che, a cavallo della porta del negozio, indietreggiava con le mani protese in avanti. «Buono, cuccia..»

«Mika, qui!»

Mika si girò e, scodinzolando, si diresse verso la sua padrona. Marta la accarezzò sul muso uscendo dal retrobottega.

«Mi scusi, di solito non fa così, si sarà spaventata quando ho fatto cadere lo scatolone.»

«Si figuri, non c'è problema.»

L'uomo fece un sorriso forzato indietreggiando ancora quando Mika gli si avvicinò di nuovo.

«Desidera?»

«Le solite tempere», disse con lo sguardo proteso a controllare il cane.

«Guardi che non morde, è buonissima.»

L'uomo si avvicinò al bancone tenendo gli occhi puntati su Mika che si stava accucciando vicino alla porta. «Non ne dubito.»

«Diceva? Tempere?»

«Oh, mi scusi. Forse lei non sa...»

«Lei è il pittore?»

L'uomo la guardò stringendo gli occhi e si appoggiò al bancone con un gomito avvicinandosi di più a lei. «Lei che ne pensa?»

«Potrebbe essere.»

«Da cosa lo deduce?»

«Ma, ehm, io... forse... l'aspetto stravagante?»

Marta si sentì avvampare e vide l'espressione impassibile dell'uomo che la stava fissando in silenzio.

«No, è che... mi scusi! Non si vedono spesso in giro persone con i baffi... così.»

Marta fece il gesto dei riccioli con le mani.

"Per non parlare della matita sotto gli occhi". Riuscì a trattenere almeno quell'osservazione.

L'uomo, sempre in silenzio e con lo sguardo fisso su di lei, si lisciava i baffi arricciandone la punta col dito. Marta, interdetta, cercò di rompere il silenzio che si era creato: «Comunque la aspettavo da tanto. Sempre che lei sia il pittore.»

L'uomo tenne gli occhi puntati su di lei, l'unico rumore che riempiva il negozio era quello delle auto che passavano in strada. Marta si portò una mano alla fronte. «Mamma mia, che figura.»

L'uomo rise. «Prego, prego, continui pure. È molto divertente.»

Marta si schiarì la voce..

«Tornando alle tempere, la vecchia proprietaria mi aveva lasciato istruzioni.»

«La vecchia proprietaria? Non lavora più qui?»

«No, ora ci sono solo io.»

L'uomo la guardò stringendo gli occhi, come per metterla meglio a fuoco. «Davvero molto interessante.»

«Io... Vado a prenderle.»

Marta corse nel retrobottega e, pregando di non fare altre figuracce, spostò coi piedi pennarelli e matite che correvano da tutte le parti.

«Le serve una mano?»

«Non si preoccupi.»

«Non mi preoccupo, ma l'aiuto lo stesso.»

L'uomo entrò nel retrobottega, si mise a chinino e cominciò a gettare matite e pennarelli nello scatolone che gli era stato indicato. Nel frattempo, Marta cercava le tempere sullo scaffale tra il materiale ordinato dai clienti abitudinari; ci mise più del necessario, perché continuava a maledirsi per la scena patetica di prima. Strinse il sacchetto in mano, fissò la parete di fronte a sé, fece un profondo respiro e si girò.

«Eccole» disse dandogli il sacchetto.

«Cos'ha fatto alla mano?»

L'uomo ritrasse di scatto la mano destra coprendo la benda con l'altra mano.

«Oh, una cosa davvero da niente.»

«Mi scusi, sono stata inopportuna.»

«Nient'affatto. Mi piace la sua spontaneità. Anzi, sarei inopportuno io se le chiedessi di darci del tu? Preferirei sentirmi giovane ancora per molto tempo.»

«Volentieri. Io sono Marta.» Gli porse la mano.

«Leonardo.»

Lui le prese le dita con delicatezza e vi avvicinò le labbra senza toccarle, come un cavaliere di altri tempi. «Incantato.»

Marta rimase interdetta per un istante; poi entrò una cliente che la riscosse, così tornò dietro al bancone. Dallo stipite della porta del negozio, il pittore le fece un inchino, facendola arrossire. Mika gli ringhiò e subito lui allungò il passo e si allontanò bofonchiando tra sé e sé. 

Il vestito bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora