Capitolo 52: Portare via tutto

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Iari non trasalì sull'essere stato scoperto ancora prima che si presentasse, al contrario piegò la testa di lato e fece una smorfia, corrugando le sopracciglia stupefatto. Avere il ragazzino da solo, senza la copertura di Morrison, gli aveva solo dato l'opportunità di poter conoscere chi gli aveva perennemente messo i bastoni fra le ruote. A differenza di Dimitri, il suo aspetto era curato nei minimi dettagli; giacca blu, gilet del medesimo colore, camicia bianca e cravatta azzurra. Non c'era un capello fuori posto. E potersi mostrare senza guanti, ma con addosso gli anelli in oro che poteva sfoggiare senza doversi più nascondere, era appagante. Fare in modo che i due si separassero, per vedere in azione il tipetto informatico e capire chi fosse, era stato il suo intento sin dall'inizio. Per quanto avesse voluto dare anch'egli una lezione a Dave, moriva dalla curiosità di capire chi fosse questo Noah, questo moccioso che senza armi se l'era ritrovato sempre in mezzo ai piedi.

«May I ask how you found out?» domandò in un inglese perfetto, con fin troppa formalità.

«Non avete avuto le palle sin dall'inizio di presentarvi con i vostri veri nomi, Y. Ho trovato proprio qualche secondo fa le vostre foto e ho avviato il riconoscimento facciale.» spiegò il giovane, gli occhi socchiusi per la fitta al naso che si propagò sino alla testa. Stava ancora sanguinando dalla fronte, il rivolo di sangue che gli attraversò il viso, senza entrargli nell'occhio, gli solleticò la guancia. «Non mi è difficile trovare persone che il mondo crede morte, dovresti già saperlo.»

Staniv aumentò la pressione sulla pistola, senza sorridere, ma socchiudendo gli occhi azzurri. Il solo fatto che il giovane non mostrasse timore, né esitazione davanti all'arma, lo eccitava, aumentava il desiderio di testarne i suoi limiti. Potevano levarsi sicuramente un sette anni, eppure aveva avuto il fegato di affrontare uomini pericolosi, di essere l'ombra di Morrison allo stesso modo con la quale lui lo era per Dimitri.

«Sono profondamente colpito, ragazzo. – ammise con un tono calmo e ruvido. Non si impegnò nel far uscire un accento americano e rivelò le sue origini senza mezze misure. Anche lui era russo. Un russo che aveva studiato così bene l'inglese da cancellare incredibilmente le sue origini. – Ora capisco chi sei e perché Morrison ti abbia sempre portato con sé. Complimenti per averci sempre preceduti in tutto quello che avevamo in mente. C'era qualcosa di cui non mi capacitavo, sul come Dave sapesse ogni nostra mossa e riuscisse a raggiungerci in fretta. Eri tu. Sei sempre stato tu. Un hacker della CIA, e anche abbastanza in gamba.»

«Sono un semplice agente che lavora nel settore informatico. Non sono un hacker.» rispose atono Noah.

«Fai il finto umile?»

«Ti ho solo corretto nell'appellativo, non ti ho negato il resto.»

Questa volta Staniv sorrise, un angolo delle labbra più alto che gli modellò i baffi in un'espressione eppure glaciale e non contenta. «Sei intrigante. – confessò, scoccando un'occhiata sullo schermo alle spalle del ragazzo. – Spostati dallo schermo.»

Noah, con le mani ancora alzate, fece qualche passo per essere al lato della scrivania, cosicché il russo potesse osservare lo schermo sulla quale erano rappresentati i volti di lui e di Dimitri e il download in corso. Anche i suoi occhi grigi seguirono quella traiettoria per osservare la barra di caricamento; stava ancora andando avanti, scandendo il settanta percento. Mancava così poco per avere tutto all'interno della chiavetta, così poco, che non poteva annullare tutto una seconda volta. Non aveva mai avuto un obiettivo a cui ambire, la carriera dei sogni che i ragazzi della sua età desideravano raggiungere con anni e anni di studi per poter essere al centro del mondo, tuttavia il suo presente lo indusse a pensare alle conseguenze questa volta; quella chiavetta doveva tornare nelle sue mani, dentro la sua tasca; quello che risiedeva all'interno di quei file avrebbe potuto fermare quei due pazzoidi del cazzo.
Staniv manteneva la canna della pistola puntata sulla sua fronte, mentre con lo sguardo analizzò la barra di caricamento con la speranza di fermare il trasferimento; intuì che la mancanza del comando di annullamento risiedeva proprio nelle sue capacità informatiche, poiché si apprestò ad afferrare la periferica attaccata al case per cessare tutto.

MIND OF GLASS: OPERATION YWhere stories live. Discover now