tra le braccia di Morfeo

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Campo Mezzosangue era immerso nel silenzio e le fiaccole che illuminavano le strade che portavano alle cabine, sparse qua là, erano la sola testimonianza che qualcuno potesse abitare da quelle parti.


Il silenzio però non sembrava aiutare Percy. Era rimasto a fissare il soffitto per ore, senza veramente chiudere occhio, non che ci avesse provato, il problema era ciò che accadeva appena lo faceva. Le urla. Il buio completo. La risata di Gea. E Annabeth, la caviglia gonfia, e la paura riflessa nei suoi occhi grigi. Si era alzato di scatto, sudato, la mano stretta a Vortice ormai un meccanismo istintivo pari a come andare in bagno.

Sospirò e si trascinò in bagno, forse gettarsi dell'acqua in faccia l'avrebbe aiutato. Forse. Era completamente solo, Tyson aveva deciso di non fermarsi oltre dopo che avevano aiutato alla ricostruzione di Campo Mezzosangue e Campo Giove.

Si fermò a osservare il suo riflesso nello specchio: sapeva benissimo di non avere una bella cera, ormai si era abituato, ma constatò di essere ridotto peggio del solito. Gli occhi gonfi, i capelli che si erano decisamente allungati troppo durante il suo tempo passato nel Tartaro, il sangue secco che sembrava non voler andare via e le tante cicatrici.

Forse potrei chiedere aiuto a Piper. Pensò. La semidea non avrebbe fatto miracoli, non ai livelli della sua madre divina, ma certamente gli avrebbe dato una sistemata.

Attese una manciata di minuti e poi tornò nel letto, Vortice vicino a lui appena sotto il cuscino, aspettando che Morfeo facesse il suo lavoro.

E se chiedessi a Clarisse di darmi una botta in testa? Non penso le dispiacerebbe.


Aveva appena chiuso gli occhi quando sentì uno scricchiolio. Non esitò e sfilò il cappuccio dalla sua amata penna-spada, la lama scattò ma prima che potesse colpire chiunque avesse avuto la brillante idea di entrare nella sua cabina--nel cuore della notte--una mano pallida acciuffò il suo polso e gli fece sfuggire Vortice dalle mani.

Boccheggiò e poi vide due occhi grigi fissarlo: « Per gli Dei! Ma sei impazzita?! ».

Annabeth inarcò un sopracciglio, poi si chinò e raccolse l'arma del ragazzo, richiudendola per poi appoggiarla sul comodino.

« Avrei potuto ucciderti ».

« No. -la ragazza sembrava fin troppo calma- Sei così stanco che ti sei fatto disarmare, e sappiamo che non è così facile farlo ».

Percy si lasciò ricadere sul letto, passò una mano tra i capelli scuri: « Non riesci a dormire ». Non era una domanda e, senza aggiungere altro, spostò le coperte così che Annabeth avesse la possibilità di accomodarsi.

La figlia di Atena appoggiò il suo cappellino blu accanto a Vortice, calciò le sneakers e si infilò sotto le coperte. Percy non esitò nemmeno un secondo, portando un braccio attorno alla vita della ragazza e la strinse sé.

Annabeth si trovò ad appoggiare una mano sul suo petto, ricordandogli che lei comunque doveva respirare e morire soffocata dal suo abbraccio, per quanto potesse essere invitate, non era un'opzione.

« Nico mi ha mandato un messaggio oggi, tornerà domani ».

« Cosa ha deciso di fare? ».

« Vuole rimanere a Capo Mezzosangue, per il momento. Sospetto che abbia a che fare con Will ». Un sorrisetto comparve sul volto di Annabeth, mentre ricordava quando il figlio di Ade aveva detto a Percy che credeva di aver una cotta per lui e poi si era reso conto che il figlio di Poseidone non fosse il suo tipo.

« E tu invece? Che vuoi fare? ».

La ragazza non rispose. Annabeth Chase aveva sempre un piano ben programmato, con tanto di alternativa se mai questo non avesse funzionato. Ora però, a poche settimane dalla fine della guerra con Gea, non aveva la più pallida idea di cosa l'aspettasse.

tra le braccia di MorfeoWhere stories live. Discover now